Chiesa e Pessina match winner di serata in un’Italia-Austria decisa da due riserve sottolineano l’importanza delle seconde linee azzurre
L’abbraccio collettivo a Federico Chiesa, autore del primo gol di Italia-Austria, involontariamente premia il grande lavoro fatto da Roberto Mancini nel costruire un gruppo di titolari validi e alternative altrettanto importanti.
L’esterno della Juventus, entrato dopo i’ottantesimo minuto, si è rivelato un fattore determinante per gli Azzurri, che da quella parte avevano problemi – soprattutto Berardi – ad affrontare un Alaba a tratti dominante. La voglia, la foga e la grinta di Chiesa, quindi, hanno rappresentato un vero mismatch.
Bravo Mancini a dirottarlo a destra anziché a sinistra, bravissimo lo juventino a sfruttare i pochi minuti concessi – troppo pochi, probabilmente sarebbe dovuto entrare prima – per lasciare il segno e ribadire al commissario tecnico che, le cosiddette ‘seconde linee’, lo sono soltanto sulla carta.
𝗦𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗳𝗼𝗿𝘇𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗴𝗿𝘂𝗽𝗽𝗼!
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— Nazionale Italiana ⭐️⭐️⭐️⭐️ (@Azzurri) June 26, 2021
Italia-Austria, l’importanza della panchina
Chiesa, assieme a Spinazzola, è stato il calciatore che più ha inciso in un Italia-Austria nella quale gli Azzurri, soprattutto nella ripresa, sono andati più volte in difficoltà. Il suo gol, arrivato con un numero che solo chi è fresco di fisico e lucido di testa può pensare, è figlio di staffette che a oggi lo hanno visto sempre e solo partire dalla panchina.
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Ma l’esterno azzurro è uno che le partite le sa spaccare anche da subentrante, una risorsa che non molte nazionali possono permettersi di lasciare fuori. Così come Matteo Pessina, altro goleador di serata: dopo il marchio contro il Galles è toccato all’Austria cadere ai piedi del centrocampista lombardo, sgrezzato da Juric a Verona e lanciato da Gasperini a Bergamo.
La sua rete racchiude tutte le qualità forgiate e migliorate in anni di lavoro, un mix di tempi di inserimento e intelligenza calcistica già evidenziate peraltro in campionato. Pessina, come Chiesa, è un altro valore aggiunto da potersi giocare a partita in corso. Un paradosso quasi comico, se si considera che senza l’infortunio di Sensi a quest’ora sarebbe a godersi delle meritate vacanze.
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Riserve di lusso
E che dire di Manuel Locatelli? Il suo ingresso ha dato più ordine a una mediana abbastanza confusionaria, permettendo all’Italia di gestire meglio alcune situazioni di gioco sotto pressione, tenendo palla e smistandola con raziocinio e precisione.
Il rientro di Verratti lo ha un po’ messo da parte, ma non bisogna dimenticare la sua ottima prestazione contro la Svizzera, utile a ricordare che anche lui può diventare una risorsa pur partendo dallo status di riserva. Lo stesso si può dire di Andrea Belotti, che ha sbagliato un gol quasi fatto ma ha corso, lottato e spezzato i ritmi avversari, qualità che davanti a Mancini non passano di certo inosservate.
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