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Abbiamo parlato con Luca De Simone, agente di Rolando Mandragora, per avere maggiori dettagli sul trasferimento al Torino e sugli obiettivi stagionali del centrocampista

Rolando Mandragora al Torino è stato uno dei colpi di mercato più importanti della sessione di gennaio ma anche uno dei più sorprendenti. Grazie a un grande lavoro di tutte le parti coinvolte, alla fine Mandragora ha potuto vestire la maglia dei granata, dicendo dunque addio a Udine e ai colori bianconeri friulani. In esclusiva per www.minutidirecupero.it l’agente di Rolando Mandragora – cioè Luca De Simone – ha commentato le prospettive di questa operazione di mercato, nata quasi per caso e conclusasi in maniera positiva.

Mandragora, l’agente: “Somiglia a Jorginho, mentalmente è un fuoriclasse. Ecco perché ha scelto Torino”

Il trasferimento di Mandragora è risultato a tratti sorprendente. Com’è nata questa opportunità?

“In realtà non era previsto un trasferimento a gennaio perché avevamo pianificato che il ragazzo restasse a Udine per l’intera stagione invernale. Poi sono arrivate delle offerte alla Juventus da una serie di club che in maniera inaspettata hanno pressato molto. Così siamo stati avvisati dalla Juve di parlare con loro. Tutti i progetti che ci sono stati sottoposti erano di livello, poi abbiamo ragionato con il ragazzo e la scelta è ricaduta sul Torino”.

C’erano anche altre squadre che volevano Rolando a gennaio?

Cagliari e Fiorentina. Più o meno con la stessa offerta, sia in termini tecnici che economici. Prima dell’infortunio c’erano anche Milan e Napoli, dopo che si è fatto male però i grandi club sono stati a guardare. E staranno ancora a guardare cosa succederà. Lui in questo periodo lavorerà per la convocazione all’Europeo, la Nazionale è un obiettivo”.

A proposito di Europeo, credi che con un po’ di continuità Mandragora riuscirà a ritagliarsi un posto in Nazionale?

“Nel nostro progetto la Nazionale è un punto fermo, fa parte certamente dei nostri progetti quotidiani. Mi sembra evidente che il percorso debba passare per il club di appartenenza. Nel Torino lui darà tutto con l’obiettivo di mettere in difficoltà Mancini per l’Europeo. Ha le carte in regole per tentare la scalata. E dico così perché nel suo ruolo ci sono dei signori giocatori e la battaglia sarà dura.

Rolando però è uno abituato alla battaglia e ha la possibilità di recuperare il tempo perso. Il lavoro quotidiano è per l’Europeo, anche perché per caratteristiche lui è unico: se trova continuità avrà la sua chance. Adesso la parola passa al campo”.

Al Torino ritrova Nicola, un allenatore che all’Udinese aveva creduto molto in lui. È stato decisivo per questa scelta?

“Sicuramente è stato un elemento che ha contribuito, però diciamo che lui è rimasto affascinato soprattutto dalla piazza, dal blasone e dalla maglia del Toro. Lui si immedesima molto nel cuore granata perché è un guerriero. Gli è piaciuto il concetto, oltre che il progetto esposto da Vagnati e Cairo.

Nicola poi ovviamente lo conosce bene perché l’ha allenato a Crotone e a Udine. Il ragazzo conosce i moduli con i quali dovranno lavorare (cioè 3-5-2 e 3-4-1-2), quindi dovrebbe fare il vertice basso e l’interno insieme a Rincon immagino. Dovrà dare fosforo, l’hanno preso per fare la regia.

Secondo me è il giocatore che come caratteristiche tecniche assomiglia di più a Jorginho. Rolando è un po’ più strutturato, Jorginho invece ha più esperienze ma ci sono somiglianze”.

Mandragora, bianconero nel passato e nel futuro?

Come giudichi il suo percorso all’Udinese, al netto di infortuni e tanti cambi tecnici?

“Il rapporto con Udine città e club è stato importante nel percorso di crescita che avevamo programmato. L’unico problema è stato l’infortunio. In quel momento lui era nel pieno delle performance psico-fisiche ed era in rampa di lancio. Poi l’infortunio ha rallentato il percorso ma lui come un leone ha combattuto ed è tornato in convocazione dopo 4 mesi e 3 settimane. Se non è un record poco di manca. Questa la sua abnegazione, dal punto di vista mentale è un fuoriclasse indiscutibile, non ha fatto vacanza e non si preso un’ora, ha lavorato dalle 8 di mattina a mezzanotte per farsi convocare il prima possibile. Dal punto di vista mentale si è impegnato tantissimo”.

Secondo te c’è una concreta speranza che il ragazzo possa in qualche maniera tornare alla Juventus per restare o comunque trasferirsi in futuro in una big?

“Se ho imparato una cosa è che i contratti sono fatti per non essere rispettati. Può succedere di tutto. Può succedere che stia per anni a Torino così come che possa arrivare un’offerta importante in estate che il Toro prenderà in considerazione”.

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