Arrivato come traghettatore, Ole Gunnar Solskjaer ha conquistato la fiducia di un ambiente complicato come quello del Manchester United. E ora vuole vincere l’Europa League
Roma-Manchester United sarà una delle due semifinali di Europa League. Il manager dei Red Devils, Ole Gunnar Solskjaer, nell’immediato postpartita del quarto di finale vinto contro il Granada, ha così voluto commentare l’affascinante accoppiamento con i giallorossi, mostrando un profondo rispetto per l’avversario che divide i suoi ragazzi dall’ultimo atto del torneo.
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“Non vediamo l’ora di giocare – ha detto Solskjaer – sarà sicuramente una sfida equilibrata, perché la Roma è un club con una tradizione storica. Abbiamo già fatto bene contro squadre italiane in passato e vogliamo assolutamente qualificarsi per la finale: finire la stagione con un trofeo sarebbe straordinario”.
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Roma-Manchester United, la sfida degli ex
Inoltre, Solskjaer si è soffermato anche sulle sfide nella sfida, che vedranno due ex calciatori del Manchester United affrontare il loro recente passato: “Conosciamo bene sia Smalling che Mkhitaryan – ha dichiarato il manager norvegese – due calciatori che ho allenato e che renderanno il contesto un incrocio degno delle semifinali”.
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Chris Smalling ha militato nei Red Devils per ben nove anni, ovvero da quando – giovanissimo – il club lo ha acquistato dal Fulham per poi trasformarlo in uno dei difensori con più presenze della storia recente della squadra. Nel 2019, a fine mercato estivo, Petrachi lo portò alla Roma con i giallorossi che, successivamente, lo hanno riscattato per 15 milioni di euro.
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Henrikh Mkhitaryan, invece, al Manchester United ci ha passato dal 2016 al 2018 senza però lasciare grandi tracce. Arrivato dal Borussia Dortmund, è stato poi inserito nello scambio con l’Arsenal per Alexis Sanchez, prima di lasciare l’Inghilterra a parametro zero per accasarsi nella Capitale. Peraltro, l’armeno in Italia ha trovato una seconda giovinezza, grazie proprio al grande lavoro di Paulo Fonseca.
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Solskjaer, futuro ai Red Devils
Contrariamente ai due calciatori, il Manchester United non rappresenta affatto una meta di passaggio per Solskjaer, arrivato al club in un momento molto delicato – post van Gaal e Mourinho – ma capace, grazie al lavoro quotidiano, di allontanare critiche e dubbi, guadagnandosi un rinnovo contrattuale meritato (deve solo essere ufficializzato) e la fiducia di un ambiente inizialmente freddo.
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Al norvegese è legato uno dei momenti più felici della storia della società inglese, visto il gol che risolse una clamorosa finale di Champions League contro il Bayern, ma la ricostruzione della squadra nel post Ferguson non è stata affatto facile. Oggi, il suo Manchester United gioca un calcio propositivo e punta forte su alcuni giovani del settore giovanile – tipo Mason Greenwood – decisamente importanti, sui quali Solskjaer ha fatto un lavoro perfetto.
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Il futuro è quindi sulla sponda rossa cittadina, per ora fino al 2022, certo, ma a breve il matrimonio verrà prolungato in modo tale da dare anche un segnale di continuità all’ambiente. Unico neo, da ex tecnico del Molde non è stato celere a segnalare un giovane Erling Haaland alla dirigenza inglese, questo sì un clamoroso buco nell’acqua che non doveva succedere.
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Per il resto, a parte un periodi di incertezza per un contenzioso proprio con il club norvegese che avrebbe potuto portare a una squalifica, l’impressione è che il Manchester United sia l’ideale per Solskjaer. E viceversa.
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