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La prima Champions League vinta dal Barcellona di Messi e Guardiola: il primo grande successo di una delle coppie più iconiche del nostro calcio.

Uno dei binomi più iconici nella storia del calcio è sicuramente quello formato da Lionel Messi e Pep Guardiola. Il genio in campo e quello in panchina. L’uomo che ha rivoluzionato tatticamente il gioco e quello che lo ha arricchito di note poetiche e deliziose, più di chiunque altro. Un duo che ha vinto tutto, eternizzandosi proprio a partire da un successo ottenuto nella Città Eterna, la prima Champions League alzata al cielo che è insieme principio e summa della leggenda Messi-Guardiola che ha cambiato la storia del calcio.

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Il cammino europeo

L’avventura di Pep Guardiola al timone dei blaugrana inizia nel maggio 2008, quando subentra a Frank Rijkaard dopo un anno alla guida del Barcellona B. In quella squadra inizia a splendere l’astro di Leo Messi ed è subito chiaro che, l’alchimia tra i due, può essere la chiave per il successo dei catalani.

Il cammino europeo nella Champions League 2008/2009 inizia dai preliminari, col Barcellona che supera agevolmente i polacchi del Wisla Cracovia, vincendo 4-0 al Camp Nou e perdendo 1-0 fuori casa. I catalani passano brillantemente anche il girone, chiuso al primo posto davanti a Sporting Lisbona, Shakhtar Donetsk e Basilea, perdendo solo all’ultima giornata, inutile, in casa con gli ucraini e pareggiando, sempre al Camp Nou, contro il Basilea. Per il resto, la squadra di Guardiola colleziona solo vittorie.

Arriva così la fase finale della competizione e agli ottavi il Barcellona si libera di un decadente Lione, pareggiando 1-1 in Francia e vincendo 5-2 al Camp Nou, siglando un impressionante 4-0 dopo 43 minuti che porta le firme di Henry (doppietta per lui), Messi ed Eto’o.

Ai quarti di finale arriva un’altra impressionante prova di forza, con il Barcellona che piega il Bayern Monaco al Camp Nou con un netto 4-0, maturato, come contro il Lione, nel primo tempo. Le firme sono sempre le stesse, ma stavolta è Messi a fare doppietta. Al ritorno in Baviera la gara si conclude sull’1-1 e il Barcellona vola in semifinale di Champions League.

Le polemiche e la finale

Il Barcellona fino a questo momento è stato uno schiacciasassi. La squadra di Pep Guardiola, con l’incedere della stagione, si è formata, assumendo i connotati di una vera e propria macchina da guerra. Il nascente tiki-taka con cui i catalani ipnotizzano gli avversari rende spumeggianti e spettacolari le partite del Barcellona, che diverte e si diverte, giocando bene e segnando tanto.

In semifinale però il Barcellona si trova di fronte un’altra grande squadra, dall’anima totalmente diversa. Lo spettacolare Barça incrocia il concreto e possente Chelsea, in una sfida destinata a rimanere incisa a fuoco nella storia del calcio.

L’andata al Camp Nou finisce 0-0, coi londinesi che con ordine e disciplina reggono l’urto dell’offensiva blaugrana. Nel match di ritorno, a Stanford Bridge, Essien porta avanti i Blues dopo appena 9 minuti, dando il via a un match ricco di emozioni e di polemiche.

Il Barcellona cerca il pareggio, il Chelsea vuole chiudere la pratica. Alla fine è Andres Iniesta a compiere la magia che decide la sfida, segnando il gol del pari al 93’ con un bellissimo tiro dal limite dell’area che s’infila sotto l’incrocio dei pali. Una rete che, in virtù della regola dei gol in trasferta, qualifica il Barcellona alla finalissima, ma che fa esplodere mille polemiche nel postpartita.

Il grande protagonista della serata, oltre a Don Andres, è l’arbitro Ovrebo, la cui conduzione di gara diventa frutto di infiniti dibattiti, col Chelsea che, nel corso della sfida, ha reclamato ben quattro calci di rigore. Dopo il gol di Iniesta e la fine del match si scatena un incredibile parapiglia, con Drogba portato via a forza e tutto il Chelsea infuriato col direttore di gara norvegese.

Nonostante tutte le polemiche, destinate a protrarsi addirittura per anni, il Barcellona strappa il pass d’accesso alla finalissima di Roma.

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La finale di Champions

Alla sua prima esperienza da allenatore, Guardiola è in finale di Champions. Non solo, perché il suo Barcellona ha vinto anche la Liga e la Copa del Rey. Il successo a Roma significherebbe triplete, al primo anno da allenatore. Un’impresa oltre ogni immaginazione.

All’Olimpico però il Barcellona si troverà di fronte un’altra squadra inglese, il Manchester United che, appena un anno prima, aveva alzato al cielo la coppa dalle grandi orecchie, battendo proprio il Chelsea nella finale di Mosca. L’attesa per questo confronto è alle stelle.

La finale in realtà non ha molto da dire. I blaugrana passano dopo appena 9 minuti, con Eto’o che raccoglie un passaggio di Iniesta, dribbla Vidic e anticipa la scivolata di Carrick con un tiro esterno che buca van der Sar. I catalani fanno la partita, è un monologo che si fa manifesto della superiorità blaugrana. Quello strazio per lo United termina di fatto al minuto 69, quando Messi svetta in cielo e di testa segna uno dei gol più iconici della storia del calcio.

È il 27 maggio 2009. Il Barcellona, allo stadio Olimpico di Roma, batte il Manchester United e vince la Champions League. La prima che porta la firma di Messi e Guardiola, un successo storico che fa da massima espressione di una delle squadre più forti di sempre.

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