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Botte, risse, aggressioni durante San Paolo-Tigre: la Copa Sudamericana 2012 passò alla storia per il suo epilogo di sangue

Primo in classifica con la possibilità, finalmente, di tornare a vincere. Questo funesto 2020 potrebbe essere l’anno per rivedere il San Paolo alzare un trofeo. Il Tricolor paulista, infatti, comanda la classifica del Brasileirão al giro di boa del campionato e, con una partita in meno, si appresta a imbastire la prima mini fuga dell’anno.

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Dalle parti del Morumbi non festeggiano un trofeo da molto, troppo tempo per quella che è la dimensione di un club tra i più storici dell’intero continente. Per ritrovare immagini di gioia e vedere l’ex gloria del San Paolo Rogerio Ceni alzare una coppa importante, bisogna infatti tornare al 2012. Un viaggio indietro che, come tappa principale, vede la Copa Sudamericana di quell’anno.

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Fonte immagine: @Tigre_VAVEL (Twitter)

La Copa Sudamericana mai finita

La Copa Sudamericana, come spesso accade, riserva grandi sorprese. Nel 2012 il San Paolo, dopo anni, riuscì a tornare a giocarsi una finale internazionale. Di fronte si trovò il piccolo Tigre, matricola argentina che però, a quei tempi, aveva cominciato a frequentare i quartieri alti del calcio locale. Le due squadre fecero un percorso quasi netto e, a metà dicembre, si sfidarono in due match infuocati.

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L’andata, giocata a La Bombonera – il Coliseo, stadio del Tigre, non era omologato per disputarci partite internazionali -, finisce 0-0 e nell’aria, visto il nervosismo in campo, c’è già il sentore che di lì a poco qualcosa possa complicarsi. La settimana successiva, a San Paolo, si gioca un solo tempo. Poi il Tigre dice basta, si ritira e l’arbitro cileno Enrique Osses è costretto a fischiare anzitempo la fine del match. Vince il San Paolo, in quel momento avanti 2-0, e per il Tigre piovono multe e squalifiche.

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San Paolo-Tigre, una finale di sangue

Ma perché il Tigre decise di non concludere la Copa Sudamericana? A tre giorni dal fischio di inizio della finale di ritorno, il club argentino si trasferì nella metropoli paulista per gli ultimi allenamenti e la rifinitura (che verrà loro vietata). Durante le notti che precedettero la finale, i tifosi del San Paolo si presentarono sotto l’hotel del Matador e tennero svegli tutti fino al mattino. Torce, bengala, canti e megafoni: una situazione insostenibile.

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Chiamatelo vandalismo, teppismo, folklore o come volete, fatto sta – che al momento di giocare – il Tigre si presentò al Morumbi abbastanza provato dalle vicende delle ultime 72 ore. In più, nel percorso che portava dall’hotel allo stadio, un gruppo di tifosi di casa inscenò una fitta sassaiola contro il bus argentino.

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L’unico tempo di San Paolo-Tigre terminato fu giocato con i nervi a fior di pelle. Il San Paolo piazza un uno-due letale con Kucas Moura e Osvaldo, per il Tigre è notte fonda. Durante una rimessa laterale, un giocatore argentino viene colpito da un agente a bordo campo. Intimiditi, gli argentini cominciano a picchiare senza pietà e, alla fine del primo tempo, la polizia deve sedare una delle risse più grandi mai viste.

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Fonte immagine: @Tigre_VAVEL (Twitter)

Il giallo degli spogliatoi

I racconti dell’intervallo sono molteplici, nessuno sa veramente cosa sia successo. Le telecamere installate dentro al tunnel che porta agli spogliatoi casualmente non funzionano. I giocatori del Tigre, alcuni con i volti tumefatti, raccontano di essere stati blindati dentro il loro camerino per poi subire violenze a profusione dalla polizia: “Spensero le luci – raccontò l’ex tecnico Gorosito – fu una vera imboscata”.

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Il San Paolo minimizza: “Festeggeremo doppiamente, la nostra vittoria e la fuga degli argentini per evitare la goleada. Il Boca o il River sarebbero tornati in campo, ma le squadre provinciali sono così”, dirà un dirigente. San Paolo-Tigre, finale di Copa Sudamericana del 2012, fu un vero e proprio pugno nello stomaco per l’immagine del Sudamerica, che proprio in quegli anni si era rifatta il look e si preparava a vivere il mondiale brasiliano.

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Anni dopo, ancora non si sa bene cosa sia successo. Addirittura, uscì un’altra versione di San Paolo-Tigre che raccontava, addirittura, di come fossero stati i calciatori del Tigre a tentare l’assalto allo spogliatoio locale. E che, solo in seguito, sarebbe intervenuta la polizia. Storie (brutte) di calcio, che ciclicamente si ripropongono anche ai giorni nostri. E che, inevitabilmente, vanno considerate parte del contesto.

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