Roman Abramovich, proprietario del Chelsea, sta partecipando a sorpresa ai negoziati di pace tra Ucraina e Russia, e molti si stanno chiedendo come mai.
È il giorno delle trattative per cercare di trovare un accordo di pace tra Russia e Ucraina, e a sorpresa a Gomel, in Bielorussia, ci sarebbe anche Roman Abramovich, il proprietario del Chelsea.
Una notizia sorprendente, quella rivelata oggi dal Jerusalem Post, visto che nessuno si sarebbe atteso che nei negoziati sarebbe stato implicato un discusso imprenditore russo e proprietario di un club di calcio. Ma ancor di più perché Abramovich è sempre stato descritto come vicino a Putin, mentre ad aver richiesto la sua presenza sarebbe stata l’Ucraina.
Cosa c’entra Abramovich coi negoziati Ucraina-Russia
Il giornale israeliano (paese di residenza del magnate russo) riporta che Abramovich si troverebbe in Bielorussia come mediatore su richiesta dell’Ucraina, il che spiegherebbe lo strano “passo indietro” dalla gestione del Chelsea di sabato sera: un modo per evitare che il suo ruolo politico nella guerra potesse ripercuotersi sulla squadra londinese.
L’ambasciatore dell’Ucraina in Israele, Yevgen Kornichuk, non ha rilasciato commenti precisi sulla notizia, ma si sa che il patron dei Blues avrebbe solidi rapporti sia in Russia che in Ucraina, in particolare con le rispettive comunità ebraiche.
I suoi rapporti con Vladimir Putin, invece, sono sempre stati molto discussi: Abramovich avrebbe raccomandato il giovane Putin all’ex-Primo Ministro russo Boris Yeltsin, e successivamente lo avrebbe aiutato a formare il suo primo governo nel 1999. Successivamente, è stato eletto prima deputato alla Duma e poi governatore della Chukotka durante i primi anni di governo di Putin, prima di trasferirsi a Londra.
In tutto questo, i reali motivi dell’intervento di Abramovich in Bielorussia, per di più su richiesta ucraina, sono ancora abbastanza oscuri.
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