Talentuoso e deciso a bruciare le tappe, Emanuele Zuelli è sicuramente uno dei talenti più interessanti della cadetteria già tenuto d’occhio da numerosi club di massima serie A
Per chi è appassionato di calcio, quello vero, scovare giovani talenti è particolarmente eccitante. Una scarica di adrenalina pura arriva vedendo in campo Emanuele Zuelli. Proprio il giovanissimo centrocampista classe 2001, in forza al Chievo Verona, è tra i volti nuovi ed emergenti del panorama calcistico italiano.
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Il ragazzo, nato a Merano, ha bruciato le tappe, non senza enormi sacrifici. La passione per il calcio l’ha spinto a lasciare casa e affetti già in tenera età per inseguire il sogno di bambino: diventare un calciatore professionista. Il trasferimento a Verona, la cura e la maestria di un settore giovanile all’avanguardia, l’hanno condotto fino alla prima squadra. Ormai in pianta stabile nella rosa a disposizione di Aglietti, si candida a un futuro importante, con i grandi club che hanno da tempo cominciato ad osservarlo da vicino.
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Il sogno realizzato e il provino con la Juve
Al contrario di molti suoi coetanei, Emanuele Zuelli mostra sin da subito una discreta propensione al gioco del calcio. Entra a far parte delle giovanili del Fc Bolzano, transitando anche da quelle dell’Alto Adige e dell’Fc Gardena. Le sue particolari abilità non sfuggono agli osservatori del Chievo Verona che gli propongono di allenarsi con l’Academy gialloblù. All’epoca ha soltanto 13 anni ma idee molto chiare. In quello stesso periodo viene attenzionato anche dagli scout della Juventus che non riescono a portarlo a Vinovo per via di alcune limitazioni imposte dalla giovane età del ragazzo.
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Bolzano-Verona. I quasi 300 chilometri da percorrere ogni giorno lungo l’autostrada A22, non scoraggiano la famiglia Zuelli, che supporta nel migliore dei modi il proprio campioncino. Al resto pensa lui, ragazzo dai sani principi, che non rinuncia a proseguire gli studi, riuscendo contemporaneamente a gettare le basi per una carriera nel calcio che conta. Sulla scia dei tanti calciatori altoatesini di successo (Benetti su tutti), entra a far parte del vivaio gialloblù nella stagione 2015/2016, passando in pochi anni dall’under 15 alla prima squadra. Un percorso netto, fatto di professionalità e soddisfazioni, come il primo esaltante campionato con la Primavera (conclusosi ai playoff) o la fascia di capitano assegnatagli l’anno successivo dal tecnico Mandelli.
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Chievo Verona, una scuola di vita
“Con il talento si vincono le partite, ma è con il lavoro di squadra e l’intelligenza che si vincono i campionati”. La frase di Michael Jordan campeggia sulla homepage del sito internet di Emanuele Zuelli, dove è possibile trovare foto, video e statistiche del diciannovenne. Parole che ben si addicono al suo modo di intendere il calcio e ne rispecchiano una volta di più le qualità umane prima che tecnico-tattiche. Il ragazzino alla prime armi, ha nel frattempo lasciato spazio a un giovane calciatore con la testa sulle spalle, pronto per meritarsi la grande occasione.
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A gennaio 2020 firma il primo contratto professionistico, debuttando in serie B a febbraio. A lanciarlo nella mischia è l’allora tecnico del Chievo Verona Michele Marcolini, proprio colui al quale in tanti lo paragonano oggi. L’avvento sulla panchina clivense di Alfredo Aglietti, se possibile, aumenta il credito nei confronti di Zuelli che esordisce per la prima volta da titolare a luglio sul campo della Cremonese. Un cerchio che si chiude, lasciando spazio a una nuova storia ancora tutta da scrivere, a patto di restare sul pezzo e interpretare nel modo corretto alcuni passaggi fondamentali all’interno del necessario percorso di crescita.
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Emanuele Zuelli, metamorfosi vincente
7 presenze in campionato, soltanto una dal primo minuto. Giudicando in maniera superficiale i numeri stagionali di Emanuele Zuelli, si potrebbe pensare ad alcune difficoltà che stanno togliendo spazio e visibilità a uno dei prospetti più interessanti del club del presidente Campedelli. In realtà, detto della folta concorrenza e della necessaria abitudine a esprimersi su determinati livelli in un campionato difficile da affrontare come quello cadetto, la sua crescita è evidente. Trequartista dai piedi buoni ai tempi degli esordi, ha saputo arretrare il proprio raggio d’azione, mettendo a disposizione dei compagni le qualità di palleggio e visione di gioco.
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L’arretramento sulla linea mediana che ha comportato necessariamente una feroce applicazione nella fase di non possesso. Interdizione e recupero palla sono del resto tra le caratteristiche che si richiedono a un mediano moderno. Fondamentali che Zuelli ha allenato costantemente e con discreto profitto, come confermato dai dati riguardanti “duelli vinti”, “intercetti palla” e “palle recuperate”. E così, mentre la percentuale dei “passaggi accurati” continua ad attestarsi ben oltre l’80%, è cresciuta sensibilmente quella relativa ai contrasti vinti (passata dal 38 al 56,4%). Una tendenza che conferma la trasformazione in atto da uomo da ultimo passaggio a centrocampista totale, sulla scia di quella che è attualmente la strada intrapresa dai tecnici a livello globale.
Chiamato a confermare quanto di buono si dice sul sul suo conto, Zuelli resta certamente tra i giovani da seguire con maggiore attenzione nel campionato di serie B, pronto a compiere il salto di qualità definitivo verso una carriera da protagonista.
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