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Sebastian Coltescu, quarto uomo di PSG-Basaksehir, è suo malgrado al centro del dibattito, accusato di aver usato un epiteto razzista durante il match di Champions League che ha convinto entrambe le squadre ad abbandonare il campo. La sua è una carriera controversa, fatta di diversi errori clamorosi.

COSA È SUCCESSO IN PSG-BASAKSEHIR

“Tutta la carriera di Coltescu è piena di momenti oscuri” diceva l’ex-arbitro rumeno Adrian Porumboiu dell’ormai celeberrimo, suo malgrado, quarto uomo di PSG-Basaksehir, che ieri sera è stato accusato di aver rivolto un’affermazione razzista al vice-allenatore dei turchi, il camerunense Pierre Webó.

La frase di Porumboiu, riportata dal quotidiano spagnolo As, non si riferisce a casi della gravità di quello di ieri, ma esclusivamente a errori tecnici, che hanno reso Sebastian Coltescu un arbitro molto discusso in Romania, negli ultimi anni. “Può essere che abbia talento – continua infatti Porumboiu – ma potrebbe dedicarsi ad altro, come alla musica o alla danza. Nell’arbitraggio bisogna essere imparziali”.

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Coltescu, gli errori e il tentativo di suicidio

Insomma, Coltescu era già stato al centro di polemiche in patria, anche se non avevano minimamente a che vedere con le discriminazioni. Gigi Becali, politico rumeno ed ex-presidente della Steaua Bucarest, nel 2010 arrivò a chiederne il ritiro a causa dei numerosi errori arbitrali (anche se probabilmente, per le accuse di ieri, Becali sarebbe pronto a difendere Coltescu, visto che lo stesso politico è noto per le sue posizioni razziste, misogine e omofobe).

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Diversi media italiani si stanno focalizzando molto sulla notizia, più scandalistica, del suo tentato suicidio del 2008, quando era ancora un giovane direttore di gara di 27 anni, e fu fermato mentre tentatava di buttarsi da una finestra. Era stato un arbitro molto promettente in Romania, raggiungendo il livello d’èlite europeo già nel 2006, ma alcuni errori avevano portato delle critiche e il rapido declassamento, spedendolo ad arbitrare in seconda divisione rumena.

Dopo quel momento difficile, però, Coltescu si era ripreso, tornando a essere uno degli arbitri più presenti in Romania. Ma, come abbiamo visto, le polemiche sui suoi errori non sono mai mancate. Nel 2015, durante un match tra Astra Giurgiu e Steaua Bucarest, annullò tre gol a questi ultimi, facendo perdere loro la partita, e non espulse un giocatore dell’Astra. Ma già nel 2013 aveva destato scalpore la decisione di mostrare il rosso a sei giocatori in una sfida tra Petrolul Ploiesti e Gaz Metan Medias; quando uno degli espulsi protestò in maniera abbastanza aggressiva con Coltescu, l’arbitro lo afferrò per il collo per allontanarlo.

Le reazioni all’episodio

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Oggi, Sebastian Coltescu ha 43 anni e conta 364 partite arbitrate in carriera, di cui la maggior parte nel campionato rumeno e anche 7 tra squadre nazionali. A livello internazionale, la sua carriera è stata abbastanza limitata, però: come arbitro principale ha diretto più che altro match minori, come ad esempio sfide di Youth League (la Champions League giovanile) o match preliminari di Europa League. Principalmente, infatti, è stato utilizzato come quarto uomo, ad esempio durante Shakhtar Donetsk-Real Madrid in questa stagione.

Cristian Balaj, il più noto arbitro rumeno di sempre, ha difeso Coltescu e tutto il quartetto arbitrale: “Se stava discutendo internamente con Hategan [l’arbitro della partita, ndr] non bisogna interpretare la parola in senso negativo, ma solo per identificare e non per offendere”. Più duro Ion Craciunescu, altro famoso direttore di gara rumeno del passato, che ha accusato i quattro del Parco dei Principi di incompetenza, lamentando che questa vicenda ha danneggiato enormemente la categoria dell’arbitraggio del proprio paese.

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https://twitter.com/mariomachille/status/1336416300919349248

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