Con le prime sette squadre racchiuse in 4 punti, la corsa al titolo in Premier League sembra essere la più equilibrata di sempre. Liverpool permettendo.
Con la sconfitta del Liverpool per 1-0 sul campo del Southampton, nel posticipo del lunedì sera di Premier League, dopo 17 turni (con qualche partita da recuperare qui e là) il campionato inglese vede le prime sette squadre raccolte in 4 punti, dietro alla coppia Liverpool-Manchester United in vetta a quota 33.
Quella a cui stiamo assistendo in questa stagione 2020/2021 sembra a tutti gli effetti la Premiership più equilibrata di sempre, da quando il format del massimo campionato inglese è strutturato in questo modo (ovvero, post-1992). Mai in questi trent’anni si era arrivati a metà stagione con così tante squadre potenzialmente in corsa per il titolo, e mai si era avuta l’impressione che nessuno fosse in grado di fare lo scatto decisivo e imporre un ritmo più alto degli altri.
A defiant performance in defence and a clever finish from Danny Ings sets up an impressive Southampton win#SOULIV pic.twitter.com/zMSIdV2XGb
— Premier League (@premierleague) January 4, 2021
Con solo sette vincitrici diverse in 28 stagioni di Premier League (di cui tre, Manchester City, Leicester City e Liverpool, appena negli ultimi sette anni), forse il 2021 potrebbe offrire un’altra sorpresa – almeno dal punto di vista dei pronostici.
Perché stiamo vedendo una Premier League così equilibrata?
La stagione 2020/2021 di Premier League è stata appena la quarta, dal 1992 a oggi, in cui tutte le squadre di vertice hanno perso almeno una partita entro novembre. Una statistica curiosa, che denota quanto quest’anno il campionato inglese sia davvero equilibrato, molto più che nel semplice racconto che se ne fa abitualmente.
In effetti, considerando la concretezza e il salto di qualità fatto dall’Everton di Carlo Ancelotti, e il sorprendente impatto di squadre inattesa, come la neopromossa Aston Villa (capace di vincere 7-2 contro il Liverpool ad Anfield, a ottobre) e il rinato Southampton, le tradizionali big stanno avendo molti più problemi del solito a imporre il loro status.
Oltre a Liverpool e Manchester City altalentanti, l’esempio più emblematico è il Chelsea guidato da Frank Lampard, con una sola sconfitta fino a dicembre, e poi capace di perderne addirittura quattro nelle ultime sei, dal 12 dicembre a oggi. Per contro, una squadra spesso macchinosa come il Manchester United, ma forte di individualità importanti e sopra la media, si ritrova in vetta con sei vittorie su dieci arrivate in rimonta da posizione di svantaggio.
La corsa al titolo in Premier League, spesso una poltrona per due
Dalla stagione 1992/1993, primo anno in cui il massimo campionato inglese si trasformò in “Premier League”, con un format completamente rinnovato rispetto alla precedente First Division, e la creazione di una struttura sottostante nuova (la Football League, composta da Championship, League One e League Two), la caccia al titolo inglese è spesso stata un affare a due.
Negli anni ’90, nonostante il predominio del Manchester United di Sir Alex Ferguson, c’era sempre una contendente a correre in parallelo, qualche volta in grado anche di arrivare davanti: rimane eccezionale il titolo vinto dal Blackburn Rovers nel 1995, con un punto in più del Man Utd (89 contro 88 punti, e il Nottingham Forest terzo a -11), a cui poi seguì per anni il duello fra Red Devils e Arsenal. I Gunners vinsero la Premier League nel 1998 e nel 2002, alternandosi con lo United, fino a trionfare da imbattuti nel 2004, ma a quel punto contro un nuovo avversario, il Chelsea.
Da lì in poi, si sono susseguite coppie sempre diverse: Chelsea-Man Utd, Man City-Man Utd, Man City-Liverpool. Nel 2014, il City di Pellegrini finì per vincere un titolo che era in mano proprio al Liverpool, inserendosi da terzo incomodo dopo la vittoria del Chelsea (anch’esso in corsa) ad Anfield. In tempi recenti, poi, il fantastico exploit del Leicester City nel 2016 (con il Tottenham a ruota tutto l’anno, poi terzo), fino alla recente crescita dei Reds di Klopp e la continuità del City di Guardiola.
Fino a quest’anno, però. Complici gli effetti della pandemia, il calciomercato ridotto e, soprattutto, gli stadi vuoti (che in Premier possono fare tutta la differenza del mondo), il trenino di testa ha molte pretendenti, e una sostanziale differenza rispetto al passato: tutte danno l’impressione di poter resistere nelle posizioni di vertice ancora a lungo.
Liverpool e Manchester City restano le più forti, intendiamoci, ma hanno bisogno di ritrovare continuità ed efficacia. Il Tottenham ha la concretezza (leggi José Mourinho, Harry Kane e Son) per arrivare in fondo, e lo stesso si può dire dell’entusiasmo del Leicester City. Il Manchester United a fari spenti può essere un problema per tutti, ed Everton, Aston Villa e Chelsea sono sempre alla finestra. Chissà, forse a maggio 2021 potremo avere un campione d’Inghilterra a sorpresa.
di Antonio Cunazza
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