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Deulofeu non è certo arrivato all’Udinese con chissà quale clamore, ma in questa stagione si sta imponendo coi suoi dribbling come l’erede di Rodrigo De Paul

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Era lecito domandarsi cosa attendersi dall’Udinese, dopo la perdita di un elemento determinante come Rodrigo De Paul, volato alla corte madrilena di Simeone e di fatto non sostituito, se non dall’arrivo del giovane (e finora poco utilizzato) Samardzic.

A salire in cattedra, in questo inizio di stagione, è stato però Gerard Deulofeu, promessa mancata del Barcellona con un infruttuoso passaggio anche dal Milan, che a 27 anni è ancora in cerca della sua dimensione. I numeri suggeriscono, però, che con Gotti potrebbe aver trovato ciò che cercava.

L’inizio di campionato di Deulofeu

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Una stagione che era iniziata dalla panchina, sia contro la Juventus che contro il Venezia, ma da subentrante Deulofeu ha dimostrato di poter essere una risorsa preziosa per l’Udinese, andando in gol in entrambi i match e contribuendo a portare a casa 4 punti per i friulani.

Per esperienza, livello tecnico e carisma, il catalano ha tutte le carte in regola per diventare il nuovo leader della squadra di Gotti, ora che non c’è più De Paul. Nella scorsa stagione, infatti, la presenza dell’argentino aveva limitato l’emergere di Deulofeu, che non era mai riuscito a imporsi come titolare, e anche a causa dei frequenti infortuni non aveva lasciato un gran segno sulla stagione bianconera.

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Ora la musica sembra essere cambiata, e lo dimostra anche il dato sui dribbling riusciti: solo contro la Fiorentina, domenica scorsa, l’ex-milanista ne ha realizzati 8, record assoluto in una singola partita di Serie A in queste prima sei giornate. Complessivamente, le sue statistiche in questa specialità lo hanno portato a quota 13, settimo tra i migliori dribblomani d’Italia dietro a gente come Boga, Djuricic, Zaniolo, Malinovskyi, Felipe Anderson e Rafael Leão, ma davanti a Chiesa, Nandez e Damsgaard.

Numeri considerevoli, se pensiamo che da qualche anno Gerard Deulofeu veniva ormai considerato un talento incompiuto, sebbene dopo l’addio al Milan avesse vissuto un paio di ottime stagioni in Premier League con il Watford, l’altro club della famiglia Pozzo.

L’eredità di De Paul

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Nato come ala mancina, il catalano in questi anni ha rivestito vari ruoli del fronte offensivo, qualificandosi sempre di più come una mezza punta che rende al meglio se libera di svariare. Gotti sta dimostrando di voler sfruttare questa libertà di movimento e d’invenzione, unita alle naturali doti da esterno, per avere a disposizione un giocatore fondamentale nel possesso palla e nell’impostazione del gioco.

Il modello è chiaramente quello di Rodrigo De Paul, che proprio sotto il tecnico ha raggiunto l’apice della sua maturazione come giocatore. Se l’anno scorso Deulofeu era infatti un po’ un oggetto misterioso nella strategia dell’Udinese, ora che l’argentino ha ceduto il suo posto in squadra sembra aver definitivamente trovato posizione sia in campo che nello spogliatoio.

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E adesso, Deulofeu punta anche ad ereditare il ruolo di De Paul come re dei dribbling in Serie A, titolo conquistato proprio dall’argentino nella scorsa stagione, quando con 122 azioni di questo tipo completate risultò davanti sia a Messias che allo specialista Boga.

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