Dopo anni di salvezze relativamente tranquille l’Udinese si avvicina alla nuova stagione senza i suoi due campioni e un mercato che non accenna a muoversi
In tempi di pandemia, si sa, spendere è complicato. Anche quando vendi bene, infatti, c’è sempre la tentazione di fare un ragionamento in più sul singolo acquisto, cercare di minimizzare il rischio, tentare di incastrare più affari low cost possibili.
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Quella descritta è la realtà per la maggior parte, se non tutti, i club di Serie A. Non fa eccezione l’Udinese, che riparte con molte incognite e poche certezze in questo suo processo di ricostruzione praticamente forzato.
Addii dolorosi
Forzato, sì, è il termine probabilmente più adatto per descrivere la situazione attuale in casa friulana. La famiglia Pozzo, che ormai da anni ha dato priorità alla gestione sportiva del Watford per ovvi motivi – leggasi, maggiori introiti – in estate ha infatti deciso di cedere alle lusinghe per i suoi due pezzi forti, incassando oltre 35 milioni di euro dalle rispettive cessioni.
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Gli addii di Rodrigo De Paul e Juan Musso hanno lasciato il segno, per tanti motivi. In primis, perché non sarà assolutamente facili sostituirli benché il club abbia già provato a metterci mano dal punto di vista numerico. In secondo luogo, perché si parla di due profili di grandissimo livello.
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Terzo, ultimo motivo ma non per questo meno importante, perché non è detto che la campagna cessioni sia terminata qui, al fronte di una lista di ingressi a oggi decisamente scarna. Gente come Nuyitink, Molina, Stryger Larsen e Arslan, infatti, potrebbero lasciare Udine in caso di buone offerte.
Prove di rilancio
E così l’Udinese deve fare di necessità virtù. I tempi delle vacche grasse con annesse scampagnate in giro per l’Europa sono lontani, oggi servono più una visione ben chiara di insieme e sano pragmatismo. Così, con pochi spiccioli, la dirigenza ha provato a mettere una pezza alle partenze di Musso e De Paul.
Al posto del portiere argentino è arrivato, a prezzo di saldo, Marco Silvestri, ex Verona con contratto in scadenza 2022, pagato meno di 3 milioni di euro. Un affare, certo, se consideriamo Silvestri coma un estremo difensore che avrebbe potuto ambire a qualche piazza più prestigiosa.
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L’argentino fresco di trionfo in Copa America, invece, è stato sostituito dal giovane Lazar Samardzic, talento serbo naturalizzato tedesco che l’Udinese ha pescato nel Lipsia, pagandolo solo 3 milioni di euro, qualche spicciolo in più rispetto al coetaneo Destiny Udogie, terzino sinistro in arrivo dall’Hellas.
I punti fermi dell’Udinese
A parte qualche rientro dai prestiti, l’Udinese è tutta qui, con Silvestri e Samardzic a puntellare la rosa a disposizione di Luca Gotti e poco altro. Al resto dovrà pensarci il tecnico, che si aspetta di poter trattenere gli altri pilastri dell’undici che la scorsa stagione si salvò in carrozza.
Quella che verrà potrà per esempio essere l’annata della consacrazione per l’argentino Molina, della conferma per Stryger Larsen, della centralità di Pereyra e dell’esplosione del giovane talento francese Makengo.
Ordine, organizzazione e pragmatismo saranno ancora le parole all’ordine del giorni, con Gotti centrale – per trattenerlo i Pozzo hanno fatto di tutto – e tutto il resto a ruotargli intorno. Un contesto, come sempre, da ottimizzare per centrare la salvezza, visto che per i pindarismi, anche quest’anno, difficilmente ci sarà posto.
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