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Eddie Howe è il nome nuovo per la panchina del Celtic: perché i Bhoys puntano forte sull’ex manager del Bournemouth?

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Le sliding doors del mondo del calcio sono molteplici e in alcuni casi possono sembrare sceneggiate per un romanzo letterario. In questo caso, l’interpretazione dell’allievo che supera il maestro assume una sfumatura malinconica. Nel momento peggiore della carriera di Maurizio Sarri (da professionista), dopo l’esonero e il periodo travagliato sulla panchina della Juventus, Eddie Howe, uno dei suoi figliastri calcistici, è a un passo dalla firma con il Celtic.

L’ex allenatore del Bournemouth è stato scelto dalla dirigenza scozzese per aprire un nuovo ciclo e tornare a contendere la vittoria del campionato agli acerrimi rivali dei Rangers di Steven Gerrard.

Il quinquennio al Bournemouth

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La carriera da giocatore di Howe è nata e si è sviluppata a Bournemouth. Difensore dalle discrete doti calcistiche, Eddie si è fatto amare dal popolo del Dorset per la sua dedizione e abnegazione nei confronti del club. Dopo il percorso nel settore giovanile del club, debutta in prima squadra nel 1995 collezionando, con la maglia rossonera sulle spalle, ben 270 partite e 12 gol (suddivise in due parti: 1995-2002 e 2004-2007).

Nel 2009, sostituisce il tecnico Jimmy Quinn e inizia la propria carriera da allenatore, proprio con le Cherries. Durante la sua esperienza al Bournemouth (tra il 2009-2011 e il 2021-2020) riesce a impressionare il panorama calcistico inglese e porta i rossoneri dalla League Two al nono posto in Premier League.

L’amore per l’Italia e la passione per il sarrismo

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Nel lontano 2014, il tecnico inglese decide di intraprendere un viaggio di istruzione in Italia e sceglie come destinazione Empoli, città in cui allenava Maurizio Sarri. Eddie Howe ha sempre espresso un gioco molto offensivo con le sue squadre, ma dopo il clinic nel Bel Paese riesce ad aggiungere un tassello fondamentale alla sua formazione: l’intraprendenza tattica.

Il viaggio dell’ex allenatore del Bournemouth è molto particolare, non decide di andare a studiare i grandi club ma sceglie di dedicarsi alle piccole realtà italiane e francesi. Molto spesso le capacità degli allenatori “di provincia” vengono tralasciate, ma lui è consapevole che oltre ai risultati dei tabellini esistono idee e pensieri di gioco che vanno oltre al becero piazzamento in classifica.

La scelta dei Celtic e le caratteristiche di Eddie Howe

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Nel corso della sua carriera, il tecnico inglese ha dimostrato di saper valorizzare un gruppo squadra e di riuscire a costruire una progettualità a lungo termine. La sua idea di calcio è molto interessante e rappresenta a pieno ciò che si intende per contemporaneità. Uno stile di gioco aggressivo e spregiudicato, ma con una grande cura verso un sistema difensivo che possa sorreggere e far risplendere le doti dei propri terminali offensivi.

Il Celtic, in questi anni, ha peccato di presunzione poiché, dopo il fallimento dei rivali dei Rangers, non è stato in grado di continuare un progetto di alto livello.  Si è trovato in un limbo da cui era difficile uscire: era troppo forte per il proprio campionato ma troppo acerbo per competere in Europa.

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Quest’anno, però, i cugini di Glasgow hanno alzato il trofeo della Scottish Premiership, al culmine di una cavalcata guidata dal tecnico Steven Gerrard. Dopo il fallimento, i Rangers hanno saputo costruire un progetto vincente, mentre il Celtic ha iniziato un inesorabile declino. Eddie Howe rappresenta il manager perfetto da cui ripartire e avrà il compito di far tornare a splendere il quadrifoglio di Glasgow.

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