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Milik sembra ormai pronto all’addio al Napoli, dopo oltre quattro anni in Serie A. Il suo arrivo aveva promesso una storia molto diversa da quella che poi abbiamo visto.

Nell’estate del 2016, Arkadiusz Milik da Tychy, Polonia meridionale, arrivava al Napoli per 32 milioni di euro: uno dei colpi del calciomercato, scelto dalla società per sostituire l’uomo che aveva cambiato il volto dei partenopei nelle tre stagioni precedenti, Gonzalo Higuain.

Quattro stagioni e mezza dopo, Milik è ormai sul piede di partenza: ha svolto le visite mediche con il Marsiglia, e sembra ormai fatta per il suo passaggio in Ligue 1. Sebbene a febbraio compirà solamente 27 anni, il polacco viene ceduto per 8 milioni di euro, più 4 legati a bonus vari. Si conclude così la sua avventura al Napoli, con il rammarico per ciò che poteva essere e non è stato.

Non far rimpiangere Higuain

Non aveva un compito facile, Milik, al suo arrivo in Italia: Higuain non era stato solo un giocatore da 91 gol in 146 partite, con un freschissimo titolo di capocannoniere della Serie A; il suo arrivo dal Real Madrid era stato un evento grandioso a Napoli, l’approdo di un campione internazionale che sottolineava le grandi ambizioni del club. Con lui in camo, i partenopei avevano conquistato una Coppa Italia e una Supercoppa, vivendo il loro periodo d’oro.

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Fonte Immagine: @arekmilik (Instagram)

Arek Milik arrivava per una cifra importante e con ruolo e caratteristiche simili a quelle dell’argentino, ma con un background molto diverso: non un campione affermato, ma un promettente centravanti di 22 anni esploso quasi all’improvviso due stagioni prima in Olanda, con la maglia dell’Ajax.

Sulla carta, un acquisto perfetto, che garantiva di sostituire degnamente Higuain per diversi anni, senza impegnare che una parte del grande incasso fatto con la clausola rescissoria del Pipita (servita ad acquistare Maksimovic, Zielinski, Rog e Diawara). Le cose, però, non sono andate come ci aspettava.

Milik e il calvario degli infortuni

L’inizio fu fulminante: doppietta in campionato, il 27 agosto, al Milan; doppietta all’esordio in Champions League, il 13 settembre, contro la Dinamo Kiev. A inizio ottobre, però, arrivò un grave infortunio al legamento del ginocchio sinistro, che si tradusse in quattro pesantissimi mesi di stop. In quei mesi, successe qualcosa di fondamentale sia per la carriera del polacco che per la storia recente del Napoli.

Per supplire all’assenza di Milik, inizialmente Sarri voleva puntare su Manolo Gabbiadini, ma alla fine si risolse a una mossa a sorpresa, spostando a giocare centravanti l’ala sinistra Dries Mertens: nelle tre precedenti stagioni, il belga aveva segnato in tutto 34 reti col Napoli; altre 34 le segnò solo nel 2016-17, scoprendosi all’improvviso uno dei falsi 9 più devastanti in Europa.

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Fonte Immagine: @arekmilik (Instagram)

La principale conseguenza dell’esplosione di Mertens nel nuovo ruolo fu che, al ritorno nella lista dei disponibili, Arkadiusz Milik non era più un giocatore imprescindibile per il Napoli, che senza di lui aveva trovato nuovi equilibri. Inoltre, il fisico continuava a tormentarlo: a quasi un anno dal primo infortunio, anche il legamento del ginocchio destro fece crac, e stavolta l’assenza fu stimata fin da subito in almeno sei mesi.

Non fu la fine, però. Nel 2018, Carlo Ancelotti divenne il nuovo allenatore, ridisegnando il Napoli e scegliendo di tornare a fare affidamento su un centravanti classico. Alla sua prima stagione senza infortuni, il polacco fu il miglior realizzatore della squadra con 20 gol, convincendo tutti che il peggio era ormai alle spalle e che il club azzurro aveva finalmente trovato il suo centravanti.

La fine dell’esperienza napoletana

La scorsa stagione è stata in assoluto la più complicata: gli infortuni hanno ripreso a non dargli tregua fin dall’estate, minandone la preparazione, e poi a fasi alterne nel corso della stagione. È stata poi anche l’annata dello stop dovuto al coronavirus, e delle difficili prestazioni del Napoli, che a dicembre 2019 ha licenziato Ancelotti per prendere Gattuso, segnando di fatto la prematura fine di un progetto tattico mai del tutto sbocciato.

Milik è riuscito comunque a mettere a segno 14 gol complissivi in stagione, ma il rapporto con Gattuso non è mai stato particolarmente saldo, tanto che in estate è arrivato un attaccante molto diverso per caratteristiche, Victor Osimhen. Anche a causa del suo ingaggio (2,5 milioni di euro), la società lo ha messo in vendita, e per lui a un certo punto sembrava pronto un trasferimento alla Roma, dove era invece in partenza Dzeko.

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Fonte Immagine: @arekmilik (Instagram)

Ma alla fine l’intesa non è stata trovata, e il polacco è rimasto a Napoli: controvoglia lui e controvoglia la società, che di conseguenza non lo ha inserito nella lista per la Serie A e nemmeno in quella per l’Europa League. Si sono battute altre piste (l’Atletico Madrid, l’Inter, la Juventus) ma tutte senza successo, e il medesimo risultato ha avuto la trattativa per il rinnovo del contratto di Milik, in scadenza a giugno, che ha convinto il Napoli a metterlo fuori rosa.

In questa situazione, il Napoli è stato quindi costretto ad accettare un prezzo fortemente ribassato per il giocatore, guadagnandoci poco oggi piuttosto che perderlo gratis a fine stagione. Con la sua partenza, si chiude definitivamente un capitolo della storia del Napoli, quello che aveva visto il club campano essere stabilmente la principale rivale della Juventus nella lotta al titolo.

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