Lukaku al Chelsea, dunque. Ciao, o goodbye, come preferisci. Torna ai Blues per la terza volta: la prima dall’Anderlecht per circa 15 milioni di euro, la seconda dall’Everton (dov’era andato in prestito) e adesso dall’Inter per altri 115. Ora, però, che cosa rimane?
Ennesima dimostrazione del cannibalismo della Premier in questo mercato, intanto. Sono tanti soldi, un crescendo continuo per Lukaku: il Chelsea che spende le sterline, sempre quelle, non fosse che si viaggia in un mondo digitalizzato, ma magari le banconote hanno lo stesso numero di serie.
I numeri di Lukaku
Lukaku se ne va per una montagna di quattrini una cifra spaventosa, e dietro di sé lascia rabbia tra i tifosi nerazzurri, d’accordo, ma cos’altro? Tanti gol, 64 in 95 presenze, tutto compreso. Ecco, cominciamo fantacalcisticamente parlando: il belga era un attaccante praticamente perfetto in tal senso, perché assicurava quasi una rete o un assist a partita, che poi è ciò che serve davvero quando si punta un bomber all’asta, non quello che segna una tripletta e scompare per un mese, ma la continuità.
In Serie A chiude con 47 gol e 12 assist, con almeno un gol o un assist in 40 partite su 72 disputate: una sentenza. Non sarà facile trovare un altro Lukaku, insomma, fermo restando che sono ancora acquistabili all’asta i vari Ronaldo e Immobile. Nemmeno Lautaro Martinez fin qua ha dimostrato di poter essere uno da 20 e passa gol in campionato.
FANTACALCIO, PROBABILI FORMAZIONI 2021-22
Ci vuole il Chiello
Chiusa la fanta-parentesi, nel “calcio reale” lascia dietro di sé un senso quasi di relax per la maggior parte dei difensori. Sì, perché ogni volta che si vedevano venire incontro questo treno di un metro e novanta per cento chili la scelta non poteva che essere conservativa, col risultato però di venire travolti.
Solo in pochissimi sono riusciti a frenare Lukaku in queste due stagioni italiane: Chiellini, per esempio, come si è visto sia in un Inter-Juve che in replica all’Europeo in Italia-Belgio. Per il resto, anche mettendola sul puro fisico, non c’è quasi mai stata partita con Big Rom, che ha volte ha prevalso anche in maniera imbarazzante.
INTER, GLI ATTACCANTI PER SOSTITUIRE LUKAKU
Da Ibra a Eriksen
Lascia l’Italia anche un calciatore diventato simbolo: le questioni razziali, la rissa verbale e fisica con Ibrahimovic nell’ultimo derby di Coppa Italia (“Go and do your voodoo shit, little donkey”), un’immagine diventata persino un murales, la familiarità acquisita grazie all’apprendimento ultra-rapido della nostra lingua. Senz’altro, questo, un merito per il belga.
Risultati contrastanti invece in Europa nonostante lo scudetto vinto seguendo il suo mentore Antonio Conte. Curioso che uno come Lukaku abbia deciso una finale di Europa League mettendo il suo nome sulla parte sbagliata del tabellino dei marcatori: l’autogol contro il Siviglia purtroppo non potrà essere mai derubricato facilmente.
Idem per il “salvataggio” sulla linea, involontario, sul colpo di testa a botta sicura di Alexis Sanchez nella partita decisiva di Champions a San Siro contro lo Shakthar Donetsk. Quel gol sarebbe valso il passaggio del turno agli ottavi e invece aveva azzerato la stagione europea dell’Inter, ultima nel suo girone.
Ma c’è qualcuno che davvero imputa a Lukaku le difficoltà europee dei nerazzurri dopo che in svariate occasioni è stato lui, fisicamente, a trascinarla oltre gli ostacoli? No, nessuno sano di mente.
Salutiamo, casomai, il ragazzone che si è mostrato anche socialmente all’avanguardia, inteso come mezzi di comunicazione. Ottima immagine, mai una piazzata da borioso, l’attenzione ai dettagli come la dedica a Eriksen del gol contro la Russia all’Europeo, a poche ore dal malore che quasi stava per portare all’altro mondo il suo compagno di squadra all’Inter.
Anche questo, difficilmente sostituibile. Ciao Big Rom.
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