La retrocessione del Parma proietta il club Ducale nel futuro, tra giovani conferme e situazioni di mercato da valutare
La sconfitta sul campo del Torino ha ufficializzato la retrocessione in Serie B del Parma. Il club emiliano torna in cadetteria a tre anni da una promozione straordinaria, apice di una risalita partita addirittura dalla quarta serie post fallimento. I tempi di Manenti sono ormai lontani, l’epoca Krause è iniziata da nemmeno un anno ma, almeno sul campo, i Ducali devono – anche se solo temporaneamente – dire addio alla massima serie.
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Nell’immediato, è una tragedia, non fosse solo per i tanti milioni di euro provenienti dalle tv sui quali la nuova proprietà contava per rientrare dei tanti soldi spesi in estate per potenziare la rosa, riempita con una sacco di prospetti giovanissimi e non ancora pronti per certi palcoscenici. La Serie B, in tal senso, potrebbe essere la palestra adatta per inserirli al meglio nel calcio italiano, magari in previsione di un’immediata risalita.
Parma, da chi ripartire
Il Parma che verrà sarà una squadra giovane, all’insegna della cosiddetta linea verde, una strategia portata avanti per diktat societario e imbastita da Marcello Carli, direttore sportivo subentrato al dimissionario Daniele Faggiano. Fu Carli a scegliere Liverani consegnandogli una squadra non adatta per il suo gioco, per poi richiamare un D’Aversa al quale non è riuscito il terzo miracolo di fila. Per questo, sia il ds che l’allenatore sono in uscita.
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In dirigenza sono arrivati lo spagnolo Ribalta, ex Zenit e Juventus, e il suo collaboratore Jaap Kalma, che in dote porterà tutta la rete scouting sviluppata in questi anni. Insieme sceglieranno l’allenatore e si siederanno a un tavolo per capire quali dei calciatori attuali potranno fare parte del nuovo progetto sportivo del Parma.
Sarà un lavoro complicato, per la B è categoria piena di insidie, che richiede un mix di esperienza e gioventù, ma la piazza ha bisogno di tornare subito in Serie A perché, una volta incassato il cosiddetto paracadute, le entrate cominceranno a mancare.
Giovani in rampa di lancio
Una delle pietre angolari del Parma che verrà sarà senz’altro Dennis Man, esterno offensivo rumeno per il quale Krause ha sborsato 15 milioni di euro nello scorso mercato invernale.
Lui e il connazionale Valentin Mihaila rappresentano certezze, sebbene anagraficamente parlando siano ancora molto giovani. Poi, il nuovo allenatore dovrà implementare all’undici titolare i vari Daan Dierckx, primo 2003 a giocare in Serie A, l’interessante Simon Sohm (2001) e l’esterno destro belga Maxime Busi.
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A questi, già potenzialmente pronti da subito, andranno aggiunti Chakha Traoré e l’ungherese Botond Balogh: il primo, classe 2004, ha già respirato qualche minuto di Serie A, il secondo ha addirittura giocato titolare a San Siro ed entrambi sarebbero già finiti nel mirino di alcune società della massima serie. Il Parma, in tal senso, dovrà dare un segnale di forza trattenendoli, perché solo così si può progettare la risalita.
Cessioni e conferme
Saltati i riscatti legati a Conti e Bani – entrambi avevano l’obbligo solo in caso di salvezza – il Parma dovrà valutare le posizioni in rosa di alcuni senatori. Per esempio, Luigi Sepe ha mercato in Serie A e (buon per il Parma) Simone Colombi ha già dimostrato di poterne fare le veci. In difesa, Bruno Alves è in scadenza, mentre Iacoponi, Gagliolo e Laurini hanno un solo anno di contratto da onorare e la coppia di centrali composta da Osorio e Valenti piace a diversi club.
A giugno si saprà di più sul mercato dei difensori.
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Inutile dire che più conferme arriveranno e più il Parma potrà lavorare a completamento di una rosa già di livello. Lo stesso discorso vale per il centrocampo, che perderà senz’altro Hernani, ma potrebbe sorprendentemente conservare Grassi, Kurtic e Kucka, mentre davanti, per il ruolo di centravanti, Graziano Pellè rappresenterebbe una vera garanzia, ma prima gli si dovrà allungare il contratto.
E poi Gervinho, Inglese e Karamoh: Ribalta e Kalma, nelle prossime settimane, avranno un gran da fare.
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