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Il Torino riparte da Davide Nicola: dopo l’esonero di Giampaolo, Cairo ha affidato all’ex calciatore granata le speranze di una rimonta salvezza

Sarà Davide Nicola il nuovo allenatore del Torino. Il presidente Urbano Cairo lo ha deciso nella notte immediatamente successiva al pareggio casalingo contro lo Spezia di un Torino che, alla luce della classifica deficitaria, ha bisogno di una sterzata. Non solo tecnica, ma anche e soprattutto psicologica: ecco perché il numero uno del club ha dato il benservito a Marco Giampaolo, chiamando al capezzale colui il quale ha contribuito a portare il primo Torino di Cairo in Serie A.

Fu infatti un colpo di testa di Davide Nicola nei tempi supplementari del playoff contro il Mantova a regalare una gioia immensa ai tifosi. Si parla di ormai 15 anni fa, ma il ricordo è ancora ostinatamente vivo perché quel Toro, costruito in fretta e furia dopo il fallimento, aveva grinta, fame e uomini, prima ancora che calciatori. Nicola era tra questi, col numero 21 sulle spalle e una leadership che, anni dopo, ha provato a trasferire in panchina.

davide nicola

Fonte immagine: @OptaPaolo (Twitter)

Gli ultimi anni di Davide Nicola

Davide Nicola ha cominciato ad allenare nel 2010, al termine della sua carriera da calciatore. A dargli la prima opportunità fu il Lumezzane, dove il 47enne di Luserna si fermò per due anni. Poi Livorno, a lavorare dal vulcanico Aldo Spinelli, e il Bari pre fallimento, due club che richiedevano una forte componente gestionale che, paradossalmente, il tecnico ha affinato proprio grazie alle tante difficoltà vissute.

Il vero miracolo però Davide Nicola lo compie a Crotone, subentrando a Ivan Juric – che aveva portato la squadra per la prima volta in Serie A – e salvandola a scapito dei pronostici, che vedevano gli Squali spacciati dopo il girone di andata. Invece, il Crotone al ritorno imboccò un ruolino quasi da record, centrando la salvezza all’ultimo turno.

Quando la famiglia Vrenna gli propone il rinnovo, Davide Nicola – che qualche anno prima perse il 14enne figlio Alessandro e festeggiò la promozione con una pedalata fino alla Basilica di Superga – dice no e saluta la Calabria. Poi Udinese e Genoa, esperienze concluse entrambe con un esonero, e adesso il Torino, uno dei suoi grandi amori. Per salvare i granata serviranno sì idee, ma anche passione.

Come giocherà il Torino di Davide Nicola

Il modulo base di Davide Nicola è il 3-5-2, quello maggiormente utilizzato durante la sua ultima esperienza al Genoa, dove peraltro ha messo insieme il miglior coefficiente punti in Serie A (1.27, dati Transfermarkt). In tal senso, la rosa del Torino sembra costruita apposta. La grande differenza con la gestione Giampaolo, che aveva a sua volta riportato la squadra a giocare con questo sistema, è che Nicola preferisce distruggere il gioco altrui, anziché palleggiare com’è vocazione del suo collega.

Gli uomini, invece, dovrebbero essere pressappoco gli stessi, con l’unica differenza che in difesa non è (più) necessario avere gente che sappia per forza impostare dal basso. Quindi, il posto di Lyanco è a rischio, soprattutto se le prestazioni di alessandro Buongiorno dovessero continuare a crescere. Izzo e Bremer, così come Sirigu, dovrebbero essere quelli certi del posto, ma non è da escludere nemmeno il passaggio fisso a centrale di Ricardo Rodriguez.

https://www.youtube.com/watch?v=6h1u77qnlEg

Probabilmente il mercato non porterà nulla in dote, quindi la rosa sulla quale Davide Nicola dovrà ragionare sarà la stessa di Giampaolo. A destra Singo ha ormai superato Vojvoda nelle gerarchie, mentre a sinistra Ansaldi – fisico permettendo – può essere il titolare. Contrariamente all’allenatore precedente, che preferiva costruire per vie centrali, Nicola utilizza anche i laterali, che in fase di non possesso scalano sulla linea difensiva.

In mezzo si spera di recuperare Baselli, con Linetty, Lukic, Segre e Gojak a contendersi due posti in concorrenza al bresciano. Rincon sarà il mediano, a meno di arrivi dell’ultim’ora. Davanti, con Belotti, c’è il rebus attaccante da risolvere: servirebbe una seconda punta che non c’è, mentre Verdi, Zaza e Bonazzoli si sono già dimostrati poco funzionali. Per salvare il Torino, che oggi viaggia a 0.72 punti di media a partita, servirà un miracolo. Arriverà?

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