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Sané sta vivendo un sensazionale inizio di stagione al Bayern, che lo ha rimesso lì dove merita di stare: tra i migliori giocatori in Europa.

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Dieci partite di Bundesliga, 3 gol e 3 assist; due partite di Coppa di Germania, 1 gol e 2 assist; quattro partite di Champions League, 4 gol e 4 assist. Sono quasi perfetti, e non mentono, i numeri di Leroy Sané in questo inizio di stagione.

A 25 anni, è ormai divenuto un elemento imprescindibile del Bayern Monaco, una delle principali candidate alla conquista della Champions e, chiaramente, favorita d’obbligo in Germania. Ma questi dati sono anche una bella rivincita per un giocatore che, solo pochi anni fa, non era ritenuto indispensabile né al City né in Nazionale.

Genio e sregolatezza

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Sané è uno dei tanti calciatori che hanno beneficiato enormemente dei metodi di Pep Guardiola, che nel 2016 spinse il Manchester City a pagare 52 milioni di euro allo Schalke 04 per assicurarsi un ragazzo all’epoca appena 20enne, ma già di grande prospettiva.

 

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Sotto la guida dell’allenatore catalano, Sané si è affermato come un attaccante dal bagaglio tattico e tecnico di prim’ordine, arrivando a chiudere due stagioni in doppia doppia: 14 gol e 19 assist nel 2017/2018, e 14 gol e 16 assist nel 2018/2019.

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All’epoca era ritenuto una delle principali stelle del City, con un blasone superiore anche a De Bruyne. Ma in Germania era spesso oggetto di critiche, accusato di incidere poco sul gioco della squadra e di non riuscire a imporsi come il leader tecnico che avrebbe dovuto. Sopravvalutato secondo molti, nell’estate del 2018 venne addirittura bocciato dal ct Low, che lo tagliò dalla rosa dei Mondiali.

Anche al City, però, la sua posizione era alquanto ambigua: nonostante i grandi numeri, Guardiola decise a sorpresa di escluderlo da entrambi i quarti di finale di Champions della stagione successiva, contro il Tottenham. Poi arrivò anche un brutto infortunio, la rottura del legamento crociato dell’agosto 2019, che gli fece saltare di fatto tutta l’annata seguente. Da qui, la decisione di non rinnovare e cambiare aria.

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Il Bayern e (finalmente) il nuovo Sané

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Per un giocatore che fino a pochi mesi prima era valutato 100 milioni, passare al Bayern Monaco per solo 60 (19 più 11 di bonus) era un chiaro segno della svalutazione che aveva subito in così poco tempo. E le critiche, comunque, lo hanno seguito anche in Baviera.

Le solite, quelle di essere un grande talento ma troppo discontinuo, nonostante le cifre che mette a referto. È quello che disse Rummenigge dopo un match del gennaio 2020 contro il Leverkusen, in cui Flick schierò l’ex-City al posto di Coman, per poi farlo uscire dopo circa mezzora.

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Ha chiuso la scorsa stagione, la prima da ritorno in Germania, con 10 gol e 12 assist, ma non sono bastati a migliorare la sua reputazione. Soprattutto per le prestazioni in Nazionale, con Low che lo ha portato agli Europei, ma schierandolo titolare solo in una partita. Nel frattempo, il suo rendimento è divenuto argomento di dibattito in tv, con alcuni opiniosti convinti che Guardiola lo avesse lasciato partire perché non credeva più potesse migliorare.

Ma il Sané di questi mesi è tutto un altro giocatore: presente, decisivo, costante. Forse a 25 anni ha finalmente raggiunto la maturità caratteriale, o forse è tutto merito del nuovo approccio di Julian Nagelsmann, allievo di quel Ralf Rangnick da sempre grande estimatore dell’ala di Essen, fin da quando lo incrociò nelle giovanili dello Schalke e, qualche anno dopo, provò a portarlo a Lipsia.

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