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Con una sola sconfitta stagionale i Rangers si apprestano ad affrontare la seconda parte di stagione come mina vagante, sfruttando numeri impressionanti

La bella vittoria contro il Royal Antwerp proietta i Rangers agli ottavi di finale di Europa League, un traguardo prestigioso che, nella metà blu di Glasgow, mancava davvero da tempo immemore. Respirare l’aria di coppa, vincere e convincere, lanciare segnali incoraggianti e stupire, sempre e comunque. Chi pensa che la Scottish Premier League non sia un campionato allenante ha ragione, ma questo non ha precluso ai Rangers di stupire.

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I numeri della stagione dei Rangers

D’altronde, il ruolino stagionale parla chiaro e dice che nelle 42 partite disputate fino a oggi, i Gers hanno perso soltanto una volta. Per giunta, paradossalmente, in una competizione meno importante come la Coppa di Scozia. Per il resto, i ragazzi di Steven Gerrard sono imbattuti, con buona pace dei delatori e dei cugini del Celtic, che quest’anno – dopo nove campionati consecutivi – torneranno a lasciare spazio ai rivali protestanti.

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Se in campionato i Rangers hanno comunque a disposizione una delle due rose più forti, in Europa League hanno superato abilmente tre turni preliminari – eliminando ai playoff un osso duro come il Galatasaray – per poi vincere quattro partite della fase a gruppi e fermare per ben due volte la corazzata Benfica, bloccata sul pari sia ad Ibrox che al Da Luz.

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Il tutto, segnando tanto e subendo relativamente poco. Per quanto riguarda la Scottish Premier League, i Gers hanno il miglior attacco e la miglior difesa, frutto di un lavoro meticoloso, calcolato e ragionato pianificato nell’ultimo biennio dallo staff di Gerrard. Che, a sua volta, ha avuto il grande merito di metterci tutto il resto, dalle idee al carisma.

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Fonte immagine: @rangersfc (Instagram)

Gerrard, l’uomo in più dei Rangers

Infatti, è proprio il manager inglese l’uomo in più, la pietra angolare di un progetto sportivo ripartito post fallimento dalla quinta serie, che ha visto i Rangers riaffacciarsi in massima divisione con molte difficoltà. Dopo alcune stagioni interlocutorie, ad Ibrox è arrivato Gerrard e la musica è cambiata, in campo e sul mercato.

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Nel primo caso, perché contrariamente a prima la squadra gioca un calcio più europeo, propositivo e d’attacco. Nel secondo, invece, va considerato il fatto che l’ex bandiera del Liverpool ha portato in dote un grande appeal, capace di convincere anche calciatori di un certo livello ad accettare il mediocre panorama calcistico scozzese.

La rivoluzione sul mercato

Dei calciatori ereditati da Gerrard al momento del suo arrivo, a Glasgow ne sono rimasti pochi. In realtà solo due, James Tavernier e Alfredo Morelos, erano titolari anche prima dell’approdo di Stevie G nella città scozzese. Il primo ancora oggi è fondamentale, visto che si tratta di un terzino che in termini di gol va in doppia cifra; il secondo, invece, è il terminale offensivo di una squadra che produce tantissime occasioni, capace di associarsi molto bene sia con Roofe – altra intuizione di Gerrard – e Defoe.

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Il resto è tutta farina del sacco di Gerrard, che ha convinto gente come Ryan Kent – ex baby prodigio di casa Liverpool -, Zungu, Balogun, il figlio d’arte Hagi, Katic e Barisic ad accettare la destinazione scozzese. Mentre in campionato i Rangers si avviano a vincere il titolo, in Europa League l’urna di Nyon ha riservato lo Slavia Praga come avversario da battere per accedere ai quarti di finale. Per sognare ancora, scrivendo un nuovo capitolo di una stagione strepitosa.

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