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Le ipotesi sulla cessione dell’Inter tengono banco da inizio 2021: cosa sta succedendo e a che punto siamo? Proviamo a fare il punto della situazione.

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Questo inizio di 2021 è stato segnato in maniera netta dalle notizie in merito alla possibile cessione dell’Inter, che colpisce poiché si tratta di un club che sembrava saldamente nelle mani del gruppo cinese Suning dal 2016.

La crisi economica dovuta alla pandemia e le conseguenti contromisure del governo di Pechino, a cui Suning è strattamente legata, hanno cambiato improvvisamente le cose. Così, mentre l’Inter si ritrova in lotta per il campionato per il secondo anno consecutivo, in molti stanno iniziando a chiedersi quale sarà il futuro della società e come le vicende della proprietà potrebbero influenzare quanto avviene in campo. Ecco a che punto siamo.

Come tutto è iniziato

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O meglio, come ne siamo venuti a conoscenza. Il 2 gennaio scorso, il Corriere dello Sport titolava a sorpresa “Inter, ipotesi vendita“. Il quotidiano diretto da Ivan Zazzaroni rivelava che Suning avesse dato disposizioni alla banda d’affari Rothschild di cercare nuovi soci o addirittura nuovi acquirenti, e che nel frattempo il calciomercato sarebbe stato limitato e si sarebbe provveduto ad abbassare il monte ingaggi, ad esempio liberandosi di Eriksen.

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Pochi giorni dopo, venivano annunciate trattative per far entrare in società l’imprenditore cinese Jack Ma, proprietario del sito di e-commerce Alibaba, o il fondo d’investimento BC Partners. Delle due opzioni, solo la seconda si è poi concretizzata, e le trattative tra BC Partners e Suning sono tutt’oggi in corso.

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Il fatto, però, è che la crisi di Suning era nota in Cina almeno da novembre, quando l’altro club della famiglia Zhang, il Jiangsu, conquistava la Chinese Super League ma doveva vedersela con diversi problemi di stipendi arretrati. Secondo altre fonti, la crisi del colosso asiatico aveva però mostrato i suoi primi sintomi nel 2019, e la pandemia li avrebbe solamente aggravati. Per tutelare la propria economia, il governo cinese ha spinto le aziende locali a diminuire gli investimenti nel calcio straniero, ed è così emersa l’ipotesi di vendere quote dell’Inter.

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Dei problemi di Suning in Cina si è poi tornato a parlare a febbraio, con la notizia che PPTV, il network di proprietà del colosso cinese, non ha trasmesso Fiorentina – Inter, a causa dei ritardi dei pagamenti verso la concessionaria IMG. Un altro dettaglio che ha fatto sospettare che la crisi di Suning sia in realtà ben più vasta di quanto non si dica.

Cessione Inter: le trattative

Fin da subito, BC Partners ha dimostrato di essere intenzionata a fare sul serio. Si tratta di un fondo di private equity britannico che, inizialmente, si era interessato al club nerazzurro per rilevare le quote di LionRock, altro fondo d’investimento partner di Suning, che detiene poco meno di un terzo delle azioni societarie. Ma adesso pare che i britannici stiano procedendo in un’ottica più ampia, che coinvolgerebbe la cessione dell’Inter da parte di Suning.

Secondo il Sole 24 Ore, BC Partners rileverebbe la maggioranza delle quote, ma la famiglia Zhang potrebbe restare come socio di minoranza. Al momento, le richieste cinesi ammonterebbero a 900 milioni di euro, mentre il fondo britannico avrebbe offerto 750 milioni: la distanza tra le parti, quindi, è ancora ampia. Ma è significativo che una trattativa all’inizio smentita da Zhang, poi è stata riconosciuta come orientata all’ingresso di nuovi soci e infine si sta concretizzando come un autentico cambio di proprietà.

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Fonte immagine: @fcin1908it (Twitter)

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BC Partners non è la sola interessata al club nerazzurro, però. I nomi circolati finora riguardano vari altri fondi d’investimento, come Arctos Sport Partner ed EQT, indicati dal Financial Times, il fondo sovrano di Singapore Temasek e, soprattutto, Kapital Football Group, che fa capo al gruppo finanziario statunitense Ares Management Corp.

Pietro Lazzerini ha scritto su Tuttomercatoweb.com che “l’era cinese dell’Inter è virtualmente già conclusa”, e che probabilmente le trattative per il passaggio di proprietà del club arriveranno a un momento di svolta verso la metà di febbraio, quando ci sarà un faccia a faccia importante tra Zhang e BC Partners.

Il 2 febbraio, però, è arrivata la notizia di una rottura tra le parti, dovuta alla volontà di Suning di cercare altri partner, dopo un’offerta non adeguata da parte di BC Partners. Tuttosport, invece, ha rivelato che il fondo americano sarebbe rimasto spiazzato dalla decisione della proprietà cinese, e che non sarebbe ancora stata presentata alcuna offerta ufficiale. Secondo la Gazzetta dello Sport, invece, BC Partners non andrebbe oltre i 750 milioni di valutazione, che Suning ritiene inferiori al vero valore del club.

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Pochi giorni dopo, sempre Tuttosport comunicava una nuova offerta di BC Partners, alzata a 800 milioni di euro. Sempre meno di quanto vorrebbe Suning, che valuta l’Inter 1 miliardo, ma il fondo statunitense avrebbe ribattutto che c’è poca differenza: in caso di acquisto, la nuova proprietà dovrebbe subito investire altri 200 milioni per le spese societarie, che se la trattativa ritarda dovranno essere pagate da Suning. Nella mattinata del 2 marzo, il Corriere della Sera ha confermato l’ultima offerta di BC Partners e l’arrivo dei suoi emissari a Milano per trattare l’acquisto dell’Inter.

Il 3 marzo 2021, il top manager di BC Partners Nikos Stathopoulos ha rivelato a Bloomberg che il fondo sta sicuramente “valutando di investire nell’industria dello sport, che sia una lega o la proprietà di un club”. Ha anche aggiunto che “i fondi porterebbero capitale e potenzialmente anche più professionalità, più disciplina e più regole in leghe e in club che oggi sono guidate da un punto di vista più individuale”, ma non ha detto nulla di preciso sull’Inter e sullo stato della trattativa con Suning.

Questa mossa, comunque, ha riaperto la corsa, con Ares Management Corp leggermente in vantaggio su altri tre fondi stranieri: Fortress, Arctos ed EQT. Più di recente, è emerso anche un non meglio specificato interesse da parte di investitori del Qatar e dell’Arabia Saudita, come il fondo PIF Ad ogni modo, la definitiva cessione dell’Inter, secondo varie fonti, non dovrebbe però richiedere ancora troppo tempo: inizialmente si era parlato di un closing entro fine febbraio, che però non è arrivato.

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A maggio, un nuovo nome ha conquistato la pole positione tra i possibili acquirenti del club: si tratta del fondo statunitense Oaktree Capital che si è detto disposto a versare a Suning 250 milioni di euro di prestito per coprire le spese societarie. In cambio, però, il fondo otterrebbe il 30% delle quote dell’Inter (quelle di Lion Rock) e da lì inizierebbe la sua progressiva scalata verso la proprietà.

Le conseguenze sull’Inter

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La domanda che, però, i tifosi si stanno ponendo in questo momento è: la cessione dell’Inter, per la squadra, cosa significa? Al momento non è ancora chiaro; ma è risaputo che, di solito, quando sono in corso trattative di questo genere il calciomercato si blocchi, sia in entrata che in uscita. Forse, è per questo motivo che Conte si è deciso a riconsiderare la posizione di Eriksen, sapendo che non potrà liberarsene nei prossimi giorni e non vedrà nuovi arrivi.

Inizialmente si era parlato di ritardi nei pagamenti degli stipendi, come avvenuto al Jiangsu. Suning ha assicurato che questi soldi non sono a rischio, ma che viste le difficoltà finanziarie è stato trovato un accordo coi giocatori per posporli di qualche mese.

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Un’altra voce riguarda il rinnovo dei contratti dei giocatori (come ad esempio Lautaro Martinez, Bastoni e De Vrij), che sarebbe stato momentaneamente congelato. Le ragioni di questo stop sono facilmente intuibili, ma va precisato che nessuno di questi giocatori va in scadenza a giugno. L”unico giocatore importante vicino alla fine del suo accordo coi nerazzurri è infatti D’Ambrosio, anche se secondo la Gazzetta dello Sport presto arriverà un’offerta.

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Fonte Immagine: @lautaromartinez (Instagram)

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