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Il Chievo di Alfredo Aglietti ha cominciato bene la sua seconda stagione consecutiva in Serie B. Questi i motivi per cui i gialloblù possono ambire al ritorno in massima serie

Mucchio selvaggio in Serie B, per le posizioni valide per la promozione diretta e per i playoff. Mai come quest’anno, infatti, il torneo cadetto appare equilibrato in vetta. La sensazione è che difficilmente ci sarà una squadra capace di staccarsi dalle altre, come avvenuto lo scorso anno con il Benevento.  Tra le formazioni che possono legittimamente puntare alla Serie A figura anche il Chievo, reduce da una stagione chiusa con la sconfitta in semifinale dei playoff con lo Spezia.

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Tornati in Serie B dopo 11 anni, i clivensi hanno avuto un’annata ricca di alti e bassi, dovuta alla difficoltà nel metabolizzare la retrocessione dell’anno precedente e alla mancanza di esperienza in questo torneo. Un campionato comunque formativo per il Chievo, che ha infatti affrontato questa stagione di Serie B con ben altro piglio. Considerando quanto fatto vedere dai veronesi nelle prime settimane di campionato, il club di Luca Campedelli può puntare al ritorno in massima serie per diversi motivi.

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Rosa ampia, con elementi di qualità in ogni reparto

Per affrontare al meglio una stagione lunga ed impegnativa come quella di Serie B, serve una rosa in grado di fornire molte alternative all’allenatore. Da questo punto di vista, Alfredo Aglietti può ritenersi fortunato. Il suo Chievo, infatti, può vantare elementi interessanti in ogni zona del campo. Partendo dalla porta il titolare è Adrian Semper, giovane e promettente croato richiesto da diversi club di Serie A in estate. Come alternativa, già utilizzata in stagione quando Semper sembrava ad un passo dalla cessione, figura un elemento esperto e di sicura affidabilità come Andrea Seculin.

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Il roster dei difensori centrali comprende giocatori dalle caratteristiche diverse, che però garantiscono un rendimento positivo indipendentemente da chi viene schierato. I più utilizzati sono il giovane Maxime Leverbe – abile in fase d’impostazione – e gli esperti Michele Rigione e Guillaume Gigliotti, abili nel guidare il reparto difensivo con il loro carisma. L’altro centrale è Sauli Vaisanen, out per un grave infortunio ma autore di ottime prove lo scorso anno. Qualità anche sulle corsie esterne, con Vasile Mogos e Francesco Renzetti che stanno garantendo spinta e copertura difensiva su entrambe le fasce. Le loro alternative – Pavlev e Cotali – hanno invece ampi margini di miglioramento.

Semper

Fonte: Instagram @adriansemper_1

La linea mediana è il reparto che ha subito maggiori variazioni rispetto allo scorso anno. Il punto fermo è Luca Garritano, particolarmente ispirato sotto porta e già a quota 4 gol. Se la fascia sinistra è il regno dell’esterno ex Cosenza e Cesena, sull’altra corsia duellano Amato Ciciretti e Luigi Canotto: il primo garantisce estro e imprevedibilità, il secondo corsa e sacrificio per la squadra. Al centro sta trovando continuità la coppia composta da Luca Palmiero e Mattia Viviani. Il regista di proprietà del Napoli si sta rivelando un’autentica sorpresa, per come sta dirigendo il centrocampo con qualità e personalità, mentre il talento classe 2000 sta confermando quanto di buono ha fatto intravedere a Brescia. Alle loro spalle scalpitano Joel Obi – elemento dal curriculum importante, con tante presenze in A – ed Emanuele Zuelli, giovane promessa del vivaio capace sia di ringhiare sui portatori di palla avversari che di impostare il gioco.

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Garritano

Fonte: Instagram @acchievoverona

Anche nel reparto avanzato abbondano le novità rispetto allo scorso anno. L’elemento più di spicco è sicuramente Filip Djordjevic: giocatore di categoria superiore che però, tanto lo scorso anno quanto all’inizio di questa stagione, non ha garantito lo score sotto porta che tutti si aspettavano. Il serbo, comunque, non fa mai mancare il suo lavoro in fase di non possesso. Una qualità che riguarda anche Michael Fabbro, sempre in movimento su tutto il fronte offensivo per creare spazi per i compagni. Completano il reparto il giovane e guizzante Manuel De Luca e Francesco Margiotta, arrivato a mercato chiuso e autore già di 3 gol in campionato.

Djordjevic

Fonte: Instagram @acchievoverona

Già i nomi citati danno l’esatta misura della profondità della rosa clivense, ma ne manca uno che forse è quello di maggior qualità. Si tratta di Emanuele Giaccherini, rimasto al Chievo nell’estate del 2019 nonostante le numerose richieste. I continui infortuni e le voci di mercato che lo vorrebbero lontano da Verona lo hanno collocato ad un ruolo da comprimario. Un’assenza però compensata al meglio dai suoi compagni.

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Solidità difensiva e gioco propositivo

Quello che colpisce del Chievo di quest’anno è la chiara identità di gioco data dall’allenatore. Un processo più rapido del previsto, considerando i tanti volti nuovi e il ritiro pre stagionale segnato dai numerosi casi di Covid (che hanno impedito di fatto al Chievo di disputare amichevoli). Nonostante queste difficoltà e dopo un paio di risultati negativi, la squadra di Aglietti ha cominciato a macinare risultati grazie ad un’idea di gioco equilibrata nelle due fasi.

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Il Chievo edizione 2020/21 è infatti una squadra estremamente coriacea, come confermano i 9 gol subiti in campionato (seconda miglior difesa della Serie B) e le 5 gare chiuse con la porta inviolata. Un dato che però non deve ingannare sul modo di interpretare le gare dei clivensi. La squadra di Aglietti, oltre ad essere solida in difesa, è infatti anche decisamente intraprendente in attacco. Per occasioni cerate è tra le migliori realtà del campionato, anche se non sempre concretizza tutto ciò che costruisce. Migliorando anche su questo aspetto, può essere veramente tra le più serie candidate alla promozione.

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