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Dalle stelle a un progetto sul lungo periodo improntato su una crescita costante: i New York City FC hanno cambiato approccio alla MLS

Un tempo, andare a vedere i New York City FC significava riempire gli spalti dello Yankee Stadium per assistere alle gesta di campioni che, sul finire della carriera, decidevano di passare qualche anno nella Grande Mela, godendosi una delle città più strabilianti e moderne mondo guadagnando tanto, in un torneo poco allenante ma molto stimolante come la MLS.

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Calciatori come Frank Lampard, David Villa e Andrea Pirlo avevano fatto sì che nell’impianto in cui gioca le partite casalinga la più ben nota franchigia di baseball si vedessero spesso bandiere europee, italiane e non, arrivate per assistere agli ultimi colpi di gente che aveva vinto decine di trofei prima di sbarcare negli States.

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New York City FC, parla Sims: “Basta nomi grossi”

Da qualche anno non è più così: “Abbiamo notato che non sempre investire su un nome porta a risultati, nemmeno nell’immediato – ha detto Brad Sims, CEO della franchigia newyorkese -, ma soprattutto abbiamo notato che i nostri ricavi commerciali non aumentavano quanto ci aspettassimo”.

“Per questo motivo – prosegue Sims – la strategia è profondamente cambiata: ci siamo evoluti, abbiamo lasciato i grandi nomi e sposato una strategia differente, improntata sulla valorizzazione dei talenti locali o dei giovani che la nostra squadra di scout va a individuare volta a volta”. “Mantenere quella strada – chiude il CEO dei Citizens – avrebbe comportato un dispendio troppo alto, trattandosi di operazioni che non generano alcun ritorno dell’investimento”.

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Le teorie di Sims sono confermate dai numeri inanellati dalla franchigia ai tempi delle scelte di cui sopra. Nel 2015, i New York City FC hanno vinto solo due partite su otto tra quelle in cui sono stati impiegati Pirlo, Lampard e Villa, una media di 0.8 punti che si alza a 1.1 se si considera l’impiego di almeno due dei calciatori arrivati dall’Europa. Nei due anni successivi i dati sono lievemente cresciuti, mentre nel 2018 tutti e tre hanno lasciato il club, poco prima che Sims venisse nominato CEO.

Cambio di strategia

L’ultimo vero acquisto di grido, se così si può definire, è stato quello di Max Moralez, arrivato tre stagioni fa dall’Atalanta. Poi la politica è cambiata, proprio in concomitanza dell’arrivo di Sims: “I risultati delle ultime due stagioni testimoniano che il cambio di rotta ha funzionato. Abbiamo messo insieme ottimi percorsi – ha detto Sims al sito della MLS – quindi aspettatevi che il club raddoppi gli sforzi in questa direzione”.

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Nel 2019 i New York City FC hanno vinto la Eastern Conference e poi perso la finale del Supporter Shield contro il Los Angeles FC, mentre lo scorso anno – il primo con Ronny Delia in panchina – è arrivata l’eliminazione al primo turno di playoff. Ma, parallelamente, l’under 22 sta ottenendo grandi risultati, trascinata dall’esterno brasiliano Thiago Andrade, classe 2000 acquistato dal Bahia: “Sullo sviluppo dei giovani siamo molto avanti – ha detto Sims – di certo otterremo grandi soddisfazioni”.

Il ruolo del City Football Group

A breve i New York City FC potrebbero ricevere un aiuto dalla holding che li gestisce, il City Football Group. Il conglomerato emiratino, per arginare i rallentamenti dovuti alla pandemia legata al Coronavirus, stanno per immettere del capitale fresco in società, in modo da poter portare avanti lo sviluppo del progetto americano.

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“Avere alle spalle il CFG ci permette di migliorare, trovare più giocatori a prezzi migliori perché abbiamo una gamma più ampia da analizzare. Questa è la chiave per crescere sempre di più” chiosa Sims. Che, nella scorsa sessione di mercato, ha perso due pilastri come Alex Ring e Ronald Matarrita, quest’ultimo sostituito con due terzini sinistri di prospettiva come Malte Amundsen e Chris Gloster, mentre per la mediana è arrivato Alfredo Morales, ex stella del Fortuna Dusseldorf.

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I tifosi dei New York City FC in passato hanno storto la bocca per gli scarsi risultati, ma il club ha chiesto alla fan base di avere pazienza anche a cessioni dolorose come appunto quella di Matarrita o, tornando indietro, quelle di Yangel Herrera e Angelino, giocatori che da queste parti non si sarebbero mai potuti vedere senza l’appoggio del City Football Group. “Noi abbiamo l’ambizione di vincere – ha detto Sims – ma non a tutti i costi“.

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