Ciro Immobile è al centro delle critiche per il suo rendimento in Nazionale ed è stato criticato anche da Antonio Cassano.
Come capita spesso durante la sosta per le nazionali, Ciro Immobile è tornato nel mirino della critica per il suo rendimento in maglia azzurra. L’ultimo ad attaccarlo è stato Antonio Cassano che l’ha accusato di “non saper giocare a calcio”.
Prendendo con le pinze le parole del talento barese, che spesso esagera nelle sue affermazioni, la differenza tra l’attaccante che si vede con la maglia della Lazio e quello con la maglia dell’Italia è evidente.
Nonostante i 4 goal segnati nelle prime due partite di campionato potessero far sperare in un buon rendimento anche nei match di qualificazione ai Mondiali, l’attaccante di Torre Annunziata ha faticato sia con la Bulgaria che con la Svizzera, ed è sempre rimasto a secco.
Quale può essere la spiegazione di questo rendimento diametralmente opposto?
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Le statistiche di Immobile con la Lazio
Molti tifosi azzurri hanno sempre ritrovato la causa delle opposte prestazioni nel diverso modulo e tipo di gioco proposti da Simone Inzaghi e Roberto Mancini.
Se il commissario tecnico vuole che la punta partecipi attivamente alla manovra e dia un grande sostegno alla squadra, l’ex allenatore della Lazio metteva Ciro nelle condizioni di attaccare continuamente la profondità, sfruttando le perfette assistenze del numero dieci Luis Alberto.
Proprio la grande intesa con il fantasista spagnolo, ha aiutato Immobile a segnare 154 goal in appena 5 anni in maglia biancoceleste, una media di trenta all’anno tra tutte le competizioni.
Numero incredibili, resi ancora più importanti dalla vittoria della classifica cannonieri e, soprattutto, da quella della Scarpa d’oro 2019-20, ottenuta grazie ai 36 goal realizzati in un’unica stagione di Serie A.
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I numeri in Nazionale
In Nazionale però le cose non vanno altrettanto bene: Ciro è sceso in campo con la maglia azzurra in 54 occasioni, segnando 15 goal. Oltre al rapporto presenze-reti, di gran lunga inferiore a quello con il suo attuale club, sono soprattutto le prestazioni a fare la differenza.
Durante le partite dell’Europeo è spesso risultato tra i peggiori in campo e anche quando ha segnato non ha particolarmente brillato.
Le sue prestazioni negative hanno costretto il CT a sostituirlo spesso a partita in corso e addirittura Ciro non ha mai giocato 90 minuti nelle quattro partite ad eliminazione diretta, venendo richiamato dopo poco più di cinquanta minuti anche durante la finale.
La vittoria azzurra ha parzialmente nascosto il suo calo di rendimento e ha semplicemente rinviato le critiche nei suoi confronti.
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Cosa cambia tra Nazionale e Lazio?
Forse è ancora presto per dirlo, ma il problema potrebbe non essere tanto il modulo utilizzato: anche il neo tecnico biancoceleste Sarri utilizza l’attacco a 3 e anche in questo caso Immobile è sceso in campo da unica punta, segnando però alla prima giornata e realizzando una tripletta alla seconda.
Certamente Empoli e Spezia non sono tra le avversarie più temibili del nostro campionato (anche se gli uomini di Andreazzoli sono gli stessi che sette giorni dopo hanno sconfitto la Juve), ma come inizio non è stato niente male.
Allora sorge spontaneo domandarsi se la differenza per Immobile tra la Lazio e l’Italia sia soltanto una questione di fiducia: se l’Europeo si fosse giocato nell’estate 2020 – come inizialmente previsto – Ciro sarebbe arrivato dalla sua migliore stagione in carriera e magari questa fiducia gli avrebbe permesso di giocare in modo diverso.
Il passato campionato, invece, non è stato certamente tra i migliori. I goal come sempre sono arrivati -solita soglia dei 20 goal raggiunta- ma si sono registrati ben 4 errori dal dischetto (su 8 rigori calciati), un chiaro segno di poca serenità per uno specialista come lui.
Il proseguimento del campionato sotto i dettami tattici di Maurizio Sarri ci farà probabilmente capire qual è davvero il problema di Immobile in Nazionale, modulo o fiducia.
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