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Forse non sarà necessario rivolgersi al mercato per sostituire Gomez: l’Atalanta ha il sostituto in casa, il suo nome è Matteo Pessina

Non baila come il Papu, ma è decisivo (quasi) come Gomez. Matteo Pessina, all’improvviso, dal nulla, sta per diventare l’erede dell’argentino. Una soluzione interna dopo la rottura con l’ormai ex capitano dell’Atalanta, un’intuizione di Gasperini che, tra Miranchuk e Malinovski, ha scelto un italiano, professione tuttofare, per riempire un vuoto che sembrava enorme. Pessina, silenzioso lavoratore del centrocampo, ha ascoltato le indicazioni di Gasperini, si è accorto che non sono tanto diverse da Juric, suo allenatore al Verona, ed è diventato riferimento sulla trequarti dei nerazzurri.

Accanto a Ilicic, un passo indietro rispetto allo sloveno, più vicino ai centrocampisti che a Zapata, riesce a donare equilibrio alla squadra e col Sassuolo, per non perdere le vecchie abitudini, ha anche ritrovato il gol, il suo primo stagionale, una rete arrivata dopo un perfetto tempo d’inserimento e su assist di Ilicic. Pessina ha alimentato l’azione prima di concluderla, l’ha avviata e poi si è fatto trovare pronto in area di rigore. Lo scorso anno erano stati sette i gol col Verona, in estate il ritorno all’Atalanta, il timore di non trovare spazio e ora, a sorpresa, ma meritandolo, la vetrina che da tempo sognava.

Pessina è l’erede di Gomez?

Nel calcio ci vuole anche fortuna, bisogna esserci nel momento giusto. Pessina, che in estate sperava di tornare a Verona, consapevole che all’Atalanta poteva esserci poco spazio, ha vissuto da spettatore interessato il litigio Gasperini-Gomez. Ad un certo punto s’è accorto che l’evoluzione di quella telenovela – con l’argentino in uscita – poteva riguardarlo. Così, con il Papu ormai ai margini e il mercato lontano, Gasperini gli ha concesso un’opportunità che Pessina non ha fallito.

matteo pessina

Fonte immagine: @Eliam_91 (Twitter)

Una prestazione positiva, poi un’altra, un’altra ancora. Oggi Pessina è un titolare aggiunto dell’Atalanta. Il gol al Sassuolo è la conferma della sua crescita. E’ partito diligente, voleva seguire un copione tattico senza snaturarlo, poi c’ha messo del suo, tracce di Pessina in ogni azione, fino alla rete contro la squadra di De Zerbi. Pessina dà il via all’azione, va in area, riceve da Ilicic e segna. Un altro Gomez, totalmente diverso, per non avvertire troppo l’assenza del Papu.

Un sostituto differente

Un altro Gomez pur essendo altro. Pessina occupa il suo ruolo ma lo interpreta in modo completamente differente. Non è un regista offensivo, non dribbla, non sprinta. E’ un centrocampista moderno, ha le due fasi, è utile in ripiegamento e in costruzione e, soprattutto, è bravissimo ad inserirsi senza palla. Un pericolo in più per gli avversari e una fonte inedita di gioco per l’Atalanta. Gli avversari che prima aspettavano Gomez e Ilicic palla al piede, ora dovranno stare attenti: Pessina arriva da dietro, come col Sassuolo, e colpisce con astuzia, è intelligente e generoso. Al Verona sono stati sette i gol.

Pessina è anche un regalo offerto al centrocampo. La sua natura lo spinge a partire da dietro, non è un trequartista classico, conserva l’indole da operaio e questo è un valore aggiunto per De Roon e Freuler. L’Atalanta, con Pessina, rinforza il centrocampo e attacca in modo diverso. Certo, mancheranno imprevedibilità e fantasia, ma a quello dovrà pensarci Ilicic e, comunque, le due riserve di russo, Malinovski e Miranchuk, potenziali erede del Papu che, nelle gerarchie, ora sono anche dietro l’italiano.

Che affare per l’Atalanta

Nel 2017, nell’operazione Conti, il Milan cede Pessina all’Atalanta. Un ventenne di belle speranze. Un vero affare per la formazione nerazzurra, abile a valorizzare il calciatore, scegliendo la squadra giusta dove farlo crescere (il Verona di Juric, l’allievo di Gasperini) e poi richiamandolo alla base e blindandolo, pur nell’abbondanza dell’attacco. Perché in una stagione infinita possono esserci colpi di scena. Come quello di Gomez. Pessina non lo dirà mai, ma ringrazia. Questa annata sta per diventare anche la sua.

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