Esiste un DaznGate? Il disservizio di Dazn di domenica e le accuse a Comcast (Sky) alimentano sospetti e teorie: vediamo di capire cosa sta succedendo
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Non ha ancora un nome, lo scontro tra Dazn e Comcast (vale a dire Sky, sostanzialmente) per i disservizi di domenica 11 aprile nella trasmissione di alcuni match di Serie A in streaming, ma sta già alimentando accuse e sospetti relativi a una sorta di DaznGate. Una vicenda che s’intreccia con quella più ampia della recente assegnazione dei diritti tv del campionato italiano.
Dazn, infatti, trasmetterà la Serie A in Italia in esclusiva per i prossimi tre anni, dopo una lunga e rocambolesca asta conclusasi solo poche settimane fa che ha causato proteste e polemiche da parte di Sky, ma anche di molti utenti. Che cosa sta succedendo?
DaznGate, che cosa è successo
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Nella giornata di domenica 11 aprile, molti spettatori di Dazn hanno rilevato problemi nello streaming sull’app della piattaforma britannica, in particolare relativamente alle partite Inter-Cagliari e Verona-Lazio. Le lamentele degli utenti hanno presto portato l’hashtag #Dazn in trend topic su Twitter in Italia, e da qui il tema è approdato sulle principali testate online.
#DAZN non funziona. Non promette bene per l'anno prossimo… #InterCagliari
— Lorenzo Pregliasco (@lorepregliasco) April 11, 2021
Il disservizio non è stato limitato all’Italia, ma si è verificato anche in Germania, come ha riportato la Bild. Dazn ha spiegato nelle ore successive di non avere colpe, e che la responsabilità del problema è di CTS, un’azienda statunitense partner tecnologico di Dazn e di altre piattaforme di streaming in Europa.
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CTS sta per Comcast Technology Solutions, ovvero la società che controlla Sky, principale competitor di Dazn e che si è appena vista soffiare i diritti della Serie A per il prossimo triennio. Comcast si è subito scusata per il disservizio, ma ciò non è bastato a evitare sospetti di sabotaggio ai danni di Dazn, che potrebbe spingere la Lega Serie A a rompere legittimamente l’accordo sui diritti tv e riassegnarli a Sky.
La questione dei diritti tv della Serie A
Alla base di questo DaznGate ci sarebbe, secondo i sostenitori della teoria del sabotaggio, l’ultima asta per i diritti tv della Serie A relativi al trienni 2021-2024. A inizio aprile, dopo diversi mesi di stallo, la Lega ha ufficializzato l’accordo con Dazn, che aveva presentato l’offerta più ricca ma era stata a lungo osteggiata a causa di un servizio ritenuto poco affidabile, e quindi sconveniente per il pubblico.
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Nel corso dei mesi, la società di Len Blavatnik ha fatto di tutto per fugare questi dubbio. Prima stipulando un accordo con Tim per la copertura tecnologica, e poi un secondo con Urbano Cairo (imprenditore nel ramo delle comunicazioni e presidente del Torino, inizialmente contrario all’opzione Dazn) per i diritti di utilizzo di due canali di backup sul digitale terrestre.
La perdita dei diritti tv della Serie A rappresenta sicuramente un brutto colpo, a livello d’immagine ed economico, per Sky, che ne deteneva l’esclusiva da 18 anni. La società ha presentato nei giorni scorsi ai sindacati un piano che prevede risparmi per 300 milioni di euro e “uscite” per circa 3.000 lavoratori (diretti e indiretti) nell’arco di quattro anni – quasi il 25% dei dipendenti.
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Contestualmente a ciò, Sky ha già promesso un ricorso, accusando i rivali di aver modificato la propria offerta ad asta avviata, aggiungendo la partecipazione di Tim. Dalla sua parte, la società con sede a Milano ha tre club di Serie A: Sampdoria, Genoa e Crotone. Secondo il Corriere dello Sport, comunque, sarebbe anche possibile un accordo tra le due emittenti, simile a quello in vigore ad oggi, anche se a parti invertite.
C’è davvero un DaznGate?
A questa domanda, al momento, è impossibile dare una risposta, anche se le probabilità pendono verso il no. Comcast ha avuto un problema esteso non solo a Dazn (colpite, ad esempio, anche Viaplay ed Eurosport) e non solo all’Italia, quindi sembra difficile ipotizzare veramente un sabotaggio pro-Sky.
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Tuttavia i sospetti restano. Anche perché, come fa notare Lorenzo Vendemiale sul Fatto Quotidiano, domenica Dazn è stata visibile unicamente tramite i canali Sky, “quasi a dimostrare l’insostituibilità del servizio della pay-tv“. Che si tratti o meno di un DaznGate, in realtà poco importa: l’azienda di streaming britannica si sta giocando la propria credibilità come grande emittente dei diritti sportivi, un ruolo in Italia ancora da consolidare (all’estero, in particolare in Germania, è tutta un’altra storia).
La Lega Serie A, comunque, ieri ha inviato una lettera alla piattaforma chiedendo rassicurazioni per “scongiurare simili episodi in futuro”.
Nonostante ciò la Serie A su Dazn per i prossimi tre anni anni non sembra veramente a rischio: la comunicazione della Lega è un atto dovuto (in passato, anche Sky aveva ricevuto una nota simile), e nel contratto sui diritti tv non si parla di impegni minimi di trasmissione a cui l’emittente dovrebbe adempiere, né di eventuali penali.
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