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Kevin De Bruyne, dopo la sconfitta contro l’Italia, ha parlato del fallimento della generazione d’oro del Belgio, analizzando un elemento fondamentale.

È arrivata un’altra delusione per il Belgio: i diavoli rossi sono arrivati quarti nella Nations League, perdendo anche la finalina con l’Italia dopo la sconfitta contro la Francia in semifinale. Un altro fallimento per la generazione d’oro belga, che sta sprecando i propri anni migliori senza ottenere successi, col rischio di rimpiangere tantissimo queste disfatte. Kevin De Bruyne però, nel postpartita del match con l’Italia, ha offerto un altro punto di vista sulla Golden generation belga.

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Le parole di De Bruyne

“Con gol dovuto rispetto, siamo solo il Belgio. Siamo arrivati con una nuova generazione e oggi non abbiamo avuto molti giocatori. Top players come Eden e Romelu… Dobbiamo essere realistici con la squadra che abbiamo. Italia e Francia hanno 22 top players, noi no”.

Così De Bruyne smonta un po’ quella che è stata, ed è ancora oggi, la Golden generation del calcio belga. Negli ultimi anni il Belgio è stato una fucina di campioni e ha allestito una Nazionale impressionante, perdendo però puntualmente l’occasione per fare il salto di qualità e fallendo sempre l’appuntamento col successo. Le eliminazioni ai quarti di finale dell’Europeo contro l’Italia e in semifinale di Nations League contro la Francia sono le ultime tappe di questo fallimento.

Ma De Bruyne è un po’ più cinico, smonta la grandezza del Belgio, parlando dell’assenza di veri top players, a dispetto invece di una serie di buono giocatori, che non hanno però il pedigree del fenomeno.

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Ha ragione De Bruyne?

Difficile dirlo, ma in linea di massima no. I top players assoluti del Belgio sono sicuramente un gruppo ristretto: lo stesso De Bruyne, Lukaku, Courtois, a sprazzi Hazard. Ma c’è un contorno impressionante di ottimi giocatori. Ad eccezione della Francia, nemmeno le altre Nazionali sono un agglomerato di top players assoluti, nemmeno la stessa Italia.

Dunque il discorso di De Bruyne può sembrare giusto per alcuni versi, ma non giustifica i continui fallimenti del Belgio, che aveva tutte le carte in regola in questi anni, e le avrà anche nel prossimo Mondiale, per fare bene e vincere. Servirebbero forse meno scuse e la maggiore consapevolezza di essere un’ottima squadra, senza nascondersi dietro la scarsa tradizione, questa oggettiva, del Belgio.

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