L’Italia scenderĂ in campo con il lutto al braccio contro l’Irlanda del Nord per ricordare cinque calciatori morti nell’ultimo anno.
Prima dell’Europeo di quest’estate per l’Italia c’è l’appuntamento con i match di qualificazione di mondiali del 2022 in Qatar. Un appuntamento da non mancare dopo l’ultima, a dir poco deludente, mancata conquista dell’accesso alla massima competizione per Nazionali.
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L’avventura verso il mondale qatariota inizia per gli azzurri contro l‘Irlanda del Nord, giovedì 25 marzo 2021 allo stadio Tardini di Parma. Per l’occasione gli azzurri scenderanno in campo con il lutto al braccio per ricordare cinque grandi campioni scomparsi nell’ultimo terribile anno: Pierino Prati, Mario Corso, Paolo Rossi, Pietro Anastasi e Mauro Bellugi.
Per l’occasione, ripercorriamo velocemente le carriere dei cinque grandi calciatori che hanno lasciato un segno indelebile nel calcio italiano e che verranno adeguatamente omaggiati giovedì sera nella sfida contro l’Irlanda del Nord.
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Pierino Prati, l’eroe europeo del Milan
Classe ’46, nativo di Cinisello Balsamo, Pierino Prati è cresciuto con il Milan, con cui si è affermato dopo le esperienze in prestito con Salernitana e Savona. Alla sua prima stagione in Serie A, coi rossoneri, si laurea capocannoniere con 15 gol, dando un sostanziale contributo alla conquista dello scudetto.
Quello stesso anno, il 1968, vince la Coppa delle Coppe e l’anno successivo porta il diavolo sul tetto del mondo, segnando una straordinaria tripletta in finale di Coppa dei Campioni contro l’Ajax. Nel 1973 lascia i rossoneri dopo aver vinto un’altra Coppa delle Coppe, due Coppa Italia e una Coppa Intercontinentale.
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Dopo l’addio al Milan passa alla Roma, dove vive una sorta di seconda giovinezza, diventando un beniamino dei giallorossi. Gi ultimi anni della sua carriera li passa tra la Fiorentina e il ritorno a Savona.
Con la maglia della Nazionale si laurea campione d’Europa nel 1968, esordendo proprio durante la manifestazione e risultando decisivo nei quarti di finale con la Bulgaria.
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Mario Corso: bandiera nerazzurra ma poca fortuna con l’Italia
Classe ’41, vera e propria bandiera dell’Inter con cui ha giocato dal 1957 al 1973, collezionando 94 gol in 514 partite. Con la maglia nerazzurra debutta a soli 16 anni, diventando, col gol in Coppa Italia al Como, il piĂ¹ giovane marcatore della storia nerazzurra.
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Ăˆ uno dei grandi protagonisti della Grande Inter di Helenio Herrera, con cui ha vinto 4 scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali.
In Nazionale Corso non riesce mai ad affermarsi come in maglia nerazzurra e per varie vicissitudini salta i Mondiali del 1962 e del 1966, nonché il vincente Europeo del 1968. In dieci anni le presenze in Nazionale sono appena 23, con 4 reti.
Paolo Rossi e il miracolo dell’Italia in Spagna
Non servono presentazioni per Pablito, l’eroe di Spagna ’82. L’ascesa col Lanerossi Vicenza, il passaggio alla Juventus, l’incubo del calcioscommesse, ma soprattutto quel Mondiale in Spagna, in cui Rossi, in ritardo di condizione per lo stop subito, fatica a carburare, poi esplode nei quarti di finale, con quella storica tripletta al Brasile.
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Pablito è uno dei cinque italiani ad aver vinto il Pallone d’oro, insieme a Sivori, Rivera, Baggio e Cannavaro. Ovviamente nel 1982, il suo anno. Insieme al Divin Codino e a Vieri detiene il record italiano di gol nei Mondiali: 9.
Oltre al trionfo azzurro, con la Juventus Paolo Rossi ha vinto due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa UEFA e la, ahimè, storica Coppa dei Campioni nel 1985, vinta nella tragica notte dell’Heysel.
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Pietro Anastasi e l’Italia campione d’Europa
Classe ’48, nativo di Catania, è stato una bandiera della Juventus, con cui milita per otto stagioni dal 1968 al 1976. 258 partite e 78 reti in Serie A con la Vecchia Signora, in bacheca anche tre scudetti.
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Dopo l’esperienza alla Juventus passa all‘Inter, dove perĂ² vive una parabola discendente, non riuscendo a mantenere i livelli di Torino. Con i nerazzurri si toglie comunque lo sfizio di vincere una Coppa Italia.
Con la Nazionale Italiana vince l’Europeo del 1968, ad appena 20 anni, segnando anche il gol del definitivo 2-0 nella ripetizione della finale di Roma contro la Jugoslavia.
Mauro Bellugi, colonna del Bologna
Difensore classe ’50, muovi i suoi primi passi e si afferma con la maglia dell’Inter, con cui vince anche un campionato nel 1971. Si ritaglia piano piano il suo posto in nerazzurro, ma, nel 1974, viene ceduto al Bologna, probabilmente per via di alcuni dissapori interni nello spogliatoio.
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Vive i suoi anni migliori in rossoblu, poi nel 1979 passa al Napoli, dove comincia la parabola discendente della sua carriera. Con la Nazionale prende parte alle spedizioni mondiali nel 1974 e nel 1978, dove dĂ un grande contributo nel cammino azzurro, terminato con un quarto posto.