È ufficiale: Roman Abramovich ha messo in vendita il Chelsea, dopo le pressioni internazionali dovute alla guerra in Ucraina. Ecco cosa succede adesso.
Sembrava impossibile, e invece è successo: in meno di una settimana, il calcio europeo sta rompendo tutti i suoi rapporti con il potere economico russo. L’ultima notizia in ordine di tempo è anche la più clamorosa: Roman Abramovich ha comunicato che cederà il Chelsea.
Nei giorni scorsi si era parlato del proprietario dei Blues e dei suoi legami con il presidente russo Vladimir Putin, ma i suoi timidi tentativi di smarcarsi non hanno convinto nessuno, in particolare il governo britannico, che ha annunciato dure ripercussioni sugli oligarchi russi. E alla fine, anche Abramovich si è dovuto arrendere.
Il comunicato di Abramovich: Chelsea in vendita
Nella serata di mercoledì 2 marzo, con un comunicato ufficiale sul sito del club l’imprenditore russo ha fatto sapere che è sua intenzione cedere il club londinese. Una decisione rapida, improvvisa e radicale, al punto che Abramovich arriva a precisare che “non chiederò che nessun prestito mi venga ripagato”, i riferimento ai grossi debiti che la società vanta nei suoi confronti.
L’ormai quasi ex proprietario ha aggiunto di aver dato istruzioni alla società di istituire una fondazione per le vittime della guerra in Ucraina, a cui destinare tutti i proventi della cessione. Nonostante questo, restano ancora senza chiarimento i dubbi sul suo coinvolgimento politico con Putin, quello nel conflitto in atto, e anche la sua opinione sul suddetto.
Statement from Roman Abramovich.
— Chelsea FC (@ChelseaFC) March 2, 2022
Il calcio rompre con i russi: cosa sta succedendo
Lo scoppio della guerra in Ucraina, giovedì scorso, ha avuto rapide conseguenze per gli investimenti russi nel calcio. Il primo colpo lo ha subito Gazprom, che ha visto rimuovere il proprio sponsor dalle maglie dello Schalke 04, ma le cose non si sono fermate qui.
Successivamente all’avvicendarsi delle prese di posizione sul conflitto è arrivata anche la rimozione della finale della Champions League da San Pietroburgo, e la sospensione della Russia e dei suoi club dalle competizioni internazionali, andata di pari passo con la rottura dell’accordo di sponsorizzazione tra la UEFA e la già citata Gazprom.
Quindi, proprio oggi Alisher Usmanov, sponsor principale dell’Everton, aveva dovuto interrompere il suo accordo coi blu di Liverpool, dietro le minacce di ritorsioni da parte del governo britannico. Poche ore dopo, è arrivata la comunicazione dell’imminente addio di Abramovic al Chelsea. Attualmente, le proprietà russe nel calcio europeo occidentale sono rimaste tre: Maxim Demin al Bournemouth, Dmitrij Rybolovlev al Monaco e Valerij Oyf al Vitesse (prossimo avversario della Roma in Conference League).
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