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Ranieri

Fonte: profilo ufficiale Twitter Ranieri

Claudio Ranieri è il nuovo allenatore del Watford e siamo tutti più rilassati. Un tecnico così non poteva mancare nel calcio europeo, anche se in una squadra apparentemente di secondo piano.

L’allenatore di Testaccio sarà anche il più anziano tra i colleghi attualmente in carica nei maggiori campionati europei con i suoi quasi 70 anni (li compirà il 20 ottobre).

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Niente gladiatori

Il Watford ha scelto Ranieri dopo una partenza discreta a cui ha fatto seguito un crollo evidente.

Vittoria alla prima giornata contro il più quotato Aston Villa, poi tre sconfitte consecutive e infine 4 punti nelle successive 3 partite.

A pagare per tutti è stato Xisco, ex attaccante giramondo che aveva portato il Watford in Premier, ma che non ha retto al livello della massima serie.

Xisco che di Ranieri potrebbe essere tranquillamente il figlio, visto che è del 1980. E che era stato allenato dal tecnico romano per una stagione al Valencia, nel 2004-05.

Niente, silurato per non essere riuscito a “dare coesione alla squadra”. Peccato per Xisco, che aveva ammesso di ispirarsi come allenatore a Rafa Benitez e che ai suoi giocatori ha chiesto in qualche occasione di essere “come dei gladiatori”.

Chissà se adesso sarà Ranieri a proporre l’idea dei gladiatori per i suoi ragazzi, a partire da un attacco in cui, escluso Sarr (la gemma del club), c’è poca roba.

Il Watford, infatti, è la squadra che tira meno di tutta la Premier: 10 volte a partita. Nonché la terz’ultima per palloni recuperati (7.1 a gara).

Certezze

Si potrebbe quasi azzardare che non ci fosse tecnico migliore di Ranieri su piazza per il Watford.

Perché l’allenatore testaccino conosce la Premier ed è l’ideale per squadre non di primissimo piano, ma in crisi. Ha fallito, di recente, di fatto solo al Fulham, un ambientino dove negli ultimi anni il fallimento è stato di casa.

Alla Sampdoria, invece, nella sua ultima esperienza, è planato in puro stile “Tinkerman“, il suo storico soprannome (inglese peraltro), “l’aggiustatore”. Di Francesco era stato un flop, meglio il buon Claudio.

Ranieri avrebbe dovuto esserlo anche al Leicester, in quella che invece nel 2016 diventò un’avventura capace di unire gli appassionati di mezza Europa nel tifo per “le Foxes”, campioni della Premier contro ogni pronostico.

Già allora gli davano dell’anziano, in realtà da prima ancora: “Ranieri è troppo vecchio per vincere”, parole e musica di José Mourinho del 2008. Poi il portoghese si sarebbe scusato.

Finita male l’avventura col “suo” Leicester, sostituito da un certo Shakespeare (no, non quel Shakespeare), che attualmente fa l’assistente all’Aston Villa, non ha mai proposto sogni, ma solide realtà, come lo slogan di una nota pubblicità di qualche anno fa.

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In un’Europa dove l’allenatore giovane è “a prescindere più bello”, Ranieri va controcorrente e a testa alta.

Non è un Nagelsmann o un Guardiola, che sembra sempre giovane anche se ha 50 anni, non ha nulla del moderno se non un’innata praticità.

Un “risultatista” per quelle squadre, come già detto, che hanno bisogno come l’aria di punti e di tranquillità.

Difficilmente cambierà qualcosa tatticamente Ranieri al Watford, non ce n’è bisogno. Dirà ai giocatori di tirare verso la porta, anche perché peggio di così non si può.

Se poi sarà 4-4-2, 4-2-3-1 o 4-3-3 poco cambia. Parlerà italiano con Kucka e Masina e magicamente gli si aprirà lo spogliatoio. Poi vabbé, c’è la famiglia Pozzo come proprietaria del club, una famiglia che conosceva Ranieri e le sue qualità.

Si confronterà con colleghi che potrebbero essere suoi figli, che hanno studiato molto e che devono sempre essere sul pezzo, perché la Premier è un campionato dove il livello è altissimo.

Tuchel, Klopp, Guardiola, Solskjaer: e poi Rafa Benitez, Nuno Espirito Santo, Brendan Rodgers, giù giù fino a Patrick Vieira e Mikel Arteta. Quest’ultimo, il più giovane dei 20 tecnici della Premier coi suoi 39 anni.

Il Watford adesso è 15esimo. Pronti-via e ci sarà il Liverpool da affrontare in casa, l’aggiustatore Ranieri contro l’heavy-metal di Klopp: 3 precedenti, 2 vittorie a una per il tedesco. Comunque vada tra 10 giorni, una partita da non perdere.

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