Così come accaduto all’Italia di Ventura, anche quella di Mancini sarà costretta a giocarsi il pass per i Mondiali agli spareggi.
Ieri sera è successo tutto ciò che abbiamo iniziato a temere dopo l’errore dagli undici metri di Jorginho nel match contro la Svizzera. Ma, d’altronde, era difficile immaginarsi un epilogo differente.
L’Italia di Mancini si è presentata a Belfast con tante assenze importanti – Chiellini, Spinazzola, Verratti, Zaniolo, Pellegrini e Immobile le più pesanti – e con la necessità di fare una goleada ad una squadra che non aveva ancora preso gol in casa nelle qualificazioni. Tutto questo, senza schierare una punta di ruolo, giocando in uno stadio infuocato e contro una squadra che non voleva certo sfigurare dinanzi al suo pubblico.
In Svizzera, invece, gli elvetici erano galvanizzati dal pareggio ottenuto all’Olimpico, mentre i bulgari non avevano davvero più nulla da chiedere alla partita, soprattutto giocando in trasferta.
Più che il secondo posto in sé, a destare qualche preoccupazione è il calo azzurro successivo al match contro la Bulgaria, che come tempistiche può ricordare quello avvenuto alla nazionale di Gian Piero Ventura dopo l’umiliazione in Spagna.
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Il calo dell’Italia di Ventura
Il percorso che porterà alla mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018 ha avuto inizio il 2 settembre del 2017 in Spagna: l’Italia di Ventura si presenta con un modulo incredibilmente spregiudicato, senza Chiellini e con la necessità di fare almeno un punto. L’esito è una lezione di calcio che le Furie Rosse infliggono alla nostra nazionale.
Da lì, inizia un crollo verticale che porterà la squadra a vincere con enormi difficoltà contro Israele e Albania e, addirittura, a pareggiare in casa con la Macedonia, uscendo tra i fischi dello Stadio Olimpico Grande Torino.
Il resto della storia è poi abbastanza noto. La sconfitta a Stoccolma, l’ammutinamento dello spogliatoio, l’indimenticabile (purtroppo) incontro di San Siro e l’Italia che si guarda i mondiali dal divano.
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Gli ultimi due mesi e mezzo degli azzurri
Seppur in termini e modalità diverse rispetto a quattro anni fa, nuovamente il 2 settembre è iniziato un altro periodo negativo per la nostra nazionale. Dopo l’inaspettato – e sfortunato – pareggio interno con la Bulgaria, le certezze italiane sembrano essersi piano piano sgretolate. Il match dell’Artemio Franchi è stato il primo di una seria di piccoli errori che, messi insieme, ci hanno fatti finire al secondo posto del Girone C.
Il problema principale è la finalizzazione. Gli ultimi incontri hanno dato la dimostrazione che la colpa non è di Ciro Immobile, spesso al centro delle critiche dell’opinione pubblica, ma di tutta la squadra. Dal match con la Bulgaria, l’Italia ha segnato appena 7 gol in cinque partite del girone di qualificazione, di cui ben 5 arrivate contro la Lituania.
Un altro aspetto (che non può essere un’alibi, ma che deve essere considerato) è stata l’enorme quantità di infortunati o di calciatori non a meglio delle condizioni. Qualunque sia il sorteggio degli spareggi, sarà di fondamentale importanza avere tutti a disposizione, con Leonardo Spinazzola in primis.
L’entità e le motivazioni del calo della nazionale, sono ben diversi rispetto a quelli di quattro anni fa. Speriamo che ad essere diverso sia anche l’esito.
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