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La Serie A è il campionato in cui si segna di più tra i cinque top campionati europei: i numeri e le ragioni del primato del calcio italiano.

Negli ultimi anni il calcio italiano è cambiato tantissimo. Una transizione lenta e inesorabile, che ha portato ormai da tempo la Serie A lontana dal titolo di campionato più prestigioso d’Europa e ha cambiato l’intero volto del sistema calcio in Italia. Il nostro campionato, e il nostro movimento in generale, hanno passato momenti molto duri, sia per quanto riguarda le squadre di club che la Nazionale. Ora, però, il peggio sembra alle spalle, il futuro sembra più luminoso e il calcio italiano sta mostrando un volto completamente nuovo.

Tra i 5 campionati principali in Europa, la Serie A è quello in cui si segna di più. Un dato che va in controtendenza rispetto allo stereotipo del calcio italiano chiuso e difensivista, ma da qualche anno ormai questo calcio ha cambiato pelle, riscoprendosi molto più arrembante e spregiudicato. Vediamo dunque nel dettaglio i numeri realizzativi del calcio italiano, provando a capire le ragioni di tali cambiamenti.

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I numeri della Serie A

Come detto, la Serie A è il campionato in cui si segna di più, stando ai dati Opta. In questa stagione sono 367 le reti realizzate in 120 partite, una media di 3.06 gol a partita. Sotto alla Serie A c’è la Bundesliga, vicinissima con 3.02 gol a partita, più indietro Ligue 1 e Premier, mentre è staccatissima la Liga a 2.43

Nel dettaglio, le milanesi sono le squadre che hanno contribuito maggiormente a questo dati, con l’Inter team leader a 29 reti realizzate e il Milan che segue a 26. Sotto ci sono l’Hellas Verona, vera e propria sorpresa dall’arrivo di Tudor in panchina, e la Lazio a 25, poi il Napoli con 24 chiude la lista delle squadre con 2 gol di media a partita.

Nelle posizioni di fondo troviamo Salernitana e Venezia che, con 10 e 11 gol, sono sotto la media di una rete a partita. Poco sopra invece ci sono Spezia e Cagliari, appaiate a 13 gol realizzati.

Cos’è cambiato?

Ma cos’è cambiato nella Serie A al punto da generare questi numeri? Innanzitutto l’atteggiamento tattico delle piccole. Ormai è sempre più frequente vedere le squadre di fascia minore provare a imporre il proprio gioco, mantenere la propria identità, anche a costo di andare incontro talvolta a pesanti imbarcate. Ciò infatti porta a una maggiore vivacità da parte delle piccole, ma anche a più possibilità di segnare tanto per le big, considerando che sempre più di rado si vedono squadre con atteggiamenti totalmente rinunciatari.

Questo si deve anche al ricambio generazionale che ha coinvolto gli allenatori, con tecnici giovani come Vincenzo Italiano, Ivan Juric, Paolo Zanetti e così via che hanno abbandonato vecchi retaggi tradizionalisti che prevedevano un classico difesa e contropiede, per provare a creare delle squadre con un’identità precisa, tale da sopperire alla mancanza di evidenti mezzi tecnici.

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Infine, banalmente, è aumentata la qualità del campionato. Da qualche anno ormai la Serie A è tornata ad attirare giocatori di un certo livello, non top assoluti, ma comunque calciatori di prima fascia. Inoltre, il calcio italiano sta vivendo un momento abbastanza florido sotto il punto di vista del patrimonio interno, come testimonia la vittoria dell’Europeo in estate, e le squadre stanno trovando anche molte risorse tra le proprie fila.

Fattori che, combinandosi, hanno cambiato volto alla Serie A, aumentando lo spettacolo e, di conseguenza, il numero dei gol. E questa crescita sembra coincidere con un miglioramento complessivo del campionato e del movimento, finalmente.

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