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Il Chievo รจ a un passo dal tracollo, e mentre la nave affonda la nostra orchestra suona l’ultima canzone: la formazione dei peggiori bidoni degli scaligeri

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Il Chievo non c’รจ piรน, ma rimangono i ricordi. Vent’anni esatti dall’esordio dei โ€œMussi volantiโ€ in Serie A, categoria che hanno onorato finchรฉ รจ stato possibile. Poi la B, i problemi finanziari, un futuro appeso a un filo. Tanti futuri campioni, anche vincitori di un Mondiale (Barone, Perrotta) sono passati da questo club, che perรฒ come tutti gli altri ci ha regalato nomi di culto, che abbiamo racchiuso in un 4-4-2, uno schema che piรน Chievo non si puรฒ.

Il portiere

Marco Ambrosio: Nel Chievo le stagioni dei portieri sono sempre state ben scandite, nel senso che c’รจ stato poco spazio per i giovani o per le riserve. Da Lupatelli a Sorrentino, in quasi vent’anni di Serie A l’identikit era chiaro. Personaggi di culto comunque ce ne sono stati, come Ambrosio, che puรฒ vantare come traguardo raggiunto in carriera anche l’aver giocato nel Chelsea. Ve lo ricordate, con i capelli biondi e quasi mechati?

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La difesa

Cesar Prates: Cercatelo su Youtube o su Google e tra le prime cose che vi compariranno sarร  un tiro alle stelle da fuori area con la maglia del Livorno, commentato dalla Gialappa’s Band, brava a ironizzare su questo brasiliano dai piedi non proprio sudamericani. Del resto Cesar Prates non era un fantasista, ma un onesto cursore, arrivato al Chievo nel 2007 e che ha inventato, con quel tiro al volo altissimo, una sorta di genere letterario o di movimento della ginnastica; ogni volta che qualcuno calcia una conclusione che esce dall’inquadratura televisiva, fa un “Cesar Prates”.

Paul Papp: “Un giocatore impressionante, molto potente fisicamente e capace di aggredire la palla e lโ€™avversario. Sa farsi rispettare nel gioco aereo ed รจ bravo anche in fase offensiva”. Un quasi-fenomeno, insomma. Parole e musica di Domenico Di Carlo, quando il romeno arriva a Verona dal Vaslui nell’estate del 2012, giovane prospetto che deve far dimenticare Acerbi, ceduto al Milan, dove peraltro combinerร  poco. Il campo lo vedrร  poco, Papp, anche se troverร  il tempo di segnare un gol all’Udinese. Gioca ancora, in patria.

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Cesare Rickler: Ufficialmente Cesare Gianfranco Rickler Del Mare, generalitร  che ricordano quelle della celebre contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare nella saga di Fantozzi. Difensore centrale biondo e aitante, nel 2006 quando รจ al Chievo viene inserito dal settimanale Sportweek nella formazione dell’Italia futuribile di lรฌ a dieci anni assieme a Balotelli (ok), Criscito (va bene), Paonessa (chi?) e Forestieri (un filino meglio). Si รจ riciclato come pilota di rally.

Giuseppe Gemiti: Il paisร  tedesco, terzino sinistro idolo del sottobosco della Serie A e della Serie B, con quel cognome cosรฌ poetico, tra l’altro. Mezza stagione in prestito nel 2006, in prestito dal Modena, parentesi di una carriera a zonzo per l’Italia dopo aver militato nell’Under 21 tedesca. Pochi mesi dopo l’esperienza veronese, il matrimonio con una ragazza di Latisana.

Il centrocampo

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Foquinha: Un altro genere letterario molto in voga nelle piccole e medie squadre della Serie A: il brasiliano che arriva spinto da critiche positivissime e che si inabissa tra le riserve. Foquinha, la “piccola foca” che in realtร  si chiama Kerlon, capace di numeri incredibili palla al piede, tipico trequartista brevilineo che ha fatto sfracelli nei tornei giovanili in Sudamerica. Lo prende l’Inter per parcheggiarlo a Verona, come ha giร  fatto con Julio Cesar (sรฌ, il portiere, che perรฒ non ha mai giocato un minuto al Chievo). Risultato, 4 partite anonime e il ritorno in nerazzurro, prima di finire nel dimenticatoio. Tuttavia Foquinha, come si dice, non ricorda con rabbia: “Sono grato al Chievo per avermi dato questa opportunitร  e per avermi fatto imparare davvero tanto”, ha ribadito.

Lucas Piazon: Eccone un altro: stessa categoria, stesse refererenze (“Il nuovo Kakร ”), stesso risultato. Se possibile peggiore perchรฉ le sue 4 presenze passano leggere come una piuma, lui stesso รจ meno motivato di uno studente che debba affrontare l’esame della materia che odia di piรน. Svogliato, indolente, colleziona pochi minuti in una squadra che sta per retrocedere e vorrebbe valorizzare i pochi giovani di proprietร  che ha in rosa, tipo Vignato (adesso al Bologna). Piazon nel gennaio 2019 รจ all’ennesimo prestito, invece, sbolognato dal Chelsea dopo alcune esperienze cosรฌ cosรฌ tra Bundesliga, Eredivisie e Championship inglese: l’abbiamo visto col Rio Ave sfidare il Milan un anno fa nei preliminari di Europa League.

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Rinaldo Cruzado: A Verona sono arrivati veramente da ogni parte del mondo, anche dal Perรน quando questa Nazione non era in crescita come adesso, semifinalista regolare in Copa America. รˆ il 2011 e il Chievo prende il mediano del Juan Aurich, il cui sogno รจ in realtร  โ€œfare lo chefโ€. Figlio d’arte, col padre che era stato nel giro della Nazionale, attualmente sbarca il lunario all’Allianza Lima.

Jonathan De Guzman: Forse tra i piรน talentuosi in epoca recente nel centrocampo del Chievo, che per anni ha avuto in Castro e Birsa due colonne, anche fantacalcisticamente parlando. Olandese, non il re della continuitร , da ricordare in eterno per via di quella sua scelta pittoresca di indossare l’1 come numero di maglia. E del resto il portiere Lupatelli nel 2001 si era presentato in Serie A col 10…

L’attacco del Chievo

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Fernando Uribe: Accanto ai vari Pellissier, intramontabile come avrebbe scritto Gianni Brera, o Meggiorini l’inesauribile, un lungo elenco di punte ha tentato nel corso degli anni di trovare spazio davanti. Per questo colombiano arrivato dall’Once Caldas, squadra rivelazione del Sudamerica un paio di lustri fa, grandissime prestazioni in patria e valanghe di gol. โ€œUno dei 15 attaccanti rivelazione del pianetaโ€, si legge, nientemeno. Al Chievo, una riserva delle riserve: due gol in una stagione e mezzo.

Oliver Bierhoff: Bomber vero fino alla fine, fino al ritiro. Una carriera spesa a mettere in rete di testa i cross dei compagni, dall’Ascoli all’Udinese fino al Milan e ovviamente alla Germania, che gli deve la vittoria all’Europeo nel 1996. Ultimi scampoli, al Chievo, stagionatissimo, nel 2003: annata onesta con 7 gol, uno dei quali proprio al Milan in un 3-2 memorabile al Bentegodi.

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