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La brutta sconfitta contro il Liverpool ha riaperto una vecchia diatriba sulla costruzione della rosa difensiva da parte del Manchester United

Spendere tanto non significa spendere bene. Questo, più o meno, è il sunto degli ultimi anni del Manchester United, una delle società che sul mercato ha investito più soldi di tutti non riuscendo, tuttavia, quasi a vincere nulla.

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In Inghilterra la situazione dei Red Devils è stata oggetto di varie diatribe, ma c’è un punto sul quale tutti gli opinionisti concordano: negli anni, la dirigenza mancuniana non è mai stata in grado di costruire una difesa adeguata al livello della squadra.

Solskjaer

Fonte immagine: InsideFoto

Tanti soldi e zero resa: il paradosso della difesa

Lo 0-5 subito contro il Liverpool ha riaperto quindi una questione ampiamente dibattuta, che riguarda i tanti soldi spesi sul mercato da Manchester United per costruire un pacchetto difensivo oggettivamente sotto la media.

Mentre da centrocampo in su la squadra ha qualità da vendere, infatti, dietro si fa perfino fatica a costruire una linea a quattro minimamente affidabile. Numeri alla mano, negli ultimi cinque anni la dirigenza inglese ha provato in tutti i modi a potenziare la difesa, fallendo sistematicamente.

Secondo Transfermarkt, per sei acquisti tra centrali e terzini nell’ultimo lustro è stata messa mano al portafoglio per circa 250 milioni di euro, la maggior parte dei quali – se non praticamente tutti – non sono serviti ad apportare oggettivi miglioramenti a un reparto che ancora oggi fa acqua da tutte le parti.

Gli sprechi del Manchester United

In realtà, allargando lo spazio temporale, ci si rende conto che le spese pazze per la difesa iniziarono già nel 2014, quando il Manchester United acquistò per poco più di 75 milioni di euro il trio composto da Luke Shaw, Daley Blind e Marcos Rojo, tutta gente che difficilmente lascerà un grande ricordo.

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L’anno successivo, invece, a Old Trafford arriva Matteo Darmian in cambio di 18 milioni di euro. Pochi, considerando il contesto economico inglese, ma tanti tirando le somme dell’esperienza in Inghilterra del laterale oggi all’Inter.

Nel 2016 lo United acquista Eric Bailly dal Villarreal, firmando un assegno da quasi 40 milioni di euro: l’ivoriano, scelto da Mourinho, ancora oggi è un oggetto misterioso alla pari di Viktor Lindelof, arrivato un anno dopo dal Benfica per 35 milioni di euro.

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Poi è stato il turno di Diogo Dalot, pagato 22 milioni di euro al Porto per collezionare una manciata di presenze e poi finire al Milan, che quest’estate lo ha rispedito in Premier League. Tutto questo in attesa del ‘capolavoro’ del 2019, quando la dirigenza spende 89 milioni di euro per Harry Maguire e 55 per Aaron Wan Bissaka, e del ‘colpo’ estivo recente che ha portato in dote Raphael Varane.

Luke Shaw - Manchester United

Fonte immagine: profilo Ig @LukeShaw

Problemi singoli e di squadra

Ma perché, nonostante questi esborsi record, il Manchester United non ha mai veramente sistemato la difesa? In parte il motivo è da ricercare nel fatto che i tanti soldi spesi hanno portato, semplicemente, giocatori non di altissima qualità.

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Il fatto è che in Inghilterra, soprattutto nel mercato interno, le valutazioni sono da capogiro e molto spesso non coincidono col reale valore del calciatore. Per un paio di buone stagioni, vedi ad esempio il caso Maguire, i cartellini prendono valutazioni totalmente fuori mercato.

La scarsa qualità dei singoli si ripercuote quindi sulla tenuta collettiva. Nel caso dei Red Devils, da centrocampo in su la squadra è molto forte, crea e segna discretamente, ma non è sorretto da quella solidità difensiva che un modulo così offensivo richiederebbe.

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Solskjaer, dal canto suo, pare non averci mai messo mano veramente, accontentandosi di segnare un gol più dell’avversario. Tattica rischiosa, come dimostrato dai vari big match che il suo United ha sistematicamente perso. E ora, come da indiscrezioni, potrebbe il primo e unico a pagare dazio.

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