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La Liga NOS sta crescendo grazie a una generazione di allenatori portoghesi considerati moderni e innovatori

Lo Sporting Lisbona veleggia primo in classifica nel massimo campionato portoghese, con uno score invidiabile di 14 vittorie in 17 partite, senza ancora aver perso una singola partita. Dato incredibile, che sulla sponda biancoverde della capitale lusitana sono soliti invidiare ai rivali storici del Benfica. All’Alvalade però la musica è cambiata quando in panchina si è seduto Ruben Amorim.

Classe 1985, un passato da centrocampista proprio con gli Encarnados, alle spalle Amorim ha una storia professionale abbastanza controversa. Dopo aver iniziato in terza serie al Casa Pia, si è preso un anno di squalifica per aver allenato senza patentino. Una volta rientrato, si è accasato al Braga, dove dopo un breve apprendistato nel settore giovanile è stato promosso in prima squadra al posto dell’esonerato Sa Pinto.

Con lui in panchina, il Braga ha abbandonato il terzultimo posto della scorsa Liga NOS, arrivando alla qualificazione in Europa League. Che, però, Ruben Amorim non ha festeggiato, perché poco prima del lockdown lo Sporting Lisbona ha versato oltre 10 milioni di euro nelle casse degli Arsenalistas per portarlo subito a Lisbona. Lo Sporting, oggi, ha la sesta rosa più giovane per età media, la stessa a mettere nel mirino un titolo che da quelle parti manca da troppo tempo.

allenatori portoghesi

Fonte Instagram: @SportingCP

Amorim e i suoi fratelli

La Liga NOS è un campionato che, negli ultimi decenni, ha forgiato allenatori portoghesi di tutto rispetto: Ruben Amorim è figlio della generazione dei Villas Boas e dei Nuno Espirito Santo, nipote di quel José Mourinho che ha aperto la strada della consacrazione ai tecnici portoghesi. Infatti, se il Benfica dopo anni di autarchia ha (ri)affidato la panchina a Jorge Jesus (altro esponente di spicco tra i “vecchi”), attorno sta crescendo un microcosmo di formatori molto interessanti.

Per esempio, non ha certo bisogno di presentazioni Sergio Conçeiçao, che ha preso il Porto tre anni fa e lo ha riportato ai vertici, nonostante le tante difficoltà economiche della società. Il Braga, invece, sta crescendo molto sotto la guida di Carlos Carvalhal, formatosi in Spagna e rilanciatosi in patria con il Rio Ave, portato fino ai preliminari di Europa League che poi la squadra ha perso ai calci di rigore contro il Milan.

Le new entry

Ci sono poi alcuni allenatori che si stanno particolarmente affermando quest’anno. Il primo è João Henriques, tecnico del Vitória Guimarães in lotta per l’accesso alle coppe. Il suo contratto scade a giugno e non ha ancora rinnovato. Il motivo? Semplice, potrebbe fare il grande salto in alto, soprattutto se dovesse traballare qualche panchina delle grandi, tipo quella del Benfica.

Al Paços de Ferreira, invece, sta facendo grandi cose Pepa, 40 anni ma già una lunghissima esperienza nelle divisioni inferiori. Nonostante le poche individualità di spicco a disposizione, i Castores giocano un calcio propositivo e offensivo, imperniato sulla figura del centravanti Douglas Tanque e tratteggiata dagli strappi del talento sudafricano Singh, esterno sinistro di un 4-3-3 molto fluido che, in fase di possesso, talvolta si trasforma in un 4-2-3-1.

Infine, nonostante non se la stiano passando benissimo, una menzione la meritano anche Miguel Cardoso e Paulo Silas: il primo allena il Rio Ave e paga l’inizio della preparazione in anticipo causa impegni europei, mentre il secondo – ex Sporting: fu lui a essere cacciato lo scorso anno per fare spazio ad Amorim – ha 44 anni e tanta voglia di rilanciarsi al Famalicão, dove però i risultati passano in secondo piano rispetto alle esigenze di Jorge Mendes.

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Fonte immagine: @fcin1908it (Twitter)

Allenatori portoghesi: i big nel mondo

Sono molti gli allenatori portoghesi che stanno facendo grandi cose anche in Europa. Uno lo conosciamo molto bene ed è Paulo Fonseca, che alla Roma sta lottando per l’accesso alla prossima Champions League. Quando ha lasciato lo Shakthar Donetsk, il suo posto è stato assegnato a Luis Castro, capace di portare avanti la tradizione vincente dei Minatori in patria.

Poi, menzione d’obbligo per José Mourinho, la pietra angolare dell’accademia portoghese, e Nuno Espirito Santo, che al Wolverhampton ha disputato diverse stagioni di livello. Senza squadra, da pochi giorni, André Villas Boas, dimessosi dal Marsiglia per dissidi di mercato con la dirigenza, in seguito a una contestazione feroce degli ultras. Ma a trovare un altro impiego, potete scommetterci, non ci metterà molto.

Infine, un grande futuro potrebbe averlo Abel Ferreira, fresco vincitore della Copa Libertadores alla guida del Palmeiras. Il tecnico ex Braga e PAOK ha importato il proprio metodo europeo, organizzato ed efficace, raccogliendo i frutti del proprio lavoro in pochi mesi. Anche questo, è un grande successo.

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