Il passaggio di Papu Gomez al Siviglia è l’ennesimo capolavoro tecnico e gestionale dell’Atalanta, che dalla vicenda esce più solida e forte
Ora è anche ufficiale: Alejandro Gomez è un nuovo calciatore del Siviglia. Il centrocampista offensivo – come ama definirsi lui – argentino ha formato con il club andaluso, lasciando l’Atalanta dopo quasi sei anni, ricchi di successi e soddisfazioni ma terminati nel peggiore dei modi. Ormai da quasi due mesi Papu viveva da separato in casa, messo praticamente fuori rosa da Gasperini e depotenziato di ogni responsabilità da una società che ha deciso si da subito da che parte schierarsi.
Una prova di forza, quella da parte dell’Atalanta, che parte da lontano e solidifica ancora di più lo status di una società che, sulla carta, potrà anche essere considerata “media”, ma di sicuro si sta comportando da grande. La Dea ha idee e strategie chiare, le abbina a competenza e visione d’insieme, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti e parlano di una realtà ormai cliente abituale al grande hotel delle big.
Atalanta – Gomez: perché la società ha ragione
La separazione tra l’Atalanta e Papu Gomez è stata sicuramente dolorosa, come confermato dallo stesso calciatore una volta atterrato in Spagna per svolgere le visite mediche. Ci sono cose che non sono andate per il verso giusto, screzi che – magari in altri tempi – si sarebbero risolti diversamente o, semplicemente, non va scartata l’ipotesi di un ciclo alla fine che, soprattutto in un contesto fluido come il calcio, talvolta è fisiologico.
L’Atalanta lo ha capito, così ha deciso di lanciare un segnale che la squadra ha percepito alla grande: da quando l’ex Catania non scende più in campo, la Dea non ha mai perso e anzi, anche a livello di proposta, i nerazzurri hanno cominciato a rimacinare gioco come ai bei tempi. Cosa ci dice questo? In primis, che tutti sono utili ma nessuno è indispensabile. Compreso Papu Gomez, per quanto i successi recenti della squadra siano (anche) da ascrivere alla sua crescita.
Ma c’è un messaggio ancora più profondo che l’Atalanta ha lanciato allontanando il calciatore: la società ha una struttura solida e delle gerarchie da seguire, nelle quali l’allenatore – a meno di cataclismi – conta più del singolo in rosa. In tal senso, con una sola mossa, non solo la famiglia Percassi ha sedato una situazione che poteva facilmente infiammarsi, ma contestualmente ha dato forza alla figura di Gasperini.
Capolavoro tecnico ed economico
C’è però anche una parte economica da sottolineare per quanto riguarda l’affare Gomez – Siviglia. Infatti, nonostante la rottura tra le parti nota a tutti, la società bergamasca è stata molto chiara: a gennaio il giocatore parte solo per l’estero o per andare in squadre che non siano dirette concorrenti della Dea in chiave Champions League. Così Juventus, Inter e Roma si sono dovute tirare indietro, anche perché Percassi ha detto chiaramente che non ci sarebbero stati problemi a tenere il calciatore in tribuna.
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Una volta incassato il gradimento del Siviglia, la dirigenza ha accettato un’offerta da 7 milioni di euro, poco meno dei 10 preventivati ma pur sempre un buon gruzzoletto per un ultratrentenne il cui status da separato in casa è stato strombazzato ai quattro venti. A Papu Gomez non è comunque andata male, visto che ha firmato fino al 2024, allungandosi quindi la carriera in maniera sensibile prima di un ipotetico ritorno in Argentina.
La vicenda insegna principalmente che una società solida e credibile, a meno di improbabili eccezioni, ha sempre il coltello dalla parte del manico quando si tratta di sedersi al tavolo delle trattative. La coesione e l’unione di intenti tra proprietà, dirigenza e allenatore è totale, ma soprattutto percepita in maniera netta da tutto il gruppo squadra. Una squadra che funziona, come detto, oltre il singolo: il segreto degli ultimi anni, probabilmente, è soprattutto questo.
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