Gianluca Caprari sta vivendo una grandissima stagione al Verona: i numeri della sue esplosione e la sua importanza per la squadra di Tudor.
Dopo un inizio molto complesso, l’arrivo di Tudor sulla panchina del Verona ha completamente rilanciato i gialloblu, che hanno dimenticato le difficoltà di inizio campionato e hanno cominciato a macinare punti, gol e risultati. Il tecnico croato ha ristabilito l’antico impianto tattico e comportamentale di Ivan Juric, dando centralità ad alcuni giocatori che stanno facendo le fortune dell’Hellas. Simeone sicuramente, ma anche Gianluca Caprari, che ha preso quello che era il ruolo di Mattia Zaccagni e si sta esprimendo a livelli visti raramente durante la sua carriera.
LEGGI ANCHE: Milan si qualifica agli ottavi di Champions se … le combinazioni
La stagione di Caprari
Arrivato nel finale di mercato dalla Sampdoria, l’attaccante ha esordito nella sconfitta contro il Bologna che è costata la panchina a Di Francesco. Al suo arrivo, Tudor ha deciso di dare fiducia a Caprari nel primo delicatissimo impegno con la Roma di Mou, allora a punteggio pieno, e il grande ex di turno ha ripagato al meglio quella scelta, segnando uno dei gol della grande vittoria dei gialloblu per 3-2.
Da quel momento, l’ex Samp non ha più lasciato il campo, partendo sempre titolare tranne che nei match col Genoa e con l’Udinese, ma entrando in quest’ultimo all’intervallo. In 9 partite, Caprari ha collezionato 3 gol e 4 assist, secondo in quest’ultimo fondamentale dietro a Barella in Serie A. L’impatto di Caprari sul Verona è stato devastante, i numeri sono solo una piccola immagine del suo apporto, che consiste nel dare qualità lì davanti e nell’ispirare quello che, al momento, è l’attaccante più in forma della Serie A: Giovanni Simeone.
LEGGI ANCHE: Un problema (insospettabile) nello spogliatoio del PSG
Caprari nel Verona
Le due partite che fotografano meglio l’importanza di Caprari nell’Hellas sono quelle contro le due romane. L’esordio contro i giallorossi è stato devastante, il grande ex di turno è stato l’uomo decisivo perché riusciva costantemente a creare superiorità sulla fascia sinistra, in tandem con Lazovic, riuscendo nei famosi giochi a tre col mediano che hanno reso tremendamente efficace il gioco di Juric.
Lì Caprari ha segnato un gol, nel poker con la Lazio ha invece servito due assist a Simeone, risultando decisivo proprio con lo stesso lavoro fatto contro l’altra romana. L’inizio e il culmine dell’evoluzione di Caprari nell’Hellas: la sua centralità è diventata sempre più crescente, raggiungendo un grado quasi di perfezione proprio nella sfida contro la squadra di Sarri. Impressiona quanto poco tempo ci abbia messo l’ex Sampdoria a entrare negli schemi di Tudor, ma il motivo del rendimento deriva proprio da questo elemento.
Il tecnico croato, approdando sulla panchina del Verona, ha iniziato il proprio lavoro ripartendo da quello di Juric e rispetto a quella squadra, la pedina mancante era rappresentata proprio da Mattia Zaccagni. Caprari, in sostanza, ha vestito i panni del suo predecessore, trovandosi una tavola già apparecchiata, cui bastava solo sedersi e iniziare a mangiare. Con un ruolo ritagliato per lui e tutte le caratteristiche per ricoprirlo, Caprari si sta riscoprendo a dei livelli altissimi, difficilmente toccati in carriera.
L’obiettivo ora è trovare la costanza, elemento che è sempre mancato all’attaccante. Dalla Roma alla Lazio, Caprari si è inserito nel Verona e ne è diventato un elemento imprescindibile, ora però deve confermarsi, cosa che per lui è sempre stata molto difficile.
Siamo su Google News: tutte le news sul calcio CLICCA QUI