Il Chelsea oggi in finale di Champions League nasce, per certi versi, con il blocco di mercato del 2019, che sembrava poter invece colpire negativamente il club
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L’8 maggio 2019 la FIFA confermava il blocco di mercato per due sessioni per il Chelsea: il giorno seguente, gli uomini di Maurizio Sarri giocavano un delicatissimo ritorno di semifinale di Europa League contro l’Eintracht Francoforte, tappa decisiva verso la futura conquista della coppa. Quasi due anni esatti dopo, i Blues hanno eliminato il Real Madrid da un’altra semifinale, stavolta di Champions League.
Una decisione che avrebbe potuto azzoppare il club si è rivelata, per una serie di coincidenze non pronosticabili due anni fa, essere in realtà decisiva per gli attuali successi del club di Roman Abramovich.
Il blocco di mercato del 2019
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Il Chelsea è sempre stato una società votata a grossi investimenti sul mercato, che negli anni l’hanno reso molto competitivo e attraente per i grandi allenatori. Ma di là della conquista dell’Europa League del 2019, il club pareva a un nuovo punto di svolta: i rapporti tra la dirigenza e Sarri erano spezzati, e dopo il trofeo l’allenatore italiano lasciò per andare alla Juventus, ma secondo molti la rosa necessitava di essere aggiustata, specialmente visto che era quasi certa la partenza di Eden Hazard.
Il belga, infatti, si trasferì al Real Madrid per 115 milioni di euro, lasciando un importante vuoto nella rosa che, a causa del blocco imposto dalla FIFA, non poteva essere colmato. In una situazione come quella, il Chelsea decise di operare soprattutto in uscita: oltre ad Hazard furono così ceduti giocatori di secondo piano come Omeruo, Kalas e Aina, ma anche David Luiz. Il totale delle entrate dovute a queste ultime cessioni fu di 32 milioni di euro.
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In quelle condizioni, non era possibile pensare di riuscire a ingaggiare un tecnico di fama internazionale, e così il Chelsea decise di affidare la panchina a un allenatore giovane ma che conosceva bene l’ambiente, ovvero Frank Lampard, che nella stagione precedente aveva ottenuto un sesto posto in Championship con il Derby County.
Per ovviare ai problemi della rosa, Lampard accettò di promuovere in prima squadra dei ragazzi delle giovanili reduci da alcune esperienze in prestito: Fikayo Tomori, Reece James, Callum Hudson-Odoi, Tammy Abraham, Mason Mount e Christian Pulisic. Grazie ad essi, e in particolare agli ultimi tre, il Chelsea chiuse al quarto posto in Premier League, ottenendo la qualificazione alla Champions Leage della stagione seguente (cioè, quella attualmente in corso), e raggiunse anche una finale di FA Cup.
Il ritorno del Chelsea sul mercato
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In mezzo, è arrivata anche la pandemia, con la conseguente crisi economica dei club. Nell’estate del 2020 è scaduto il blocco del mercato, e i Blues si sono ritrovati a operare in un settore che aveva subito un netto ribassamento dei prezzi dei giocatori, ma in cui il club di Abramovich era economicamente più solido dei rivali a causa dei soldi risparmiati un anno prima.
A fronte di un paio di cessioni utili (Morata all’Atletico Madrid e Pasalic all’Atalanta), il Chelsea ha potuto dominare il calciomercato piazzando sette colpi di alto profilo: gli svincolati Thiago Silva e Malang Sarr in difesa, Edouard Mendy in porta, Ben Chilwell come terzino sinistro, e in attacco Hakim Ziyech, Timo Werner w Kai Havertz. Spesa complessiva: 247 milioni di euro.
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Questi giocatori sono comunque andati a innestarsi su una squadra che già nelle stagioni precedenti era stata rinforzata da importanti acquisti, per i quali Abramovich aveva speso cifre altrettanto considerevoli prima del blocco della FIFA: Kepa Arrizabalaga, Antonio Rudiger, Jorginho, N’Golo Kanté, Olivier Giroud e Mateo Kovacic. Tutto questo, però, non è bastato a rendere i Blues una squadra vincente.
Il tocco finale
I tanti soldi spesi sul mercato nell’estate del 2020 hanno posto grosse aspettative sulle spalle di Lampard, che l’anno prima aveva fatto molto bene in condizioni d’emergenza. I nuovi acquisti hanno di fatto tolto il posto ai giovani talenti emersi nella stagione precedente: ad oggi, solo Mount e Pulisic sono ancora elementi di riferimento del Chelsea finalista di Champions League.
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Il tecnico inglese ha presto dimostrato di non essere all’altezza di gestire una squadra così radicalmente cambiata, sia a livello tecnico che psicologico, e nel gennaio 2021 è stato licenziato, lasciando il club in una situazione abbastanza disastrata. L’opinione generale era che la stagione fosse ormai insalvabile, e che bisognasse iniziare a ragionare sulla prossima.
La coincidenza favorevole fu che un mese prima Thomas Tuchel, finalista della scorsa Champions League, era stato a sua volta esonerato dal PSG e si trovava in quel momento libero: un anno dopo, il Chelsea aveva il suo sostituto ideale di Sarri, a cui poteva mettere a disposizione una squadra giovane e piena di talento offensivo. Quest’ultimo tassello è stato decisivo per stravolgere il volto dei Blues e portarli a lottare per un titolo che, a inizio anno, pareva impossibile anche solo da sognare.
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