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Il Parma si assicura Benatia, ex difensore di Roma e Juventus e proveniente dall’Al-Duhail: l’esperto centrale marocchino è l’innesto giusto per la squadra di D’Aversa?

Il Parma è tra le formazioni più attive in questa prima parte di mercato invernale. La compagine ducale, in difficoltà fin dalle prime giornate di campionato, ha deciso di dare una prima scossa alla sua stagione sostituendo Fabio Liverani con Roberto D’Aversa. Un cambio che, per il momento, ha fruttato 1 punto nelle ultime 2 partite contro Lazio e Sassuolo. Il tecnico ha chiaramente bisogno di rinforzi e la dirigenza, da questo punto di vista, si sta mostrando particolarmente intraprendente.

Un reparto che in questi mesi ha palesato dei limiti è quello difensivo, viso che il Parma è una delle squadre più perforate della Serie A con 34 gol subiti. Per far fronte a questo problema, la società ha messo a segno un colpo di spessore. Si tratta di Medhi Benatia, difensore proveniente dall’Al-Duhail che arriva in gialloblù con la formula del prestito con obbligo di riscatto in caso di salvezza. Un innesto di esperienza e personalità, che però presenta anche delle controindicazioni.

Benatia

Fonte: @IFTVofficial (Twitter)

Bayern e Juventus i top club della sua carriera

Innanzitutto, è opportuno sottolineare gli aspetti positivi di questa operazione di mercato. Il più importante è dettato dal curriculum del giocatore, a cui certamente non manca l’esperienza internazionale. Cresciuto tra Guingamp e Olimpique Marsiglia, va a farsi le ossa in prestito a Tours e Lorient per poi essere ceduto a titolo definitivo al Clermont Foot. In questo club francese di Ligue 2 viene notato dagli abili scout dell’Udinese, che lo portano in Friuli nell’estate del 2010.

Tra il 2010 e il 2013 Benatia passa da giovane scommessa a uno dei centrali difensivi migliori della Serie A. Un rendimento che gli vale la chiamata nell’estate 2013 da parte della Roma, che lo acquista per 13,5 milioni di euro. In giallorosso Benatia migliora ulteriormente il suo rendimento, sia sul piano difensivo che offensivo (segna 5 gol in 33 partite, suo record in una stagione).

Nell’estate del 2014 il difensore marocchino compie un altro passo in avanti in carriera, andando a giocare per il Bayern Monaco. In due anni in baviera vince altrettanti campionati tedeschi e una Coppa di Germania, conquistando i primi trofei della sua carriera pur non riuscendo a giocare con continuità per qualche infortunio di troppo. Questi problemi fisici lo accompagnano anche nella sua esperienza alla Juventus, durata due stagioni e mezzo e condita da ben 5 trofei.  Una carriera dunque estremamente brillante, fatta di tante conquiste in alcuni tra i club più importanti d’Europa.

Troppi infortuni ed età avanzata: acquisto azzardato?

Se a Benatia non manca certo l’esperienza internazionale, altrettanto non si può dire della brillantezza sul piano fisico. Come già anticipato, le ultime stagioni della sua carriera sono state pesantemente condizionate da diversi infortuni. Una mancanza di prontezza che potrebbe limitare il suo apporto al Parma, che invece ha bisogno di giocatori in grado di fare subito la differenza.

Inoltre, c’è da considerare l’età ormai avanzata (33 anni) e il suo ultimo anno e mezzo lontano dal calcio europeo. Un periodo che potrebbe aver tolto al marocchino la determinazione per giocare in contesti calcistici di un certo livello. La speranza dei tifosi parmensi è che l’ex Juventus voglia sfruttare l’esperienza emiliana proprio per rimettersi in gioco e smentire chi lo dà già per finito.

Dove giocherebbe Benatia nel Parma di D’Aversa

Benatia va ad inserirsi in un reparto difensivo non esattamente improntato sulla linea verde. Sono infatti 4 i difensori gialloblù che hanno dai 30 anni in su, a cui però si aggiungono dei giovani come il nuovo arrivato Daan Dierckx. L’ex Juventus è chiamato quindi a mettere in campo tutta la sua esperienza, facendo da chioccia ai più giovani e cercando di guidare la fase difensiva parmense insieme ai suoi coetanei.

Dal punto di vista tattico, Benatia può giocare da centrale difensivo sia in una retroguardia a tre che a quattro (due schieramenti cari a D’Aversa). Oltre all’esperienza, il suo apporto può essere determinante sul piano delle letture difensive e dell’efficacia offensiva visto che è sempre stato un difensore con una particolare propensione per il gol.

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