Ivan Juric ieri è stato protagonista di un duro confronto con i giornalisti di Sky dopo il match tra Napoli e Verona: la ricostruzione dell’accaduto.
Con un beffardo pareggio interno contro l’Hellas Verona, il Napoli ieri sera ha detto addio al sogno Champions League. Un obiettivo sfumato a un passo dal traguardo, che ha lasciato una cocente delusione nei partenopei. A movimentare il post-partita del match tra scaligeri e azzurri ci ha pensato Ivan Juric, che non ha gradito alcuni commenti del giornalista di Sky Massimo Ugolini e ha sbottato in diretta tv.
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Lite Juric-Sky: cosa è successo
Nel post-partita di Verona-Napoli, l’allenatore dei veronesi Ivan Juric si è presentato ai microfoni di Sky per rispondere alle consuete domande dei giornalisti. Per introdurre la prima domanda, il giornalista di Sky ha parlato di un Verona “diverso rispetto alle altre partite”, provocando la rabbia di Juric.
Il tecnico veronese ha parlato di mancanza di rispetto nei confronti della sua squadra: “Devi portare rispetto perché se non segui non puoi parlare così. Con lei non parlo, tu devi portare rispetto”. Anche Fabio Caressa ha provato a riportare l’ordine, ma alla seconda insinuazione di Ugolini su un Verona insolitamente combattivo, l’allenatore ha rincarato la dose ed è andato via, sottraendosi all’intervista.
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Con un comunicato, il Verona si è schierato al fianco del proprio tecnico: “Il Presidente Setti e Hellas Verona FC, a tutela dei valori sportivi che anche in questa occasione hanno contraddistinto il Club, rimarca l’inopportunità delle domande rivolte in diretta al proprio allenatore nel post-partita di Napoli-Verona”.
Prontamente è arrivata però anche la replica di Sky, con l’emittente satellitare che si è schierata a difesa del proprio giornalista, fugando ogni insinuazione circa una volontà di instillare del sospetto circa il “troppo” impegno dell’Hellas Verona e condannando l’atteggiamento duro di Ivan Juric.
https://www.youtube.com/watch?v=iqKb3sc0Bqs
Lite Juric-Sky: farsa all’italiana
Tutta questa vicenda lascia solo un’enorme consapevolezza: la mancanza di una cultura sportiva in Italia. Puntualmente la politica del sospetto pervade i circoli calcistici italiani, anche in quella che dovrebbe essere l’emittente giornalistica più rappresentativa del paese. Ciò che colpisce è che in Italia, e solo in Italia, ci si stupisca di una squadra che, anche senza obiettivi, gioca comunque al massimo delle proprie possibilità, senza scansarsi.
Una vicenda simile è accaduta anche pochi giorni fa con Lazio-Torino, con i biancocelesti, fuori ormai dalla corsa Champions, accusati di aver giocato al massimo contro un avversario invischiato nella lotta per la salvezza. Una cosa che dovrebbe essere normale, connaturata al gioco del calcio, viene fatta passare per un’eccezione, vista anche incredibilmente con sospetto. L’Italia è l’unico paese in cui una squadra deve giustificarsi se scende in campo per fare quello che è chiamata a fare: giocare a calcio.
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Più che puntare il faro sulla prestazione del Verona, forse ieri sarebbe stato il caso di chiedersi come abbia fatto il Napoli a non battere i gialloblu. Come ha fatto una squadra che si stava giocando la Champions a non vincere contro una compagine senza alcuno stimolo di classifica.
È ora che anche in Italia si adotti la cultura sportiva e non la politica del sospetto. La reazione di Juric può essere stata spropositata nei modi, ma è una sacrosanta difesa dell’integrità della propria squadra, messa sotto accusa perché ha semplicemente fatto ciò che deve fare per propria natura.
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