Raymond Domenech non è più l’allenatore del Nantes: la sua avventura, fallimentare, è durata sette partite senza vittorie
Quando a cavallo di Natale Raymond Domenech venne chiamato al capezzale di un Nantes derelitto, in molti si chiesero se la società gialloverde avesse riflettuto su una nomina tanto sorprendente quanto inconcepibile. Domenech, fuori dal giro da oltre dieci anni, ha accettato un incarico suicida per entrambe le parti in causa e, infatti, l’avventura del 69enne lionese è durata un mese e mezzo scarso.
Domenech lascia con un score sicuramente poco invidiabile: nelle sette partite in cui si è seduto in panchina, il Nantes ha messo insieme tre pareggi e quattro sconfitte. Nessuna vittoria, nemmeno per sbaglio: un bello smacco per chi, con la solita spavalderia che lo contraddistingue, si era presentato alla stampa sbeffeggiando i giornalisti che si domandavano se davvero un allenatore la cui carriera è terminata nel 2010 fosse davvero una soluzione efficace.
Domenech, una carriera in discesa
La risposta l’ha data il campo e, ovviamente, è stata negativa. D’altronde, come sottolineato anche dalla stampa francese, Domenech non è mai stato un innovatore ma un allenatore dai principi abbastanza conservativi. Le sue squadre, una su tutte la Francia, giocavano un calcio più imperniato sulla distruzione che sulla proposta, poco godibile a assolutamente non vincente.
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In secondo luogo, l’ormai ex tecnico del Nantes non è mai stato uno in grado di cementare il gruppo. Anzi, tutti ricorderanno bene la nazionale dei clan che, nel 2010, si presentò al via del Mondiale sudafricano. Un fallimento epocale, peggio anche di quello del 2002, dal quale la selezione si è risollevata non appena Domenech se n’è andato lasciando il posto a Deschamps.
Infine, va anche detto come all’esterno la sua persona venga percepita tutt’altro che simpaticamente. Senza andare troppo indietro nel tempo, tra le uscite recenti spicca la critica feroce a Gasperini nel post Atalanta – PSG di Champions League: “Complimenti al PSG per questa bella emozione – scrisse su Twitter – e grazie a Gasperini per i suoi cambi a fine partita. Questo dimostra che la leggenda che i tecnici italiani siano i migliori resta una leggenda”.
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La crisi del Nantes
La vicenda Domenech apre a una riflessione più ampia su quella che è stata fino a oggi la stagione del Nantes. La compagine con sede nella caratteristica Loira sta per nominare il suo quarto allenatore in sei mesi, segno che qualcosa a monte non stia andando per il verso giusto.
Il presidente Waldermar Kita è notoriamente un tipo abbastanza vulcanico, di quelli alla Zamparini, e infatti dal 2007 la sua storia parla di ben 18 avvicendamenti in panchina. Il nuovo tecnico del Nantes, probabilmente l’ennesima vittima sacrificale, sarà Antoine Kombouarè, reduce da alcune stagioni disastrose, come se non di più della grottesca gestione del club gialloverde.
Le FC Nantes annonce l’arrivée d’𝗔𝗻𝘁𝗼𝗶𝗻𝗲 𝗞𝗼𝗺𝗯𝗼𝘂𝗮𝗿𝗲́ au poste d’entraîneur principal afin que le Club amorce un nouvel élan pour conserver sa place dans l’Élite.
Par cette nomination, le Club annonce également sa décision de se séparer de Raymond Domenech. pic.twitter.com/yxo9yKP1Of
— FC Nantes (@FCNantes) February 10, 2021
Kombouarè, che anni fa aveva guidato il PSG, è prima subentrato al Dijon portandolo allo spareggio per non retrocedere dopo averlo preso a metà classifica. L’anno successivo è retrocesso in maniera netta con il Guingamp, mentre più di recente è stato esonerato dal Tolosa ultimo in classifica (e poi retrocesso in Ligue 2).
Insomma, non una grande presentazione, in una squadra che sta pesantemente soffrendo l’assenza di una solidità societaria, ma anche una crisi tecnica figlia di sessioni di calciomercato fatte senza idee, competenze né tanto meno sussulti. Il destino sembra segnato, a prescindere dalla comica parentesi di Domenech.
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