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Alla scoperta di Khvicha Kvaratskhelia, il georgiano che ha appena steso la Svezia: obiettivo principale, non perdersi per strada.

Nella serata di ieri, la Svezia di Zlatan Ibrahimovic è stata protagonista di un vero e proprio suicidio sportivo: contro la Georgia già eliminata, gli svedesi sono stati sconfitti per due reti a zero, facendosi scavalcare dalla Spagna (vittoriosa in Grecia) e vedendo sfumare il sogno di qualificarsi da prima nel girone per i mondiali di Qatar 2022. Adesso soltanto una vittoria a Siviglia, contro le Furie Rosse, potrà ribaltare la situazione.

Il Man of the match della partita è stato senza ombra di dubbio Khvicha Kvaratskhelia, giovane esterno classe 2001 che ha siglato una doppietta.

Fonte: profilo ufficiale Instagram @kvara7

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Kvaratskhelia, carriera e caratteristiche

Nato il Georgia nel febbraio del 2001, Kvaratskhelia ha iniziato nelle giovanili della Dinamo Tbilisi – squadra con la quale ha esordito a sedici anni tra i professionisti -, per poi andarsi a fare le ossa nella seconda serie del suo paese. Qui attira le attenzioni della Lokomotiv Mosca, che dopo una breve esperienza in Russia, decide però di non riscattarlo.

Allora è il Rubin Kazan che fiuta l’occasione, acquistandone il cartellino. Nelle prime due stagioni e mezzo con il nuovo club, il ventenne sta trovando la giusta continuità, sia in termine di presenze che in termine di bonus. Proprio per questo sta attirando le attenzioni di molti club in Europa, tra i quali Milan e Juventus.

La sua duttilità e la capacità di giocare un po’ su tutti i ruoli della trequarti, lo renderebbero un profilo ideale per il 4-2-3-1 di Stefano Pioli. Se riuscisse ad essere più incisivo sotto porta, ci sarebbero tutte le possibilità di diventare un vero e proprio crack a livello internazionale.

Kvaratskhelia

Fonte: profilo ufficiale Instagram @kvara7

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Da Mchedlidze a Kenia, le occasioni mancate in Georgia

Le qualità di Kvaratskhelia non sono assolutamente in discussione, ma visti i precedenti con altri vecchi talenti georgiani, non bisogna sorprendersi se in patria vogliono aspettare ad esaltarsi troppo.

In Italia, il primo che viene in mente è certamente Levan Mchedlidze. L’attaccante classe ’90 era per molti era destinato a diventare un calciatore molto importante. L’imponente struttura fisica e l’ottima tecnica avevano fatto scattare paragoni molto scomodi, ma nelle undici stagioni passate in Italia, il georgiano ha segnato soltanto 21 reti in 175 partite totali.

Un connazionale e coetaneo dell’ex attaccante dell’Empoli era anche Levan Kenia: trequartista mancino dotato di un’ottima tecnica, ha esordito nella massima serie georgiana e con la nazionale maggiore ad appena 16 anni. Quando nel 2008 si è concretizzato il suo passaggio allo Schalke 04, tutti erano pronti a scommettere su di lui, ma nei quattro anni passati in Germania ha raccolto la miseria di 14 presenze e una rete.

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