Il Venezia, in mancanza di qualità, sta provando a costruirsi una salvezza per vie traverse: ecco un’interessane statistica sui lagunari
Dopo una vittoria e quattro sconfitte, per il Venezia è arrivato anche il momento di archiviare il primo pareggio stagionale: nel posticipo del sesto turno di Serie A i lagunari hanno pareggiato 1-1 in casa contro il Torino.
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La rete che ha permesso alla squadra di Zanetti di tornare a muovere la classifica è stata segnata da Mattia Aramu, ex del match, su calcio di rigore. Un rigore arrivato per fallo in area di Djidji su Okereke, al termine però di un’azione manovrata e studiata a tavolino.
Venezia, una squadra di corridori
La mancanza di qualità, o comunque la consapevolezza di essere inferiori alla maggior parte delle squadre di Serie A, ha portato Zanetti a imbastire un discorso tattico improntato principalmente sulle doti fisiche e aerobiche dei suoi ragazzi.
I dati ufficiali presi dal sito della Lega Serie A, infatti, vedono il Venezia come la seconda squadra per chilometri percorsi dell’intero campionato, dietro – ma di poco – alla Lazio. Se gli arancioneroverdi possono quindi sperare di rimanere aggrappati al sogno salvezza, molto del merito passerà dalla condizione fisica.
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Lo staff di Zanetti dovrà essere bravo a gestire l’intera stagione, calibrando i carichi di lavoro su un gruppo che, a livello di numeri e statistiche offensive, gira su medie tra le peggiori dell’intera Serie A. Corsa, intensità, raddoppi costanti e chiusura totale delle linee di passaggio avversarie: come contro il Torino, dove i lagunari hanno legittimato e meritato il pareggio per la tanta applicazione messa in campo.
Modulo fisso, uomini no
Zanetti ha confermato il 4-3-3 per tutto questo primo stralcio di stagione. Il tecnico della promozione non vuole che la sua squadra rinunci a giocare a calcio: piuttosto, preferisce di volta in volta cambiare i protagonisti in campo.
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Il Venezia fa rotazioni in tutti i reparti: contro il Torino mancava Caldara e con Ceccaroni ha giocato Svoboda, mentre a sinistra Schnegg è stato preferito a Molinaro e in mezzo, con Vacca e Busio, ha giocato Crnigoj al posto di Fiordilino.
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Si è visto per la prima volta Ampadu, Johnsen per la prima volta ha fatto la punta centrale, permettendo così a Okereke di far impazzire Djidji. Insomma, identità e principi prima di tutto. Questo è l’unico modo che ha la squadra per poter sperare in una salvezza a oggi molto difficile.
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