I numeri stagionali della Juventus confermano una involuzione netta rispetto alle precedenti gestioni. Che succede adesso?
La sconfitta casalinga contro il Benevento ha aperto crepe pericolose in casa Juventus, con i bianconeri che – rispetto alle scorse stagioni – girano non solo su numeri preoccupanti, ma vedono – giornata dopo giornata – sfuggirsi sempre di più la possibilità di riagganciare l’Inter in vetta alla classifica. Dopo nove Scudetti consecutivi, quindi, potrebbe arrivare la resa.
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Sia chiaro, sarebbe fisiologico, ma i tifosi bianconeri avrebbero voluto che un eventuale anno senza vittorie servisse se non altro a ricostruire una squadra arrivata al suo apice, fisico e tecnico. Invece no: Pirlo è confuso, alle soglie di aprile non ha ancora chiaro come impostare la squadra che gli è stata messa a disposizione e, soprattutto, il suo atteggiamento vittimistico lascia pensare che l’ex centrocampista bianconero abbia (già ?) finito le cartucce da sparare.
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I numeri della Juventus
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La sosta in tal senso è propedeutica, ma non è detto che possa bastare. Entrando nello specifico, la Juventus quest’anno ha vinto una partita in meno di Milan e Napoli, col quale va ancora giocato il recupero, e due in meno dell’Inter, lasciando sul campo diversi pareggi che gridano vendetta. Per esempio, è l’unica big ad aver mollato cinque punti su sei al Benevento.
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Inoltre, a livello di gioco la squadra non ha quasi mai convinto, tra moduli che cambiano e uomini che ruotano senza soluzione di continuità . Tutte queste cause hanno portato al distacco attuale dall’Inter, che vola in vetta alla classifica con una decina di punti in più rispetto ai bianconeri, peraltro a parità di partite giocate. Contro la Strega è arrivata solo la conferma di una squadra fragile e con molte problematiche da risolvere.
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I confronti col passato
Ancora più impietosi sono i confronti con il recente passato. Rispetto alla stagione scorsa, la Juventus ha 11 punti in meno nonostante la squadra di Sarri avesse già imboccato la parabola discendente. L’ex allenatore bianconero non era mai entrato in empatia con ambiente e spogliatoio, eppure lo Scudetto non è mai stato in dubbio. Dopo 27 partite, infatti, Sarri veleggiava da primo in classifica con 66 punti.
Ai limiti dell’imbarazzante, invece, è il confronto con l’ultima Juventus di Allegri, che allo stesso punto della stagione aveva ben 20 punti più di Pirlo. Contesti diversi, certo, ma non va dimenticato come il livornese ha vissuto l’ultima stagione sulla panchina bianconera, divisa tra le polemiche sul non gioco della squadra e le voci di un addio che poi si sarebbe verificato in estate.
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Cosa resta alla Juventus
Andrea Pirlo finirà la stagione con almeno un trofeo – la Supercoppa Italiana, finale che però è stata conquistata da Sarri – e con la possibilità di vincere la Coppa Italia, da disputare nella finale secca contro la temibile Atalanta. Per il resto, con lo Scudetto lontano, va registrato anche il fallimento europeo. Il che, e questo va detto a parziale discolpa del bresciano, non è esclusiva di quest’anno, viste le eliminazioni delle stagioni passate contro Ajax e Lione.
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Però contro il Porto si poteva e doveva fare di più. Invece, la Juventus ha regalato oltre un’ora di gioco all’andata e praticamente tutto il primo tempo del match di ritorno, quando il tentativo di rimonta è stato spazzato via dalla punizione di Sergio Oliveira.
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La Juventus ha comunque confermato Pirlo e parlato di progetto pluriennale, ma il problema semmai è legato alle tempistiche perché un’altra stagione questa, soprattutto a livello economico, la proprietà non può permettersela. E, in quel caso, i numeri potrebbero essere decisivi per delineare il futuro di Pirlo.