Pioli come Guardiola? Il paragone di Lele Adani fa senza dubbio discutere, ma può forse avere un senso. Proviamo a capire.
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Un paragone destinato a far discutere, quello tra Stefano Pioli e Pep Guardiola: lo ha fatto l’opinionista Rai Lele Adani alla Bobo TV su Twitch, di cui è da sempre una delle voci di punta. In particolare, il commentatore televisivo mette a confronto il gioco del Milan di oggi con quello del Bayern Monaco allenato dal catalano tra il 2013 e il 2016.
Così a prima vista, il confronto non può che far storcere il naso: sebbene Pioli sia in testa alla Serie A da imbattuto con i rossoneri, si tratta di un allenatore che non ha mai avuto i crismi del profeta del calcio come invece vale per Guardiola, e a 56 anni non ha ancora vinto alcun titolo rilevante.
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Eppure, il Milan sta giocando a grandi livelli quest’anno, si trova sorprendentemente in testa al campionato e sta rivelando grande solidità nei vari reparti del campo nonostante l’età media molto bassa della sua rosa. Al punto che non è solo Adani a scomodare paragoni illustri: anche per Mario Sconcerti su Calciomercato.com si può accostare Pioli a Guardiola.
Piola come Guardiola: cosa dicono Adani e Sconcerti
Per prima cosa, occorre capire innanzitutto qual tesi mette a confronto i due allenatori. Adani ha infatti fatto un paragone molto specifico: “Quando [il Milan, ndr] attaccava si piazzava spesso con il 3-1-1-5, con Kessie in mezzo ai due difensori centrali. È una cosa che ho visto fare per la prima volta al Bayern Monaco di Guardiola. Gli esterni si alzano oppure si accentrano. Leao fa il trequartista, Calabria entra in campo come mezzala”.
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L’opinionista Rai non ha quindi detto che Pioli vale Guardiola in senso assoluto, ma ha paragonato un preciso aspetto del gioco del Milan attuale con qualcosa di simile che Guardiola aveva già sperimentato qualche anno fa al Bayern Monaco. Più che equiparare i due, quindi, stava dicendo che il tecnico del Milan ha studiato quello oggi al Manchester City.
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Infatti subito dopo Adani ha aggiunto che altri allenatori si sono lasciati ispirare dal catalano: “Penso a Guardiola perché è l’esempio, lui ha aperto gli occhi a tutti. Dentro questa filosofia ci sono Nagelsmann, Rose…”.
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Sconcerti ha poi ampliato il discorso, sostenendo che il Milan di Pioli pratichi un calcio molto innovativo, specialmente per l’ambito italiano. “Pioli ha fatto qualcosa in Italia che pochi sono riusciti a fare. Ha preso una squadra alla deriva e poco per volta l’ha portata a essere forse la migliore d’Italia”.
Inserendo Guardiola nel discorso, il giornalista si domanda se lo spagnolo si sarebbe comportato allo stesso modo se si fosse trovato al Milan. Nel corso della sua carriera, Pep si è infatti sempre trovato a dover far progredire, spesso anche attraverso riforme radicali, squadra già solide e vincenti, vedendo facilmente soddisfatta ogni suo desiderio sul mercato. Un approccio molto lontano a quello che si è potuto permettere Pioli.
Pioli come Guardiola, chi ha ragione?
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Considerando le esatte parole di Adani e Sconcerti, si può convenire che il paragone non è poi così campato in aria, anche se chiaramente è pensato per fare grande rumore. Principalmente perché da un lato abbiamo un allenatore poco quotato, che ha fatto una lunga gavetta e che è arrivato al Milan senza grandi aspettative, mentre dall’altra abbiamo un predestinato rivoluzionario con la bacheca piena di trofei.
“Per me è il miglior allenatore al mondo, ho cercato di prendere esempio da tutti per migliorare e crescere” ha spiegato Pioli in conferenza stampa, quando gli è stato sottoposto il confronto con il collega catalano. Ed è una conferma di quanto detto da Adani: l’allenatore del Milan è stato ispirato dal gioco di Guardiola, ma le similitudini si fermano a questo, per il momento.
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Anche perché in queste due stagioni il Milan ha dimostrato sì una grande crescita a livello di gioco, ma ha saputo affermarsi più in Italia che all’estero. L’anno scorso faticò ai gironi di Europa League contro il Lille e poi di nuovo ai sedicesimi contro la Stella Rossa. Quest’anno ha offerto delle ottime prove in Champions contro Liverpool e Atletico, pur perdendo (come avvenuto una stagione fa contro il Manchester United), ma ha poi ceduto contro il Porto e adesso è a rischio eliminazione dalle coppe internazionali.
Attualmente, il confronto Pioli-Guardiola non può che limitarsi ad alcune soluzioni tattiche che il primo ha preso ad esempio dal secondo. La differenza di trofei conquistati e di prestazioni fuori dai confini nazionali rende ancora impossibile estendere il discoso ad altri aspetti.
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