La Salernitana ha tempo due settimane per cambiare proprietà , o potrebbe essere esclusa dalla Serie A a metà stagione. Come si è arrivati a questa situazione?
Solo due settimane: a fine dicembre, la Salernitana dovrà aver trovato un nuovo proprietario, o molto probabilmente verrà radiata. Significa che la Serie A si ritroverà da gennaio con 19 invece di 20 squadre, con evidenti ripercussioni sui calendari.
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Una situazione ormai divenuta grottesca, di cui si è iniziato a discutere quasi un anno fa, quando si è andata facendo concreta la possibilità di promozione in A del club campano. Tutto risale alla proprietà , riconducibile a Claudio Lotito, che già controlla la Lazio, ma lo sviluppo del caso Salernitana negli ultimi mesi è stato molto complicato. Proviamo a riepilogare cos’è successo fin qui.
La proprietà della Salernitana
Il problema della Salernitana va fatto risalire a dieci anni fa esatti: nella stagione 2011/2012 il club, dopo il fallimento, venne rifondato da Claudio Lotito e Claudio Mezzaroma, un giovane imprenditore romano, discendente da una famiglia di costruttori della Capitale, che è stato sposato con la deputata ed ex-Ministra Mara Carfagna, ma che soprattutto è cognato di Lotito stesso.
Sotto la loro gestione, i granata hanno avviato un periodo di stabilità economica e di risultati molto positivi: dalla Serie D, sono stati subito promossi in Lega Pro, hanno vinto la Supercoppa di Lega di Seconda Divisione nel 2013 e la Coppa Italia Lega Pro nel 2014. Un anno dopo è infine arrivata la promozione in B, e dopo sei stagioni nel campionato cadetto la scorsa estate è toccato al ritorno in Serie A, che mancava dal 1999.
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Questo ha comportato i veri guai: le regole della FIGC negano, all’articolo 16bis delle Norme Organizzative Interne, la possibilità di controllare, in maniera diretta o indiretta, due club professionistici. Generalmente, questa regola viene derogata quando i due club sono in categorie differenti, ma l’arrivo in A della Salernitana, nello stesso campionato della Lazio, ha reso impossibile fare finta di niente.
La soluzione del trustee
Sempre secondo le regole della FIGC, Lotito e Mezzaroma avevano fino a 30 giorni di tempo, dall’avvenuta promozione in Serie A della Salernitana, per cedere il club a qualcuno non direttamente collegato a loro. Il club campano è arrivato secondo nella scorsa Serie B, assicurandosi il passaggio nella massima serie il 10 maggio 2021.
Lotito e Mezzaroma, fino a quel momento, non si erano mai preoccupati di trovare acquirenti, e nelle interviste hanno sempre sostenuto che quello della doppia proprietà fosse in realtà “un falso problema“. Quando però l’eventualità si è fatta concreta, i due si sono lamentati con la FIGC che 30 giorni erano troppo pochi per trovare un acquirente e espletare tutte le pratiche.
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Così, a inizio giugno 2021, è stata messa sul tavolo l’opzione del trustee, un soggetto indipendente a cui affidare la gestione del club, separandolo dalla proprietà e con lo scopo specifico di raggiungere in tempi brevi l’obiettivo della cessione.
Dopo che il 19 giugno la Salernitana ha festeggiato i suoi 102 anni di storia, il 25 dello stesso meso è stato nominato il nuovo amministratore unico della società (cioè il trustee): l’ex-vicecomandante dalla Guardia di Finanza Ugo Marchetti. Una scelta accetta dalla FIGC, ma che ha subito generato delle polemiche sulla presunta indipendenza di Marchetti da Lotito: il presidente della Lazio lo aveva già infatto proposto nel 2017 alla presidenza della Lega Serie A, segno che i due si conoscevano bene già da prima.
La cessione della Salernitana
L’approvazione del trustee ha di fatto rappresentato una prorioga per il club, che ha così potuto iniziare a programmare la stagione di Serie A e a fare mercato. Un mercato abbastanza al risparmio, che non ha mancato di suscitare anche qualche sospetto: a inizio settembre ha fatto discutere l’acquisto di Cedric Gondo, attaccante acquistato a parametro zero dopo due stagioni in prestito alla Salernitana, svincolatosi dalla Lazio il giorno prima di firmare coi granata.
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Il caso Gondo si è fortunatamente sgonfiato presto, ma i problemi del club campano non sono svaniti: in questi mesi, nessuna trattativa è stata concretamente avviata. Il 17 novembre, le due società intermediarie Melior Trust e Wildar Trust hanno diffuso una nota in cui spiegavano le condizioni per una cessione non si erano ancora verificate, ottenendo un’ulteriore proroga dalla FIGC fino al 31 dicembre. Ma in un mese non sono avvenuti cambiamenti.
Il rischio radiazione
A questo punto, l’ipotesi che la Salernitana possa cambiare proprietà entro fine 2021 sembra molto remota. Martedì 21 dicembre, il Consiglio Federale della FIGC si riunirà per decidere come procedere: la soluzione più probabile è quella che segue i regolamenti, e che significa che se la società non verrà ceduta entro i tempi stabiliti, da gennaio sarà radiata. Vuol dire che la Salernitana verrà esclusa dalla Serie A a inizio 2022, e non potrà partecipare a nessun altro campionato. Di fatto, il club scomparirà .
Un’epilogo drammatico che tutti preferirebbero evitare, ma la FIGC deve fare rispettare i regolamenti, e finora ha concesso a Lotito e Mezzaroma fin troppe deroghe. L’alternativa “all’italiana” è quella di un’ulteriore proroga fino a fine stagione: signficherebbe salvare il club, graziare la sua proprietà , e accettare una brutta figura da parte della FIGC.
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Infatti, attualmente la Salernitana si trova ultima in Serie A con 8 punti in 17 partite, ed è la principale candidata alla retrocessione. Se la cessione del club dovesse essere rimandata all’estate, i granata potrebbero fare in tempo a retrocedere in Serie B, trovandosi in una categoria diversa rispetto a quella della Lazio e quindi senza più la necessità di cambiare proprietario.
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