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Annunciata tra le squadre favorite per la lotta al vertice in Inghilterra e in Europa, il Chelsea sta trovando una sua dimensione dopo un avvio di stagione incerto. Ecco le motivazioni principali della crescita della formazione di Frank Lampard

Dopo i primi tentennamenti, il Chelsea non delude le attese. Non poteva essere altrimenti, considerato il mercato faraonico portato avanti dai Blues in estate. Dopo qualche sessione da comprimario per vari motivi, Roman Abramovich è tornato a recitare la parte del leone, spendendo circa 250 milioni di euro tra giocatori affermati e giovani talenti.

Un mix che avrebbe dovuto garantire il salto di qualità al Chelsea, che però non si è verificato subito. I primi risultati negativi, come la sconfitta in campionato contro il Liverpool e l’eliminazione dalla League Cup nel derby contro il Tottenham, avevano generato qualche dubbio sulla reale consistenza della formazione londinese. Considerazioni frettolose e subito spazzate via dalla marcia trionfale della squadra di Lampard, tanto in Premier (3^ posto a -2 da Tottenham e Liverpool) quanto in Champions League (Blues già certi del passaggio del turno). Un netto miglioramento dovuto a vari fattori, che hanno reso il Chelsea da insieme di individualità a squadra in grado di competere su tutti i fronti.

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Integrazione dei nuovi acquisti

Come da prassi, quando in una sessione vengono cambiati tanti giocatori, è quasi fisiologico che ci voglia un po’ di tempo prima che si integrino al meglio con i compagni. Nella fattispecie, molti dei nuovi acquisti del Chelsea (come Havertz, Ziyech e Werner) sono giovani talenti alla prima esperienza lontano dal loro paese. Prima volta in Premier anche per innesti più esperti, come il forte difensore brasiliano Thiago Silva.

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L’impatto con il massimo campionato inglese, con tutto ciò che ne consegue in termini di cambio di ritmo e intensità rispetto ai tornei precedentemente affrontati, ha creato non pochi disagi ai nuovi acquisti dei Blues. Difficoltà superate gradualmente, con il lavoro e con la conseguente maggiore conoscenza dei compagni e della nuova realtà inglese. Il rendimento di Werner è emblematico, per spiegare questo cambio di passo. Dopo aver mancato l’appuntamento con il gol nelle prime 4 giornate, l’ex Lipsia ha segnato 4 reti nelle successive 7 giornate e fornito anche 3 assist.

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Solidità difensiva: Chelsea da colabrodo a muro

Uno dei limiti palesati dal Chelsea nelle prime settimane di stagione era l’eccessiva permeabilità della sua fase difensiva. Nelle prime 6 gare disputate tra Premier e League Cup, infatti, i Blues hanno subito 11 gol. In due partite – contro West Bromiwich e Southampton – hanno dovuto raccogliere per tre volte il pallone in fondo alla rete e solo in due occasioni – in coppa contro Barsnley e in campionato contro il Crystal Palace – hanno mantenuto la porta inviolata.

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Un trend che doveva necessariamente cambiare per competere in Premier, campionato meno tattico di quello italiano ma nel quale comunque conta molto avere una difesa granitica. I miglioramenti sono puntualmente arrivati con il procedere delle settimane. A partire dalla sfida di Champions del 20 ottobre contro il Siviglia, il Chelsea non ha subito gol per 5 gare consecutive. Considerando anche i match giocati successivamente, ha incassato appena 3 reti in 11 incontri. Merito non solo del reparto arretrato, ma di una squadra sempre più organizzata in entrambe le fasi.

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Riscoperta di Kanté e Giroud: da partenti a giocatori decisivi

Quella del Chelsea è stata una crescita corale, ma ci sono delle individualità che meritano di essere citate. Oltre ai faraonici acquisti conclusi in estate, non vanno dimenticati quei giocatori già presenti in rosa che stanno facendo la differenza dopo aver sfiorato la cessione. Su tutti N’Golo Kanté e Olivier Giroud: entrambi grandi protagonisti dopo un’estate con al valigia in mano.

Giroud

Fonte: Twitter @ChelseaFC

Kanté è stato a lungo tentato dall’Inter di Antonio Conte, per poi decidere di rimanere al Chelsea. Il progetto tecnico di Lampard sembrava imperniato maggiormente su altri profili, ma l’ex Leicester si è preso il posto da titolare con la stessa determinazione con cui battaglia in mezzo al campo. Un ruolo centrale conquistato a suon di prestazioni convincenti, come quelle del connazionale Giroud. L’ex Arsenal, pur partendo in terza fila nelle gerarchie offensive dei Blues dietro a Werner e Abraham, ha segnato gol importanti ogni volta che è stato chiamato in causa. Soprattutto in Champions, con la rete della vittoria contro il Rennes e lo splendido poker nel 4-0 rifilato al Siviglia. Due protagonisti esperti, di un Chelsea giovane e voglioso di stupire.

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