La prestazione di Kovalenko contro il Torino rilancia le ambizioni di un giocatore che ha trovato, allo Spezia, l’ambiente giusto per imporsi
Qualche anno fa Viktor Kovalenko veniva considerato come uno degli enfant prodige del calcio ucraino. Il suo esordio da minorenne con lo Shakhtar Donetsk aveva fatto brillare gli occhi di mezza Europa, perché mise in mostra un trequartista elegante, di qualità e moderno nello stare in campo.
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Inoltre, Kovalenko ha segnato un po’ la fine dell’era d’oro per il settore giovanile dei Minatori: dopo di lui, con la conseguente esplosione del conflitto del Donbass, lo Shakhtar ha faticato molto nel lanciare nuovi ragazzi di prospettiva. L’Atalanta, da sempre molto attenta ai mercati alternativi, un anno fa ha deciso di acquistarlo.
Kovalenko, rilanciarsi in provincia
Eppure oggi Kovalenko fa le fortune dello Spezia, squadra più giovane della Serie A nonché uno dei laboratori tattici più interessanti d’Europa. Nonostante la compagine allenata da Thiago Motta non abbia grandissime qualità individuali, infatti, regala ogni settimana diversi spunti interessanti.
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Uno riguarda proprio la grande evoluzione dell’ucraino, che con Motta si sta ritagliando uno spazio importantissimo. A confermarlo sono i numeri messi assieme fino a oggi: dopo 12 partite, arrivati alla terza sosta stagionale, Kovalenko ha già sfiorato i 600 minuti in campo, con 1 gol e 2 assist a corredo.
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Lo Spezia, che lo ha preso in prestito dall’Atalanta proprio negli ultimi giorni di mercato estivo, è il contesto ideale per prendere le misure a un campionato nel quale l’ex Shakhtar non ha impattato benissimo. In attesa di tornare alla base, al club che lo ha blindato fino al 2025.
L’evoluzione tattica
Kovalenko nasce trequartista e, ai tempi della sua militanza in patria, in alcune circostanze è stato dirottato sull’esterno offensivo per sfruttarne la qualità in dribbling e nello riempire il campo. Motta, invece, ne ha intuito le caratteristiche di regista e lo ha arretrato di qualche metro.
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Il centrocampista bianconero si è posizionato nel ruolo di referente davanti alla difesa, affiancato da un mediano di rottura con il compito di primo costruttore di gioco. Così facendo, Maggiore ha più libertà di colpire offensivamente e lo Spezia di sfruttare l’ampiezza.
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Contro il Torino è arrivata l’ennesima prestazione di grande spessore, più di quantità che di qualità, ma efficace e propedeutica alla preparazione del match da parte del suo allenatore.
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Le prospettive future
A fine stagione Kovalenko rientrerà all’Atalanta e spera di farlo più maturo e pronto per mettersi a disposizione di Gasperini: “Mi ha detto che è un generale – ha confidato il suo compagno di nazionale Stepanenko – svolge sedute durissime ma lui saprà alla fine prendersi il suo spazio”.
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Spazio che lo scorso anno non è mai stato davvero trovato, nonostante Kovalenko abbia provato ad ambientarsi il più in fretta possibile: “Arrivo da un calcio diverso – raccontò a un giornale ucraino – sto provando a calarmi in questa nuova realtà ma ci sono molte differenze”.
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Amico fraterno di Malinovskyi (“mi ha aiutato tanto e mi ha fatto assaggiare la pasta”), il centrocampista dello Spezia sembra finalmente aver trovato la sua dimensione. Perno dell’Ucraina, pietra angolare delle Aquile. In attesa della consacrazione.
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