Il PSG ha un grande problema nello spogliatoio: quasi nessun componente della rosa parigina parla francese, e per alcuni questo è un problema.
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L’avversario più ostico della super-rosa del PSG? Facile, è la lingua francese. Fonti giornalistiche riportano come nella dirigenza stia crescendo la preoccupazione circa l’uso sempre più scarso della lingua nazionale all’interno della squadra più forte e in vista di Francia.
Se da un lato il multuculturalismo è molto apprezzabile nel mondo di oggi, dall’altro c’è chi ritiene che il fatto che il paese sia rappresentato dal calcio da una squadra che di francese non ha praticamente nulla possa essere un problema per l’intero movimento.
Le tante lingue dello spoglitoio del PSG
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Basta dare un’occhiata alla rosa per rendersi conto della situazione: nei 36 giocatori registrati dal PSG in questa stagione, solo 14 sono di madrelingua francese. Se escludiamo il quarto portiere Leterrier e i vari giocatori della Primavera occasionalmente aggiunti ai titolari per tappare i buchi, questo numero scende a 6.
Come segnalato da Marca, la vera lingua dello spogliatoio parigini è in realtà il castigliano, la lingua ufficiale della Spagna, ma anche di gran parte del Sud e Centro America. A parlarla non sono solo gli spagnoli come Herrera, Bernat e Ramos, ma anche elementi di spicco come Navas, Hakimi, Di Maria, Icardi, Messi e pur Neymar, che ha giocato in Liga, oltre ovviamente all’allenatore Pochettino e al suo staff.
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Poch alterna lo spagnolo all’inglese, che ha dovuto imparare quando divenne tecnico del Tottenham (in precedenza, al Southampton, usava un interprete). È dal 2016, infatti, che il PSG non è allenato da un francese, e nella rosa quasi nessuno si esprime nella lingua locale, nemmeno veterani come Neymar e Di Maria.
E mentre nuovi arrivi come Messi e Nuno Mendes non capiscono una sola parola nella lingua di Parigi, alcuni francofoni come Gueye e Diallo hanno preso a parlare quasi esclusivamente in inglese. Anche Mbappé si starebbe sforzando di parlare inglese e spagnolo per farsi capire dai compagni, cosa che magari gli tornerà presto utile se dovesse trasferirsi al Real Madrid.
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Cosa c’è che non va
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L’Equipe ha spiegato che fino a non molto tempo fa ai giocatori stranieri che arrivavano al PSG veniva chiesto di imparare il francese almeno a livello elementare, ma di recente le cose non stanno più così. Il massiccio afflusso di stelle internazionali, dovuto alla nuova proprietà (anch’essa, peraltro, non francofona) ha reso difficile mantenere lo standard.
Questo non rappresenta un problema per la comunicazione all’interno della squadra, che infatti, è prima in campionato e l’anno scorso è arrivata in semifinale di Champions, ma crea qualche malcontento per motivazioni più simboliche.
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Da un decina d’anni, il PSG domina il calcio francese ed è tra le squadre più forti d’Europa, ma viene visto da molti come un oggetto estraneo nella Ligue 1. Sebbene sia il club della capitale, è più una squadra cosmopolita, un all-star team internazionale con un minimo legame con il territorio. Infatti, è difficile per i giovani francesi emergere in prima squadra: tra i titolari c’è un solo ragazzo uscito dalle giovanili, Kimpembe, mentre la maggior parte vengono regolarmente ceduti.
Il calcio francese sforna talenti a ciclo continuo, ma questi giocatori tradizionalmente vengono esportati nei più ricchi campionati stranieri prima di compiere 25 anni. L’esplosione del PSG non ha fatto da traino a un consolidamento dei club locali, ma piuttosto a un generale indebolimento. Le critiche per la carenza dell’uso del francese nello spogliatoio, quindi, sono più che altro la spia di un problema più grande: quello di una squadra avvertita sempre più come qualcosa di slegato dal tessuto socio-sportivo della Francia.
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