La Serie A cambia orari, dal 2021/22 si giocherà in dieci orari differenti: cosa c’è da sapere e perché si è arrivati a questa decisione
La Serie A cambia ancora format: dopo la suddivisione ulteriore degli slot orari datata 2017, il massimo campionato italiano – dalla stagione 2021/22 – vedrà giocarsi le dieci partite di ogni turno in altrettante fasce orarie differenti.
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La decisione verrà ratificata nella prossima assemblea di Lega e, formalmente, la decisione è stata presa per fare in modo che Dazn, il broadcaster che si è aggiudicata i diritti di ritrasmissione per il prossimo triennio, sovraccarichi meno i propri server, se non altro in fase iniziale.
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Serie A spezzatino: il nuovo scenario
A partire da agosto, quindi, avremo giornate di Serie A nelle quali sarà possibile assistere, volendo, live a ogni singola partita in programma, cosa impossibile fino a oggi vista la contemporaneità di almeno due o tre match nella slot della domenica pomeriggio alle ore 15.
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La suddivisione che la Lega ufficializzerà sarà la seguente: si gioca il sabato alle 14,30, alle 16,30, alle 18,30 e alle 20,45, mentre alla domenica verrà mantenuto il lunch match delle 12,30 con a seguire l’identico programma del giorno prima. Il lunedì sera si giocherà un posticipo alle 20,45, partita che prende il posto del quasi abituale anticipo del venerdì sera.
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I motivi del cambiamento
Nonostante la Lega abbia confermato il fatto di voler agevolare il lavoro a Dazn non sovraccaricando i server, dietro a questa decisione c’è senz’altro l’esigenza della OTT tedesca di avere più pubblico potenziale sulla singola partita. Differenziando gli orari, si eviterebbe infatti la dispersione della domenica pomeriggio, con conseguente abolizione della classica Diretta Gol.
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Dazn, d’altronde, ha fatto un investimento importante sulla Serie A e ora, ragionevolmente, vuole modellare il programma suo piacimento. Così facendo, va detto che ogni singolo cliente ottimizzerebbe l’abbonamento, potendo assistere live a più eventi, uno dopo l’altro in una vera full immersion.
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Vittoria o sconfitta?
Il dibattito aperto è sul come ne esce la Lega Calcio. L’impressione è che comunque i vertici del calcio italiano debbano sottostare a certe richieste perché, banalmente, il movimento nostrano dipende troppo dagli introiti televisivi. Serve accontentare chi investe, come ai tempi capitò quando Sky chiese di portare gli spazi fino a 7 o talvolta 8.
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Piuttosto, ci si dovrebbe domandare per quale motivo, mentre gli altri top tornei progrediscono aprendo a soluzioni estere in fatto di assegnazione di diritti tv, in Italia si polemizzi per la trasmissione della Serie A. Il problema delle infrastrutture è reale, ma non può essere un freno a un inevitabile progresso che porterà, in futuro, la trasmissione OTT primeggiare sul satellite.
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Una questione che la Lega deve affrontare, aprendo a collaborazioni con aziende di telecomunicazioni per risolvere definitivamente quel grosso problema chiamato digital divide. Una Serie A spalmata nel weekend, in tal senso, può fare da stimolo per intervenire in maniera finalmente risolutiva.
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