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Tra le società non coinvolte dalla Superlega c’è anche il Napoli, con De Laurentiis che forse ha perso un treno importante per posizionare il club sulla mappa del calcio mondiale

La notizia della Superlega europea ha scosso l’intero mondo del calcio. Tra i club “vittime” di questa situazione ci sono le altre tre grandi del calcio italiano: Roma, Lazio e Napoli. Mentre i giallorossi vivono il momento in un curioso stand-by – si vocifera che la quarta squadra italiana coinvolta nel nuovo progetto possa essere proprio la Roma -. indiscrezioni parlano di un Lotito furioso e un De Laurentiis intento a fare delle profonde riflessioni.

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D’altronde, i soldi fanno gola a tutti e il Napoli si ritroverebbe fuori dalla spartizione di una torta molto ricca. Ci potrà fare poco, perché se la piazza azzurra sarebbe appetibile concettualmente, in questi anni la società ha faticato a consolidarsi a livello europeo. Un cambio di status di fatto mai arrivato, che costringe il Napoli in un limbo economico e sportivo. Un’incertezza che, adesso, potrebbe essere pagata a caro prezzo.

De Laurentiis

Foto Twitter

De Laurentiis e la Superlega: il Napoli è fuori

I ricavi della Serie A stimati in meno, dopo il via alla Superlega, toccherebbero il 60% degli introiti, una situazione grave che per De Laurentiis non andrebbe affatto bene. Va detto, per completezza, che il Napoli in questi anni è stato bravo a tornare ai vertici del calcio italiano, ma lo ha fatto più per mancanza di alternative (alla Juventus) credibili che non per altro.

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Nulla toglie ovviamente ai meriti della proprietà, che a una gestione aziendale sul modello europeo ha sempre preferito però una conduzione familiare, con tutto ciò che ne consegue. Fare calcio a Napoli non è semplice, a livello ambientale e burocratico. Sicuramente, sull’esclusione degli azzurri dalla Superlega per esempio pesa molto il fatto di non poter costruire un nuovo stadio, spada di Damocle per molti club italiani.

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L’impressione è che quindi De Laurentiis abbia perso un treno importante per posizionare il Napoli sulla mappa mondiale dei top club. Il che, ovviamente, non significa che un domani la società non potrà essere invitata, ma a quel punto il gap si sarà già allargato perché le 12 società fondatrici della Superlega, da subito, andranno a spartirsi 350 miliardi di euro mal contati. Tanti, per pensare di ricucire lo strappo con tempistiche eventualmente non definite.

De Laurentiis sulla Superlega: “Non accadrà mai”

Eppure nel 2019 De Laurentiis spergiurava sul fatto che la Superlega fosse, di fatto, fuffa, perrorando una causa dell’ECA e rafforzando la figura di Agnelli, evidentemente non percependo ciò che stava succedendo in realtà: “Attraverso l’ECA si sono ottenuti, in dieci anni, una serie di vantaggi. Io sono il chairman di comunicazione e marketing per l’ECA – disse – e posso assicurarvi che non è nelle intenzioni di Agnelli quella di fare una SuperChampions per pochi eletti. Lui ha cercato di allargare democraticamente la possibilità di parteciparvi anche a club meno blasonati”.

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“Credo che ci sia un grandissimo misunderstanding. Una grande ignoranza – concluse -, nel senso di ignorare le cose non avendo partecipato a tutte le riunioni dell’ECA”. In realtà è sempre stato chiaro fin dall’inizio: i soldi ridistribuiti dalla UEFA non bastano più e la pandemia ha dato la mazzata finale, quasi costringendo i big ad accelerare il processo legato alla Superlega, lasciando l’ECA – e tutto il calcio europeo – in difficoltà.

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