Il Cagliari è passato da Zeman a Mazzarri in sette anni: cosa non è andato nel progetto di Tommaso Giulini.
Era il 10 giugno 2014, dopo 22 anni terminava la presidenza Cellino al Cagliari e iniziava l’era di Tommaso Giulini. Una ventata di aria fresca in Sardegna, col nuovo numero uno che affida la panchina dei sardi a Zdenek Zeman, con l’obiettivo di iniziare un nuovo ciclo sotto la saggia supervisione del tecnico boemo. Sette anni dopo, di quel disegno non è rimasto più niente: sulla panchina del Cagliari siederà Mazzarri, l’antitesi ideologica di Zdenek Zeman, e il Cagliari ha abbandonato qualunque velleità per ambire solo a salvezza da conquistare a tutti i costi.
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Da Zeman a Mazzarri: il naufragio del progetto Cagliari
La visione del nuovo Presidente si dimostra subito tremendamente errata. L’avventura di Zeman sulla panchina del Cagliari si rivela fallimentare, col boemo esonerato a metà campionato, poi richiamato alla fine, solo per retrocedere al termine della stagione.
Dopo un solo anno in B, il Cagliari riconquista la massima serie sotto la guida di Massimo Rastelli e nell’estate 2016 il progetto di Giulini riprende vigore, con acquisti di rilievo come Borriello e Bruno Alves. L’undicesimo posto del primo anno fa ben sperare, ma a partire dalla stagione 2017-2018 il progetto del Cagliari, e di Giulini, naufraga in maniera fragorosa, con i sardi che entrano in un loop di cambi di allenatore e salvezze disperate che sembra senza fine.
In quattro anni si avvicendano addirittura sei allenatori sulla panchina del Cagliari, col settimo, Walter Mazzarri, che inizierà il proprio percorso dalla prossima giornata di campionato. In mezzo, il miglior piazzamento dei sardi in campionato è stato il 14^ posto della stagione 2019-2020. Altro che sogni di gloria.
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Cosa non è andato nel Cagliari di Giulini
È lecito domandarsi cosa non sia andato in questi sette anni di presidenza Giulini. Soprattutto dopo il ritorno in Serie A e l’undicesimo posto che faceva ben sperare per il futuro. La nuova dirigenza ha anche investito parecchio nella squadra, mettendo a segno colpi importanti come Nandez, Godin, il ritorno di Radja Nainggolan e per ultimi Strootman e Keita Balde quest’estate. Il Cagliari ha sempre allestito rose interessanti, che però non hanno mai reso come ci si aspettava.
Il problema principale è stata la gestione tecnica della squadra. Il Cagliari non ha mai trovato una guida salda in panchina, sono quattro anni che un allenatore non termina la stagione che inizia sulla panchina sarda. Forse c’è stata un pro di fretta in alcuni cambi di allenatore, forse sono state sbagliate a priori determinate scelte. Giulini ha finito per scegliere allenatori sempre più conservativi nella semplice speranza di raggiungere una disperata salvezza, abbandonando quel disegno intrapreso con l’arrivo, sette anni fa, di Zeman.
L’arrivo di Mazzarri è l’ulteriore colpo a un progetto ormai praticamente morto. Il segnale di come il Cagliari abbia rinunciato ad ogni velleità di crescita e pensi soltanto a mantenersi in piedi come possibile. Così si passa da Zeman a Mazzarri in sette anni, annunciando la propria resa e ammettendo implicitamente di non credere più al proprio progetto. Servirebbe aria nuova a Cagliari, per passare dalla mera sopravvivenza alla crescita graduale e significativa.
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